267. Corriere dei farmacisti
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Sottotitolo | Rivista quindicinale illustrata di scienze, d'interessi e di pratica professionale poi Riviste quindicinali riunite di scienze, d'interessi e di pratica professionale poi Rivista mensile di farmacia a cura del Sindacato fascista farmacisti della provincia di Milano. |
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Luogo | Milano. |
Durata | Prima quindicina gennaio 1911 (a. III, n. 1*) - marzo 1942 (a. XXXIV, n. 3*). Si fonde poi con il «Giornale dei farmacisti» (vedi scheda 389*) dando origine al «Corriere dei farmacisti e giornale dei farmacisti»; sulla testata del nuovo periodico compaiono a lungo entrambe le indicazioni circa gli anni di pubblicazione. |
Periodicità | Quindicinale poi mensile. |
Direttore | Adolfo Motta (redattore capo) poi Adolfo Motta e Antonio Cassia poi Eugenio Santagostino poi Carlo De Franceschi poi G. Martini. |
Gerente | Edoardo Casati (gerente) poi Edoardo Casati poi Giuseppe Invernizzi poi nessuno. |
Editore | Antonio Cassia (direttore-proprietario). |
Stampatore | Milano, Tip. Agraria poi Prem. Tip. Agraria poi Tip. F.lli A. & G. Bianchi poi Per i tipi dell'Unione tipografica. |
Pagine | Da 8 a 30. |
Formato | 54x34 cm poi 54x37 cm poi 35x 24 cm poi 28x20 cm. |
Note | Pubblica fotografie. |
Rispetto al «Giornale dei farmacisti», con il quale entra in competizione, il periodico ha un formato molto più grande ma contenuti pressoché identici. Riporta infatti le leggi (con gli emendamenti, i dibattiti in Parlamento e in commissione, e commenti) e i regolamenti in materia di produzione e vendita di medicinali, estratti da periodici scientifici, segnalazioni delle scoperte fatte anno per anno (ad esempio La chimica e farmacia nel 1910, prima quindicina marzo 1911), diverse rubriche ("Corriere scientifico", "In laboratorio", "Note di giurisprudenza", una bibliografia di libri e riviste, "Atti di federazioni e di associazioni") e articoli scientifici, politici (cfr. ad esempio Noi, Il socialismo e la farmacia, prima quindicina febbraio 1911 e A. Blanchi, Le cooperative in farmacia, seconda quindicina agosto 1913) e professionali, anche se non strettamente economici.
Fra gli interventi più importanti segnaliamo quelli, numerosi, nel 1911 sulla Esposizione dell'industria e del lavoro a Torino, sulla riforma degli studi farmaceutici e su assicurazioni e farmacia. Scritti polemici prendono di mira l'esercizio professionale degli abusivi (Elpis, La mala pianta, seconda quindicina gennaio 1911), la libera vendita delle specialità medicinali (Ancora sulle specialità, prima quindicina febbraio 1912) e quanti non fanno gli interessi della categoria (Noi, Una muta di c consiglieri comunali milanesi medici contro l'intiera classe farmaceutica, prima quindicina marzo 1911 e A. Motta, E proviamo pure!, seconda quindicina luglio 1911). Altri interventi, infine, riguardano il rapporto tra ordini sanitari e classe farmaceutica, la rivolta fiscale contro la tassa d'iscrizione all'Ordine (fine 1911), le elezioni e le sedute del Consiglio dell'Ordine, oltre ai congressi sia nazionali che internazionali degli Ordini dei farmacisti.
Negli anni successivi il periodico, oltre che fornire ricche informazioni a carattere scientifico sulla farmacologia (in particolare nelle rubriche "In laboratorio" e "Corriere scientifico"), dà conto soprattutto delle normative e della legislazione inerenti la professione e informa sulla iniziative promosse dall'Ordine dei farmacisti e sulle sue riunioni. All'inizio del 1939 il periodico ritorna all'antico titolo di «Corriere dei farmacisti», di cui riprende la numerazione, e diviene organo del Sindacato fascista farmacisti della provincia di Milano, di cui pubblica gli atti ufficiali.
A. Ac.
Raccolte: MI120: 1911-1915; 1932 (lac.)-1942.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/pereco/schede/267/