La costituzione del Parco di Monza
*Costituzione ufficiale del Parco*
Benché molte idee fossero state presentate dal Canonica prima del 1805, il suo operato allinterno dei giardini reali si attivò solamente a seguito della costituzione ufficiale del Parco di Monza, avvenuta l8 settembre 1805 per ordine del viceré del Regno dItalia Eugène Rose de Beauharnais. Questultimo fece riprendere i lavori con il dichiarato scopo di realizzare una tenuta modello e un luogo ideale di intrattenimento e di caccia per gli esponenti di governo. Per questa ragione, intorno al 1808-1809, si decretò lacquisizione di terreni limitrofi alloriginario parco della Villa; il Canonica ebbe allora modo di proporre ulteriori progetti di modificazione dellesistente. Le valutazioni economiche e le operazioni connesse allacquisto dei terreni furono affidate alla Direzione Generale del Demanio, dalle cui carte si evince lesistenza di terreni aratori vitati e di piccoli giardini annessi alle ville esistenti. Significative appaiono le modalità della loro acquisizione, ottenuta principalmente mediante permuta o acquisto delle proprietà e dei beni liberatisi a seguito delle soppressioni religiose. Loperato del Canonica si può dunque considerare fortemente connesso al lungo processo di riordino delle proprietà pubbliche governative, soprattutto allunificazione dei terreni agricoli briantei in ununica vasta realtà di oltre settecento ettari. Numerose ipotesi sono state avanzate da differenti storici e cronisti sulle ragioni della costituzione del parco. Tra queste vi è quella di Francesco Rephisti che vorrebbe la fondazione come possibile grande riserva territoriale, destinata al ricovero di contingenti militari pronti al bisogno, poco lontani dalla capitale del Regno; in parte verificata dalla presenza di un allevamento di cavalli alla cascina Pelucca (Francesco Rephisti, _La formazione di un parco: Monza 1805_, in I Quaderni della Brianza, 1989, n.67, pp. 33-36). Più completa è la disanima avanzata da Cinzia Cremonini, la quale salda la _grandeur_, voluta da Eugenio Beauharnais per la Villa Reale e per il parco, alla necessità di _moltiplicare sulla scena politico-cerimoniale_ la grandezza dellImperatore, del quale egli era peraltro dichiarato erede (Cinzia Cremonini, _Il viceré Eugenio Beauharnais a Monza e la fondazione del parco (1805-1813)_, in: Francesco de Giacomi (a cura di), _Le ville Mirabello e Mirabellino nel parco reale di Monza_, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2006, pp.32-36).
*Il nuovo assetto del parco*
Per quanto concerne lassetto del parco, Canonica studiò una nuova immagine, fondata sulla simmetria, del complesso paesaggistico, intervenendo direttamente anche su alcune zone boschive o coltivate con alberi da frutta. In questi interventi egli sembra richiamare i principi scenografici ordinatori di Parigi ripresi a scala urbana da Georges Eugène Haussmann, prefetto del dipartimento della Senna dal 1853 al 1870. Il Canonica, infatti, disegnò una rete di viali rettilinei e valorizzò percorsi già esistenti per la messa a punto di studiate scenografie naturali e di fughe prospettiche, al termine delle quali collocò monumenti o edifici architettonici.
Lambivalenza simbolica, ricercata dal governo francese, è ben visibile in un progetto a lui attribuito, conservato nellArchivio Cattaneo a Lugano, nel quale al centro dei giardini è inserito un vasto _frutteto matematico_ esagonale. Pur non tralasciando completamente la ricerca paesistica, il progettista si concentrò sulla proposizione dei modelli di ordine agricolo, sottolineando la compresenza nel medesimo giardino di differenti realtà: agricola, bucolica e ludica. Questa realtà promiscua trova unulteriore conferma nella carta redatta da Giovanni Brenna nel 1845, intitolata _Topografia della Reale Villa di Monza collattiguo Parco e collannessa Città di Monza e rispettivi dintorni_. In essa sono attentamente descritte le differenti essenze arboree e le destinazioni dei terreni che, in alcuni casi, ottengono riscontro nella toponomastica del giardino stesso. Nella mappa, infatti, sono indicati, ad esempio, il _Frutteto della Latteria_, il _Rondò dei Castagni dIndia_, il _Rondò dei Cedri del Libano_, il _Rondò dei Tulipiferi_, il _Vialone delle Roveri_, la _Fagianaja Ungherese_, la _Torre del Roccolo_, l _Ospitale dei Cavalli_ e il _Serraglio dei Cervi_. Listituzione del Parco di Monza parrebbe dunque connessa allattenzione che la cultura francese riservava alle scienze naturalistiche, alla topiaria e allagricoltura. Il rinnovamento del parco è dunque da inserire nel più vasto interesse per la ricerca naturalistica di Napoleone, che introdusse nelle scuole linsegnamento della botanica e favorì la creazione, anche nei licei, di orti botanici. Il vasto parco monzese divenne il luogo in cui il governo francese palesò la propria adesione alla cultura illuminista, che molta attenzione riservava allagricoltura, e che in Lombardia si pose in continuità con gli intenti della corte austriaca, che aveva incentivato la produzione e la diffusione di trattati agrari e di ingegneria idraulica.
Altre testimonianze dellorigine complessa del parco si trovano nei testi di Giovanni Antonio Mezzotti, pubblicati a puntate sula rivista "LEco", raccolti in monografie nella prima metà del XIX secolo. Egli non solo citò le differenti valenze del parco di Monza, ma identificò la "Cascina Frutteto":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI230-00094/ come modello per coloro che volevano _riunire in una fabbrica colonica lutile ad una certa eleganza, tenendo separato il rustico dallabitato_ (Giovanni Antonio Mazzotti, _Passeggiata nel Real Parco di Monza pei viaggiatori della strada ferrata da Milano a Monza_, Placido Maria Visaj, Milano, 1841).
*Il muro di cinta del parco*
A Luigi Canonica spettò anche il compito di realizzare il lungo muro perimetrale che racchiude il parco, risultato della lunghezza di oltre 14 chilometri. Lordine dellesecuzione fu emanato direttamente da Napoleone, secondo una linea che rispecchia sia componenti della cultura europea sui giardini, che orientamenti della manualistica tra fine XVIII secolo e inizio Ottocento. Il muro di cinta del parco, voluto per definire i confini di una vasta area ad uso esclusivo dei governanti francesi, segnalava un orientamento perseguito nelle grandi capitali europee e nella Milano austriaca nei decenni precedenti, quando venne realizzato un giardino pubblico che, per questioni di sicurezza, rimaneva precluso alle carrozze, ai poveri e agli indigenti.
Numerosi furono i collaboratori di Luigi Canonica. Tra i principali si annoverano Luigi Villoresi e lallievo Giacomo Tazzini, che ricoprì differenti incarichi nel Parco di Monza fino al 1859.
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Sommario
- Cenni alla storia del parco
- Genesi dei Giardini reali
- La Villa e i Giardini reali durante la dominazione francese
- La costituzione del Parco di Monza
- Il Parco di Monza durante la Restaurazione austriaca
- Il Parco di Monza dall'Unità d'Italia alla Seconda Guerra Mondiale
- Il Parco di Monza nella seconda metà del XX secolo
- Il Parco di Monza nel XXI secolo
- Gli edifici storici presenti nel parco
- Le altre principali costruzioni presenti nel parco
- Altri edifici presenti nel parco
- Bibliografia essenziale
- Credits