180. Bollettino dell'Associazione fra esercenti e commercianti di Bergamo e provincia

Dal 1 gennaio 1926 (a. XVI, n. 1) §Bollettino della Corporazione sindacale degli esercenti, commercianti e piccoli industriali di Bergamo e provincia§.

Luogo Bergamo.
Durata 15 luglio 1911 (a. I, n. 1) - 30 novembre 1926 (a. XVI, n. 11).
Periodicità Mensile.
Gerente Giuseppe Corona poi Giuseppe Poletti.
Editore Associazione fra esercenti e commercianti di Bergamo e provincia poi Corporazione sindacale degli esercenti, commercianti e piccoli industriali di Bergamo e provincia.
Stampatore Bergamo, Tip. della Società editrice commerciale poi Stabilimento Tip. S. Alessandro poi Società editrice commerciale poi Stabilimento Tip. S. Alessandro poi Tip. della Società editrice commerciale.
Pagine 4 poi 6.
Formato 40x28 cm poi 48x34 cm.

Il «Bollettino», distribuito gratuitamente ai soci dell'Associazione tra esercenti e commercianti, "sorge per fini essenzialmente economici e si propone l'affratellamento della classe commerciale ed industriale, l'organizzazione di questa nel campo economico, la difesa efficace contro oneri arbitrari e ingiusitifcati, additando i rimedi contro gli ostacoli che inceppano e limitano il libero sviluppo delle attività economiche" (editoriale del 15 luglio 1911).

Ottemperando al programma, lungo tutto il corso della sua esistenza il giornale, con la rubrica in prima pagina "Notiziario", riprende la cronaca nazionale e locale di interesse economico, mentre in seconda pagina mensilmente viene pubblicato l'"Elenco dei protesti cambiari", e quello dei "Fallimenti e dissesti". Dal 1912 prende invece avvio la rubrica "Camera di commercio", che registra le disposizione camerali e le iniziative promosse dalla Camera di commercio.

I numeri di novembre e dicembre del 1911 sono dedicati alle elezioni camerali, in cui il «Bollettino», fedele al principio di apoliticità, dichiara di non appoggiare in particolare nessun candidato; dopo lo spoglio delle schede il periodico interviene (Elezioni generali commerciali, 29 dicembre 1911) lamentando il profondo disinteresse di commercianti e imprenditori e l'astensionismo che ha portato interi distretti (Capriate, Piazza Brembana e Romano) a non esprimere alcuna preferenza. In deroga alla sua "apoliticità", dal 1913 il «Bollettino» appoggia le liste per le elezioni camerali composte da esponenti di area cattolica (cfr., ad esempio, 26 novembre 1913).

Molta attenzione è posta ai problemi del trasporto commerciale (sul progetto dell'autostrada Bergamo-Milano cfr. gennaio e febbraio 1925) e in particolare a quello su rotaia, schierandosi, nell'aspro dibattito che si sviluppa per l'apertura di una linea diretta Bergamo-Milano (cfr., ad esempio, Per la direttissima. Il progetto definitivo, 15 agosto 1913) e per la costruzione del doppio binario sulla linea Bergamo-Trevisglio (Non disarmiamo, 30 giugno 1921).

Nel 1914 il giornale si dichiara apertamente a favore dell'intervento bellico, in quanto "comunque gli esercenti e i commercianti anzitutto sono italiani" (Nella gravità del momento, 21 maggio 1915). Durante la guerra pubblica numerosi articoli riguardanti la mobilitazione civile e gli "innumerevoli obblighi ai quali sono sottoposti i commercianti", difendendo quest'ultimi dalle accuse di accaparramento viveri e speculazione sui prezzi (L'opinione pubblica e il caro viveri, 20 dicembre 1915, e Dateci l'olio, 20 marzo 1918); al contrario, sostiene il periodico, è la grande proprietà industriale e commerciale a speculare con la protezione del governo, che condanna soltanto chi "ha aumentato di qualche centesimo il prezzo del calmiere" (Si invoca un'amnistia, 20 agosto 1918).

Il numero 7 del 28 luglio 1919 (Contro la politica economica del governo) ospita un importante articolo contro la politica economica governativa, in cui si accusa il governo di "consigliarsi soltanto colle Camere del lavoro", per concludere che "se non si ritorno all'epoca anteriore alla guerra con propositi fermi e di ricostruzione, ci perderanno le leggi che non vanno d'accordo coi fatti ed allora guai al Governo!". Conseguentemente a ciò, il giornale si schiera polemicamente contro i socialisti, chiamati la "distruzione del commercianti" (Esercenti guardate a voi, 31 gennaio 1920) e finisce poi con l'appoggiare il governo fascista, in quanto "è probabile che il nuovo Governo nel suo programma ricostruttore abbia un pensiero anche per gli esercenti" (Ai soci, 31 dicembre 1922).

Il 18 dicembre 1925 compare in prima pagina la notizia dell'adesione, avvenuta all'unanimità, dell'Associazione alle Corporazioni sindacali fasciste.

M. Ge.

Raccolte: BG014: 1911-1926.