154. Bollettino del Comizio agrario del circondario di Mantova

Dal 31 gennaio 1886 (a. XV, n. 1) §Bollettino del Comizio agrario di Mantova e dei distretti di: Asola, Bozzolo, Canneto sull'Oglio, Gonzaga, Ostiglia e Volta§ Dall'agosto 1895 (a. XXIV, n. 8) §Bollettino quindicinale del Comizio agrario di Mantova e dei distretti riuniti e della cattedra ambulante d'istruzione sperimentale agraria§. Dal 28 febbraio 1910 (a. XXXIX, n. 1) §Giornale agrario mantovano. Organo del Comizio agrario di Mantova e distretti riuniti§.

Luogo Mantova
Durata Maggio 1872 (a. I, n. 1) - 31 dicembre 1912 (a. XLI, n. 12).
Periodicità Mensile poi quindicinale poi mensile.
Direttore Compilatore del Bollettino: il segretario del Comizio Enrico Paglia poi Andrea Vivenza (redattore responsabile).
Gerente Luigi Mariotti poi Antonio Mezzadri.
Stampatore Mantova, Stab. Tip. A. Mondovì.
Pagine Da 4 a 46.
Formato da 21x15 cm a 37x30 cm.

Sorto nel 1872 col proposito di coadiuvare l’opera del Comizio agrario di Mantova nel più agevole raggiungimento delle proprie finalità, fissate a suo tempo dalla legge 23 dicembre 1866 per i comizi del regno e riassumibili nel compito di servire da anello di congiunzione tra le classi agricole e il Ministero d’agricoltura che ne doveva promuovere e favorire gli interessi, il «Bollettino» cerca di rispondere all’esigenza di “mettere in più frequente ed efficace comunicazione il Consiglio di direzione del Comizio circondariale di Mantova col pubblico degli agricoltori, rendendo conto del proprio operato anche nell’intervallo delle adunanze ordinarie, sottoponendo alla considerazione dei soci gli studi e le proposte che aspettano da loro e la sanzione del voto e la cooperazione dei pareri e degli incoraggiamenti” (Agli agricoltori del circondario, maggio 1872).

Filo di comunicazione diretta fra il Comizio e gli agricoltori, tramite di corrispondenza regolare e attiva fra il centro cittadino e il circondario campestre, al fine di “mantenere il suo carattere locale e servire così agli interessi particolari della provincia, si rivolge caldamente a tutti i soci onde non manchino d’informarlo intorno alle condizioni e ai bisogni della nostra agricoltura,... mantenendosi nel campo delle informazioni, mancandogli lo spazio per le speculazioni e le discussioni teoriche in materia agraria” (Avviso della Direzione, 15 dicembre 1876).

Oltre alla pubblicazione mensile degli estratti dei verbali delle adunanze generali del Comizio, la compilazione del «Bollettino» viene organizzata in una serie di rubriche fisse: gli “Atti ufficiali” introducono i testi dei decreti, delle circolari e delle ordinanze emanate dall’autorità centrale e periferica e attinenti argomenti d’interesse agrario, nonché i bandi dei concorsi a premi organizzati dal Comizio “pel miglioramento delle colture e dei bestiami locali, per la introduzione di nuove piante e di nuove specie o razze, o di nuove macchine”. Nella “Cronaca campestre” troviamo l’esposizione delle principali vicende agresti tendenti a ricostruire il quadro della realtà produttiva locale, attraverso l’analisi degli andamenti stagionali dei vari prodotti campestri nelle singole località del circondario, mentre un’attenzione particolare all’esame dei danni subiti dalla produzione a causa delle condizioni meteorologiche e climatiche avverse, soprattutto nel 1872, anno della “disastrosissima inondazione che coperse d’acqua quasi un terzo della provincia”, viene rivolta nella “Rivista metereologica”, vanto della testata, in cui si forniscono servizi di “non poca utilità”, quali gli specchietti delle osservazioni eseguite dalle varie stazioni stabilite in provincia. Annualmente poi, indirizzata al Ministero di agricoltura, industria e commercio, e compilata interamente ad opera dal segretario del Comizio, lo studioso Enrico Paglia, viene pubblicata la Relazione intorno allo stato dell’agricoltura nel circondario, tesa ad una ricostruzione globale sia della realtà geografica che della vita economica e sociale della zona, testo che si protrae, data la quantità degli argomenti trattati, su diversi numeri all’interno di ogni annata. Questi infatti i punti toccati: indole e natura dei terreno, clima e avvenimenti meteorologici, prodotti agrari, frutticoltura ed orticoltura, viticoltura e vinificazione, movimento commerciale dei prodotti agrari, colture speciali, concimi, macchine agrarie, bestiame e suo commercio, industria pastorale, seticoltura, apicoltura, pesca, insetti nocivi all’agricoltura, industrie rurali e tecnologia agraria, silvicoltura, dissodamenti, disboscamenti e rimboschimenti, prosciugamenti, irrigazioni ed opere idrauliche pubbliche e private, costituzione di consorzi per irrigazioni e bonificamenti, divisioni della proprietà, valore dei fondi rurali e boschivi, patto colonico, condizioni delle case coloniche, lavoratori della campagna e prezzo della manodopera, condizioni dei demani comunali e loro suddivisione fra proletari, servitù, viabilità, istruzione agraria, letteratura agraria, esposizioni e concorsi, condizioni della sicurezza campestre, riassunto dei progressi verificatisi durante l’annata, bisogni, condizioni del Comizio.

Fino al 1889, anno della sua morte, la maggior parte degli articoli porta la firma di Paglia: frequenti i suoi scritti tesi a popolarizzare i risultati della ricerca scientifica sulle malattie dei bestiame, gli insetti dannosi all’agricoltura, l’adozione delle principali pratiche igieniche nell’allevamento dei bestiame e nelle fasi della lavorazione del latte, e soprattutto quelli riguardanti la necessità di “abilitare con metodo razionale nella pratica agraria gli alunni che frequentano le scuole pratiche d’agricoltura, e di formare così buoni fattori, e sottofattori e conduttori di fondi” (Scuole pratiche d’agricoltura, giugno 1883; Sulla scuola professionale agricola, dicembre 1875; Delle scuole popolari in Italia e specialmente delle scuole rurali, ottobre 1876). Forte era infatti la spinta verso la ricerca della razionalizzazione dei metodi di coltura, di allevamento, e di amministrazione dei fondi “onde emancipare gradatamente dal cieco empirismo la sovrana delle arti, l’agricoltura” (E. Paglia, Economia ed interessenza, dicembre 1876). Analizzato invece in modo scarso e superficiale il rapporto esistente fra aziende e manodopera, del resto limitatamente organico e continuativo, essendo costituita la forza lavoro delle campagne in prevalenza dai cosiddetti giornalieri avventizi o disobbligati: nella Proposta ai comuni per migliorare le condizioni economiche della classe dei braccianti disobbligati, dicembre 1877, l’autore, Alberto Capilupi, sostiene che lo stato di miseria e di espedienti nel quale gli avventizi vivono al di fuori dei loro impieghi stagionali è dovuto alle gozzoviglie “nelle feste, nelle sagre e nelle osterie che sono al centro delle operazioni di molti contadini nelle stagioni in cui fervono i lavori campestri” e che pertanto solo l’economia e la previdenza possono salvare dalla miseria i braccianti. Parimenti vi è il rifiuto di qualsiasi intervento dello Stato nella regolamentazione dei rapporti fra capitale e manodopera, “tra l’offerta di un servigio e la misura del suo compenso, tra le forze produttive e il modo d’usarne” (L’agricoltura mantovana e il governo, dicembre 1877).

Maggiore attenzione viene invece dedicata al male che per lunghi anni segnerà come un marchio di classe la vita dei lavoratori più poveri delle campagne, la pellagra: Vincenzo Giacometti, Frumento, miglio e panico, marzo 1873; Precetti igienici sull’uso del granoturco allo scopo di prevenire la pellagra, agosto 1901.

Dalla fine degli anni ottanta, anni della assidua collaborazione di Fausto Rimini e di Giuseppe Arieti che si protrarrà per tutto il primo decennio del Novecento, i suoi interessi travalicano i limiti della realtà locale: riporta infatti “spigolando ne’ migliori giornali notizie interessanti ed istruttive, allo scopo di tenere gli agricoltori perfettamente al corrente dei progresso dell’agricoltura nelle altre provincie in Italia e all’estero, avendo cura di dare informazioni sui raccolti degli altri paesi, in quanto possono influire sui prezzi commerciali dei prodotti agricoli nostrani, onde ognuno sappia regolarsi nelle sue contrattazioni” (Il «Bollettino» nel 1889, 31 gennaio 1889).

A partire dal 1895 compaiono numerosi articoli tesi a pubblicizzare l’utilità dei servizi forniti dalla Cattedra ambulante sperimentale d’istruzione agraria, istituita dal Comizio in quello stesso anno al fine di convincere gli agricoltori ad abbandonare le tradizionali pratiche agrarie fondate sull’empirismo, imparando invece ad osservare “tutte quelle altre che scienza ed esperienza hanno suggerito insieme” (G. Canova, L’insegnamento ambulante dell’agricoltura, luglio 1895). Dal titolare della Cattedra, il prof. Canova, vengono quindi mensilmente indicate sulle pagine del «Bollettino» le fasi dei lavori eseguiti, il contenuto delle conferenze tenute nei centri agricoli della provincia, i consulti e i suggerimenti pratici forniti ad agricoltori “di ogni ceto e fortuna”, nell’attuazione di un programma “che fissa i cardini di un progresso continuo nella rotazione delle coltivazioni dei prodotti in rapporto alla natura del suolo, all’adozione di concimi tanto di materie organiche che artificiali, nel miglioramento dei bestiame, nella nuova organizzazione del credito agrario, perché riesca di reale e pronta efficacia anche alle piccole aziende agricole” (Agricoltori!, ottobre 1896; per una rassegna riassuntiva dell’opera del Comizio in materia di istruzione, cooperazione e credito cfr. Giuseppe Arieti, Uno sguardo sull’attuale periodo agricolo italiano, 15 agosto 1901).

Costretto a cessare le pubblicazioni nel 1910, a causa dei costi troppo elevati non più sostenibili dalle condizioni finanziarie del Comizio, “affinché i soci continuino a conoscere l’operato dello stesso e non rimangano privi di notizie agrarie” (Ai soci, 10 febbraio 1910), il Consiglio direttivo prima e l’assemblea poi deliberano la pubblicazione di un foglio agrario mensile, alquanto modesto sia nei contenuti che nel formato, che si propone infatti di tornare utile alla classe contadina “con articoli pratici, brevi e d’attualità”, (Al lettore, 28 febbraio 1910).

Nei suoi tre anni di vita il «Giornale agrario mantovano» mantiene sostanzialmente i suoi intenti programmatici, organizzandosi in una serie di rubriche fisse: “Nel caseificio”, “Nei campi”, “Nella stalla”, “Mercati della provincia di Mantova”, “Rassegna commerciale”, “Orario ferrovie e tramvie”, “Atti della Direzione”, continuando ad informare i lettori di tutte le notizie agrarie pervenuta alla direzione dai soci sparsi nel circondario, con un’attenzione particolare alla diffusione di nozioni di contabilità agraria “in modo da fornire all’agricoltore, che non ha avuto l’occasione di apprendere i principi della tenuta dei libri, delle indicazioni precise sui benefici e sulle perdite che egli realizza, rendendogli un grande servizio” (20 settembre 1910).

C. Ro.

Raccolte: MN008: 1872-1879; 1881-1885; 1890-1895; 1899-1912. MI120