Palazzo Rasini a Cavenago

Cavenago Brianza, Palazzo Rasini, Galleria, affresco raffigurante Gruppo di Musici (Fototeca ISAL, fotografia di Beatrice Bolandrini)A pochi chilometri di distanza da Oreno è sita la città di Cavenago Brianza, nel cui nucleo storico è collocato "Palazzo Rasini":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02029/, edificio rappresentativo del barocco lombardo. A paragone con l’eleganza cortigiana, dai toni eterei, fiabeschi e quasi surreali, del "Casino di caccia Borromeo":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-09374/, appare assai brusco il passaggio stilistico nell’energica decorazione seicentesca che arricchisce le pareti della dimora di Cavenago Brianza: i secoli che separano le decorazioni dei due edifici ne motivano le divergenze, che balzano subito agli occhi, anche al visitatore più distratto. Gli affreschi di Palazzo Rasini a Cavenago sono senz’altro da considerare i più interessanti tra quelli eseguiti nei palazzi e nelle ville di delizia lombarde del Seicento, assieme a quelli, per quantità e qualità superiori, di "Palazzo Arese Borromeo":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02219/ a Cesano Maderno. Il vasto cantiere cesanese, vera e propria fucina di artisti, costituisce una sorta di riferimento e fonte d’ispirazione per altri cicli: quelli di "Villa Torretta":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-06841/, di "Palazzo Visconti d’Aragona":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-06905/ a Sesto San Giovanni, di "Palazzo Visconti Banfi":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-05980/ a Rho, di "Palazzo Manriquez Omodei":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02902/ a Cusano Milanino, di "Palazzo Baldironi Reati":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-03926/ a Lissone, di "Palazzo Besozzi Casati":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02410/ a Cologno Monzese, di "Villa Facheris":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-03333/ ad Inzago, di "Palazzo Arconati":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI230-00018/ ad Abbiategrasso, di "Palazzo Frisiani Mereghetti":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI230-00052/ a Corbetta, di "Palazzo d’Adda":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-07058/ a Settimo Milanese, di Palazzo Visconti a Brignano Gera d’Adda, di "Villa Casati Stampa di Soncino":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02327/ a Cinisello Balsamo, di "Villa “la Cazzola”":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-00405/ a Arcore. In tutti i palazzi e le ville appena citati, sono presenti decorazioni ad affresco caratterizzate da scelte compositive e iconografiche di indiscussa unitarietà, manifesto della rinascita culturale della nobiltà lombarda nella seconda metà del Seicento. Tale unione d’intenti appare molto evidente se si ha la possibilità di visitare questi edifici in rapida successione. *I cicli pittorici e gli ambienti affrescati* Cavenago Brianza, Palazzo Rasini, Galleria, affresco di Giovanni Stefano Montalto raffigurante il Trionfo dello Stemma dei Rasini e personaggi che si affacciano dal finto loggiato (Fototeca ISAL, fotografia di Beatrice Bolandrini)Palazzo Rasini, oggi sede municipale di Cavenago, offre due importanti campagne decorative ad affresco: una seicentesca, diretta da Giovanni Ghisolfi (1623-1683) con la partecipazione di Giovanni Stefano Danedi detto il Montalto (1612-1690), e l’altra settecentesca, ad opera di Mattia Bortoloni (a questo proposito si veda l’itinerario “Il Settecento negli affreschi”). Gli ambienti affrescati, conservati al piano nobile, sono stati oggetto di un significativo restauro ultimato nel 1994. Nella profonda galleria, in corrispondenza del sottostante portico, le decorazioni superstiti si trovano nella fascia al bordo del soffitto ligneo a cassettoni. Le scene sulle pareti maggiori, est e ovest, sono scandite da apparati architettonici dipinti (colonne, parti di loggiato), che ospitano numerosi personaggi all’interno di sfondati paesaggistici. Sul lato sud due putti reggono, con la mano destra, un pesante drappeggio dipinto come tessuto, mentre con la sinistra si aggrappano a una corona d’oro. Nelle sale limitrofe la decorazione è continua nella fascia dipinta al bordo superiore delle pareti. Denominate “dei volatili”, “dei telamoni” e “delle esedre” in base ai soggetti in esse ritratti, le fasce sono decorate con quadrature architettoniche, paesaggi, festoni e finti quadri. Anche in questo caso la cultura figurativa è quella di Giovanni Stefano Doneda detto il Montalto (1612-1690), di Ercole Procaccini il Giovane (1596-1676), di Carlo Francesco Nuvolone (1609-1662), e di Antonio Busca (1625-1686), artisti lombardi attivi nei cantieri più importanti dell’epoca post federiciana. In particolare il Montalto, di cui si ricorda il grande ciclo decorativo nel presbiterio del "Duomo di Monza":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-04676/ con _Le Storie del Nuovo Testamento_ (1648), è uno degli artisti più attivi e fecondi nelle ville di delizia del territorio milanese e della Brianza.