263. Il Corriere agricolo commerciale
‹ precedente | 263 di 726 | successivo ›
Sottotitolo | Staffetta delle campagne. |
---|---|
Luogo | Milano. |
Durata | 2 settembre 1894 (a. I, n. 1) - 25 marzo 1934 (a. XXXXI, n. 2124). Nessuna biblioteca dispone dei volumi dal 1904 al 1932; nessuna indicazione nell'ultimo numero disponibile del 1904 lascia supporre un'interruzione. |
Periodicità | Settimanale poi bisettimanale poi settimanale. |
Gerente | Giovanni Tadini poi Clemente Volonterio poi Cesare Ballerini poi Ercole Cuzzoni. |
Editore | Giovanni Tadini. |
Stampatore | Milano, Stab. Tip. A. Cesana. |
Pagine | 8 poi 12 poi 4. |
Formato | 52,5x37,8 cm. |
Note | La bisettimanalità, dal 5 gennaio 1899, è impropria: trattasi di un supplemento del giovedì contenente i prezzi di alcuni prodotti agricoli. |
Il programma del periodico nasce dalla constatazione della relativa poca, anzi limitatissima diffusione nelle campagne del giornalismo specializzato in agricoltura. Ora, da tal punto di vista noi siamo ben lieti di annunciare che tosto al primo numero, per combinazioni nostre speciali e sopratutto per un lavoro indefesso di preparazione che è durato più mesi, noi ci presentiamo al pubblico con una tiratura di settemila copie. Vengono esclusi legami politici di parte, tranne che ci ispireremo ognora al decentramento, alla semplificazione e speditezza negli ordigni amministrativi, alle economie nei bilanci dei comuni, delle provincie e dello Stato e alla protezione dellindustria agricola. Pei nostri ideali non tollereremo mai che questa industria, che deve essere la vita, la salute e la prosperità della nazione italiana, venga sacrificata alle esigenti pretese né delle industrie manifatturiere né del fiscalismo; e anzi noi la vogliamo incoraggiata, favorita e sussidiata nel rimboschimento, nellallevamento e monticazione del bestiame, nelle molteplici opere di bonifica, nella perequazione sollecita della imposta che ora grava sulle terre in modo esorbitante, nelle facilitazioni dei trasporti ferroviari, in un buon assetto della politica veterinaria [...]. Saremo ben lieti di essere, per così dire, il portavoce delle associazioni e dei consorzi agricoli dogni specie.
A lato della presentazione programmatica ufficiale si situa larticolo Lalba dun giornale, di Giuseppe Moro, che sottolinea limportanza dellagricoltura per lItalia: Sgraziatamente però i nostri rappresentanti nazionali non si prendono troppo a cuore gli interessi dellagricoltura, prova lo sia che pochi anni fa abolirono anche il Ministero dagricoltura e commercio, segnato, da loro, inutile. È bensì vero che, compresi dallerrore, lo risuscitarono, ma tuttavia lo sostengono con un meschinissimo bilancio. Lintento del nostro giornale [...] deve essere di sostenere a spada tratta lagricoltura ed il commercio [...], propugnare la giustizia distributiva nelle imposte sia col perequare i fondi come per perequare la ricchezza mobile e gli esercizi dindustria, insistere sulla necessità di ridurre le tariffe ferroviarie rendendo facile lo smercio delle merci, riformare i capitolati daffitto in conformità alle esigenze dellodierna agricoltura e civiltà, perorare presso il Parlamento la tanto desiderata legge sul credito agrario a mite interesse ed a lunga scadenza, collo scopo di migliorare lintensività e lestensività del suolo procacciando quindi maggior utile a lavoro agli operai della terra, sostenere le scuole dagricoltura (ma che queste non si convertano in accademiche dissertazioni e sieno invece feconde di pratiche utilità), infondere la necessità di costituire le cooperative di qualunque genere tra gli agricoltori non escluso il contadino.
Di fatto la posizione del giornale appare sempre attenta agli interessi agrari e la notevole crescita socialista (in particolare dopo le carestie del 1897-1898 e le repressioni attuate sotto il governo Pelloux) viene vista con timore, tanto che in un articolo anonimo, dal titolo Agricoltori unitevi, del 25 febbraio 1902, si sottolinea che lunica difesa dei proprietari dinnanzi alluragano che savanza consiste nellorganizzare proprie associazioni padronali. In realtà, è probabile che la linea politica del periodico fosse più sfumata a tendente alla costruzione di una società, organicamente e armoniosamente strutturata, ben rappresentata dallappello di G. Codara, presidente del Consorzio agrario di Milano, Agli Agricoltori! (Professionisti, cittadini e campagnoli), dell8 novembre 1896, condiviso dal direttore Tadini, un appello al giornalismo cittadino, a qualunque partito appartenga, per attuare un risveglio che richiami verso [gli interessi agrari] tutte le forze vive e sane, morali e materiali del paese. Ci si riprometteva perciò di effettuare ogni sforzo per raggiungere lobiettivo di avere il contadino affezionato alla terra, loperaio affratellato al contadino, il proprietario che frequenta come un industriale i suoi campi per farli meglio fruttare. La conferma viene anche dallintero numero del 22 ottobre 1898, dedicato personalmente da Tadini alla vita, alla morte e al monumento di Alessandro Rossi a Schio. Da questo tema principale si dipartono gli altri, che si ripetono nel periodico: innanzi tutto la necessità di fare attenzione alla mezzadria, ai patti colonici in genere e allinteresse nella conduzione dellagricoltura come finalità sociale dei proprietari; i latifondisti del Mezzogiorno vengono per esempio criticati per la loro pigrizia, che favorisce, anche legittimamente, loccupazione delle terre da parte dei braccianti (Cesare Ballerini, Il dovere della proprietà. La Danimarca insegna, 13 ottobre 1901).
Daltra parte, la proprietà privata della terra deve essere assolutamente salvaguardata e si critica perciò il crescente intervento della Stato, non solo per le sue vessatorie misure fiscali (soprattutto per la piccola proprietà, cfr. Clemente Volonterio, Si rompe? Gli agricoltori pagano, 30 gennaio 1898), ma anche, ad esempio, per latteggiamento assunto con le leggi sulle bonifiche, che in caso di inadempienza del proprietario obbligano le autorità a sostituirvisi e a caricarlo delle spese affrontate per le opere, con la conseguenza di costi ingenti, ammortizzabili solo in un lunghissimo periodo, e di una sospensione della proprietà privata, incoerente con il diritto (C.V., Chi ha rotto paghi, 20 gennaio 1895 e Catasto e bonifiche. Il credito agrario. Diminuzione delle spese nei bilanci dello Stato, 16 dicembre 1895). Lattacco al centralismo statale compare soprattutto in relazione alle spese, ritenute altamente improduttive, per le campagne militari coloniali in Cina e in Etiopia, ma non vengono risparmiate critiche agli interventi burocratico-statali per lindustria e per le nuove ferrovie, o, peggio, per le costosissime leggi speciali per Napoli, la Basilicata e la Sardegna, quando i capitali privati italiani dormicchiano invece sulla rendita nazionale al 3% (Giovanni Tadini, Il possibile nuovo prestito e le condizioni economiche dellItalia, 22 marzo 1896; Pier Luigi Bruzzone, Per lagricoltura, 5 aprile 1896; C.V., Il fondo di sgravio e lopposizione parlamentare, 23 gennaio 1898; Enrico Mercatali, Lintraprendenza nostra in casa altrui e lintraprendenza altrui in casa nostra, 23 aprile 1899). Quanto alle spese militari, Gabriele Rosa, in Blocco allEuropa militare (30 settembre 1894), richiama efficacemente argomentazioni sullo sviluppo statunitense legato allassenza di una forza armata permanente già addotte da Carlo Cattaneo una quarantina danni prima. Daltro canto, si ospita un articolo di Alessandro Rossi dal titolo Viva lemigrazione italiana (26 gennaio 1896), che esalta le possibilità di affermazione in Eritrea, in contrapposizione allo sfruttamento dei coloni italiani da parte di tedeschi, inglesi e portoghesi nelle terre sudamericane.
La destinazione di risorse alle imprese coloniali e alle leggi speciali e la scarsa propensione allinvestimento provocavano una carenza di capitali disponibili per il credito agrario, altra tematica largamente toccata dal periodico, con varie proposte di riforma e con notizie sulle forme di istituto più adatte ai bisogni degli agricoltori (monti frumentari, banche popolari, casse di risparmio), piccoli proprietari in particolare (C.V., Il credito fondiario, 2 dicembre 1894; Clemente Volonterio, Agricoltura e agricoltori, 17 novembre 1895). Sul tema ebbe modo di scrivere anche Luigi Luzzatti (Passaggio dei monti frumentari al Ministero dagricoltura, 5 gennaio 1896), mentre veniva ripresa la riforma agraria proposta da Maggiorino Ferraris nella «Nuova Antologia» (Di una riforma agraria, 3 e 10 dicembre 1899). In tale progetto si prevedeva la costituzione di unioni agrarie locali, a loro volta riunite in unioni regionali e poi in una unione nazionale con sede a Roma, sotto legida della Corte dei conti e del Parlamento. Quello dellorganizzazione associativa più generale è un problema lungamente dibattuto dalle colonne del «Corriere agricolo commerciale», con un occhio allesempio francese (Ferdinando Bracale, Gli interessi della terra, 23 settembre 1894; Gabriele Rosa, Federazione agricola italiana, 9 dicembre 1894; Progetto di legge sulle camere dellagricoltura del senatore Luigi Griffini, 21 giugno 1896). La questione associativa viene seguita con interesse anche a livello locale (Reazione della Commissione del Consorzio agrario di Milano, 30 maggio 1897; Ladunanza della Società degli agricoltori lombardi, 4 ottobre 1896; Consorzio agrario sabino, 16 febbraio 1896; Lassociazione fra i conduttori di fondi, 15 settembre 1901), e il problema messo in luce è la stretta connessione fra innovazione colturale, risposta al mercato, unione fra produttori e crescita delle esportazioni, soprattutto nel sud (Euge, pseud. di Tadini, Alle società agricole, 9 giugno 1901). Gli articoli dedicati al commercio e alle innovazioni prendono in esame, perciò, aspetti anche poco trattati normalmente, coprendo, grazie alla collaborazione anche del personale diplomatico, ciò che di nuovo era avvenuto un po dappertutto, ma facendo il punto soprattutto su quanto sta maturando oltre Atlantico (Gabriele Rosa, Crisi agraria europea, 16 settembre 1894, e Lagricoltura in Europa, 23 settembre 1894; Charles, Il commercio dellItalia collestero, 13 gennaio 1895; Fabio Sanminiatelli, Agricoltura estera. Stato dei raccolti, pastorizia ed esportazioni del bestiame del Montenegro, 15 novembre 1896; I nostri scambi collArgentina, s.f.; T. Chiaromonte, Agricoltura estera: per estendere il commercio dei vini italiani in Ungheria, 25 ottobre 1896; Alberto De Foresta, I limoni dAcapulco, 11 ottobre 1896; Lagricoltura agli Stati Uniti. Relazione annuale del segretario allagricoltura a Washington in rapporto allagricoltura ed al commercio italiani, 12, 19 e 26 maggio 1901).
La riapertura del commercio dopo la parentesi della guerra tariffaria è salutata da un altro articolo di Luigi Luzzatti e di R. Cappelli, presidente della Società degli agricoltori italiani, Gli agricoltori italiani e la prossima rinnovazione dei trattati, 27 gennaio 1901.
In rapporto allinnovazione e alla divulgazione si devono ricordare i numerosi articoli su esposizioni e congressi (ad esempio Congresso forestale, 2 gennaio 1898, organizzato da Pro montibus et silvis e dalla Società degli agricoltori italiani; LEsposizione serica di Como del 1899, 17 aprile 1898; Esposizione generale italiana. Da Asti a Torino. Rassegna delle esposizioni di agricoltura, enologia ed industrie affini, giugno-luglio 1898; Il Congresso agrario di Lodi, 22 e 29 settembre 1901; Il Congresso risicolo di Novara, 27 ottobre 1901; Il Congresso vinicolo di Novara, 3 e 10 novembre 1901; Le esposizioni di Roma e di Brescia, 18 aprile e 8 maggio 1904), imprese collegate alla meccanizzazione o allindustrializzazione in agricoltura (Lo stabilimento Sala, s.f., 6 gennaio 1895; Giovanni Tadini, Una nuova industria e lemancipazione dallestero, 5 gennaio 1896; LOfficina meccanica di Cominacini Antonio di Luigi, 17 marzo 1897), notizie riguardanti assicurazioni contro la grandine o previdenziali (Enrico Mercatali, La Fratellanza rurale società contro infortuni, 15 ottobre 1899; Carlo Astrua, LAnonima grandine, 11 marzo 1900).
I temi toccati negli anni trenta sono sicuramente di minore interesse, avendo a che fare con la battaglia del grano, la lotta contro labbandono della montagna, la bachicoltura e le esposizioni: ma le firme note che compaiono, per es. di Gino Olivetti, sono riprese da più importanti testate quotidiane («Il Popolo dItalia», «Il Giornale dItalia»). Il giornale infatti ha perso molto del suo smalto, vivacchiando su una impaginazione ridotta a 4 pagine
Infine, nel 1901, i numeri del 22 e del 31 dicembre (questultimo edizione anticipata) sono dedicati da Tadini a Il signor Cesare Ballerini e le sue brillanti azioni, lex direttore passato alla concorrenza con tutto lindirizzario degli abbonati dopo una gestione allegra, con appropriazione indebita di quote di abbonamento e di premi legati alle cartelle-prestito comunali a insaputa del proprietario, impegnato nella pubblicazione dellaltra sua testata, «LEsercente». Bisogna notare, peraltro, che il «Corriere agricolo commerciale» gode di una piuttosto vasta diffusione, con circa 4.000 abbonati nel 1899 e una tiratura che, in occasione del rinnovo di fine anno degli abbonamenti, giunge fino a 30.000 copie. Tadini poi, trascinato in una diatriba con il direttore della Scuola dagricoltura di Portici, sfociata in una vertenza risolta con un arbitrato sfavorevole che gli costa oltre 20.000 lire, dedica a edizioni speciali fuori periodicità ben due numeri del giornale.
I collaboratori sono numerosissimi (una trentina), ma il nucleo dei principali contributi viene, oltre che dai vari direttori, da Osvaldo Eletti, G. Codara, Renzo Giuriati (redattore speciale), Oreste Veronesi, Carlo De Corleto, P. Vittadini, Pier Luigi Bruzzone e Alvise da Santafiore, che si occupa dellAppendice letteraria. I primi tre risultano nella redazione del 1897, insieme a G. Sartori, S. Bonansea e agli avvocati Fovel e Caprettini per la rubrica legale; nel 1899 la redazione risulta invece composta da Pompeo Trentin, Luigi Zuccoli, Guido Rossati, Aldo Cantoni, Antonio Palombieri ed Enrico Mercatali. Oltre ad Aldo Cantoni, negli anni trenta si ritrova anche Italo Mazzon, nel dicembre 1903 tra i membri della redazione per le risposte ai lettori, formata, oltre cha da Cantoni, da G. Fascetti, G.B. Barenghi, F. Trojani, G. Fenoglio, A. de Rauschenfelds, O. Eletti; i Quesiti legali sono passati invece allavv. Pasquale Gibelli.
Le rubriche sono le seguenti: Spigolature veterinarie, Sport, Notizie campestri sul clima, le attese produzioni ecc., Nota amena, Nota politica, sarcastica, poi sostituita con Dalla capitale, Cronaca industrie agrarie, Prestiti ad estrazioni, Eco dei fallimenti, Esposizioni, fiere, concorsi, Bollettino delle associazioni, Bollettino delle assicurazioni, Quesiti legali, Malattie dei campagnoli, Uomini a leoni, Parte pratica, Pollicoltura, Apicoltura, Foglia gelsi, Caseificio, Frutticoltura, Viticoltura, Floricoltura, Praticoltura, Varietà, Teatri (poi Spettacoli teatrali, poi Rivista settimanale milanese). All interno dellAppendice letteraria vengono invece pubblicati a puntate I fasti del brigantaggio di Domenico Tiburzi, La storia di Musolino, a cura di Ugo Ojetti e, solo per poche puntate, poi interrotte, La capanna dello zio Tom di Henriette Beecham Stower.
Infine, nella parte Notizie e prezzi commerciali, si segnalano i prezzi delle seguenti merci: sete, vini, uve e mosti, rendita, frutta, agrumi, zuccheri (Parigi, Londra, Magdeburgo, Milano), zolfi, pellami, cotoni (New York, New Orleans, Londra e Milano), pollame, selvaggina, coloniali, amidi, combustibili (poi carboni e petrolio), uova, pesce, pollame, formaggi, fagioli, caffè, saponi, patate, salumi e grassi, riso, burro e lardo, foraggi, oli e semi oleosi, bestiame, farine, grani, castagne e nocciole, lino e canapa, civaie, spiriti e grappe, oltre alla Tariffa per le analisi chimiche di concimi e altre materie e La voce dei comizi agrari.
A.F. Sa.
Raccolte: MI120: 1894-1904 (lac.); 1932 (dal 2 ottobre)-1934.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/pereco/schede/263/