I primi scritti sulla fotografia, l'amicizia con Silvio Negro e Marino Parenti, la guerra
Nel 1935 assume la direzione di _Emporium_ (rivista edita dall'Istituto di Arti Grafiche di Bergamo) che manterrà fino al 1938, anno in cui sarà costretto a lasciarla a causa delle leggi razziali. È su questa rivista che compaiono i primi articoli dedicati alla fotografia storica: _Federico Faruffini fotografo_ (giugno 1935), _Ritorno allantica fotografia_ (marzo 1936) e _Un primitivo della fotografia: David Octavius Hill_ (luglio 1936). I tre articoli sono, in sostanza, una dichiarazione programmatica a favore della fotografia antica e dei primitivi per valorizzare onestà e castità di mestiere tracciando, secondo un percorso che poi avrà esiti più ampi in seguito, una linea evolutiva che privilegia la fotografia pura, _straight_, contro le caratteristiche degenerative, per Vitali, del pittorialismo.
Sul filo di variegati interessi comuni, oltre che della passione per la fotografia, nasce in questi anni lamicizia con Marino Parenti (1900 1963), studioso di Manzoni e collezionista di fotografie antiche, e con Silvio Negro (1897 1959), giornalista e capo della redazione romana del Corriere della Sera, appassionato di storia romana e di fotografia dellOttocento. Entrambi, Parenti e Negro, resteranno in costante contatto con Vitali, indirizzandolo nella formazione della sua collezione e nel reperimento di notizie sui fotografi italiani, in primo luogo Luigi Sacchi, incisore e importante calotipista lombardo.
Negli stessi anni Vitali si lega ai collezionisti Emilio e Maria Jesi e pubblica la monografia su Marino Marini (1937). Nel 1938, a causa delle leggi razziali, è costretto a lasciare ogni attività lavorativa. La ditta di famiglia viene intestata alla moglie, che non è ebrea, ma con lo scoppio della guerra Vitali chiude lazienda e si ritira in Toscana, dove lavora alla traduzione del _Diario_ di Delacroix, iniziata da tempo.
Con l8 settembre si sposta a Milano nella speranza di espatriare. Riesce poi fortunosamente a raggiungere la Svizzera grazie a Fernanda Wittgens, futura direttrice di Brera, e agli esperti darte e collezionisti Ferdinando e Gianni Mattioli. In Svizzera resta in un campo profughi, ma tiene corsi di storia dellarte e incontra Mario Fubini, Amintore Fanfani, Diego Valeri, Gaetano Lazzati, Dante Isella, Paolo Grassi, Giorgio Strehler, Luigi Caccia Dominioni, Marino Marini, Ernesto Nathan Rogers. Il 19 luglio 1945 Vitali riesce a tornare in Italia, con la famiglia, e riprende lattività commerciale. Ricomincia anche limpegno culturale con lorganizzazione di mostre dedicate a Medardo Rosso, Modigliani, Morandi, e allOttocento italiano. Conosce in quegli anni, divenendone grande amico, Costantino Baroni, direttore dei musei civici milanesi, e Gian Alberto dellAcqua, allora ispettore alla Pinacoteca di Brera.
Menu
Sommario
- La formazione, le prime collaborazioni, l'interesse per l'incisione moderna e l'inizio della collezione di fotografia
- I primi scritti sulla fotografia, l'amicizia con Silvio Negro e Marino Parenti, la guerra
- Gli anni cinquanta, la collaborazione con Einaudi, l'XI Triennale del 1957
- La XII Triennale del 1960, le mostre di fotografia contemporanea e le pubblicazioni con Einaudi
- Gli ultimi anni
- La collezione fotografica