Genesi dei Giardini reali
*Il primo progetto*
Il primo progetto di un grande parco nel circondario monzese risale allultimo quarto del XVIII secolo, allorquando limperatrice Maria Teresa dAustria, dopo aver soggiornato per lunghi periodi presso la "tenuta di campagna dei conti Alari":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02059/ a Cernusco sul Naviglio, diede ordine di costruire una regale residenza di campagna per il figlio. Si prestò molta attenzione alla scelta del luogo; il territorio monzese venne preferito per _salubrità dellaria_ e _amenità del paese circonvicino_. Con Regio decreto del 17 aprile 1777 si dette ufficialmente inizio alla realizzazione del progetto piermariniano della "reale dimora":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI230-00109/ e dellannesso giardino. Vennero stanziati settantamila zecchini per lacquisto dei terreni e per la costruzione della Villa Reale. I primi progetti che Piermarini inviò alla corte austriaca, risalgono tuttavia allanno precedente. Essi ottennero lapprovazione definitiva dopo numerosi sopralluoghi e attente analisi, oltreché il superamento delle iniziali obiezioni sollevate da Giuseppe II dAustria, fratello dallarciduca Ferdinando dAsburgo al quale era destinata la Villa.
*I lavori nel 1779*
Nel 1779 ebbero inizio ufficialmente i lavori per i giardini reali, che Piermarini disegnò dopo aver visitato personalmente numerose ville e regge europee. Limpianto originario da lui proposto presentava forte valenza geometrica: assi di simmetria e linee rette accentuavano le fughe prospettiche e svolgevano il ruolo di capisaldi del sistema piermariniano, che doveva rappresentare, nella semplicità delle forme, lautorevolezza e la raffinatezza estetica della corte austriaca. Per raggiungere i propri intenti larchitetto camerale inserì, nelle immediate vicinanze della villa, un caratteristico giardino alla francese vagamente baroccheggiante, contraddistinto da ordinati filari di alberi a medio fusto, scenografici vasi in terracotta e allegoriche statue ornamentali. Accanto ad esso, nellarea prospiciente alla villa, inserì due _parterres_, disegnati da aiuole geometriche con motivi ornamentali.
Nel rispetto della tradizione europea, nella parte centrale del giardino introdusse uno scenografico ninfeo, con una sobria balaustra marmorea, dal quale si poteva osservare limponente vastità del parco e il viale centrale che sfociava in una rotonda, nodo di sviluppo di assi prospettici culminanti in ulteriori giardini tematici.
Accanto al giardino alla francese ne venne inserito uno allinglese, per il quale Piermarini si avvalse della collaborazione di Engel e Schiller, due progettisti già noti alla corte viennese. La regolarità geometrica e la simmetria degli elementi topiari lasciarono qui il posto a visioni asimmetriche, a linee curve e ad elementi vegetali solo apparentemente naturali. Una collina artificiale venne collocata al termine di un percorso sinuoso e curvilineo; sulla sua sommità fu collocato un tempietto ionico con piccolo lago artificiale. Lidea piermariniana dei tracciati allinglese fece scuola e fu ripresa in Italia da numerosi trattatisti che si occuparono di giardini e da storici che si interessarono della traduzione di manuali anglosassoni. Questi trattati, editi da Hirschfeld (1799), Mabil (1801) e Silva (1801 e 1813), come giustamente ha osservato Virgilio Vercelloni, di fatto si limitarono a ratificare a posteriori lopera del Piermarini, definendola organica e in linea con lidea del giardino allinglese da loro stessi propugnata. La diffusa condivisione degli ideali scenografici del giardino piermariniano, riscontrabili ancora oggi in alcune zone del Parco Reale di Monza, è confermata anche dalla mancanza di concrete alternative, pratiche e teoriche. Queste maturarono solamente intorno alla metà dellOttocento, con lemergere della poetica del giardino pittoresco.
*La morte di Maria Teresa dAustria e le successive scelte sul parco*
Durante la costruzione della villa e dei giardini reali Maria Teresa dAustria morì (1780), lasciando la reggenza a Giuseppe II, che li troncò. Con la salita al trono di Leopoldo dAustria (1790), i lavori trovarono rinnovato fulgore e vennero portati a termine. Lultimo decennio del XVIII secolo fu periodo controverso per la storia del parco. In questi anni, infatti, furono conclusi i primi lavori al complesso architettonico della villa e al parco, ma a questi seguirono trasformazioni duso e abbandono, connesse anche alloccupazione della villa da parte dellesercito napoleonico.
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Sommario
- Cenni alla storia del parco
- Genesi dei Giardini reali
- La Villa e i Giardini reali durante la dominazione francese
- La costituzione del Parco di Monza
- Il Parco di Monza durante la Restaurazione austriaca
- Il Parco di Monza dall'Unità d'Italia alla Seconda Guerra Mondiale
- Il Parco di Monza nella seconda metà del XX secolo
- Il Parco di Monza nel XXI secolo
- Gli edifici storici presenti nel parco
- Le altre principali costruzioni presenti nel parco
- Altri edifici presenti nel parco
- Bibliografia essenziale
- Credits