321. Enologia moderna
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Sottotitolo | Giornale vinicolo-agricolo-commerciale. |
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Luogo | Milano. |
Durata | 1° novembre 1927 (*a. XIV, n. 11) - 1° dicembre 1932 (a. XIX, n. 12). |
Periodicità | Mensile. |
Direttore | Pietro De Rienzo. |
Stampatore | Milano, Off. Tipo-Litografiche IGAP. |
Pagine | 8. |
Formato | 49x34 cm. |
Note | Ampio spazio viene riservato ad inserzioni pubblicitarie a pagamento, con prevalenza di annunci legati al mondo della viticoltura e dell'enologia. |
Si tratta di una pubblicazione volta a favorire lo sviluppo e il progresso dell'enologia in Italia. I numeri reperiti si collocano nel periodo fascista e risentono in maniera evidente del clima di propaganda allora imperante. La redazione plaude, infatti, ai provvedimenti del governo nel settore primario, dai piani di bonifica integrale alle battaglie del grano, agli incentivi volti ad arrestare l'esodo dalle campagne. Nel gennaio del 1929 il direttore della rivista, Pietro De Rienzo, afferma infatti: "Le attrattive della città, il desiderio, le necessità [...] di abbandonare la campagna [...] non possono più essere ammesse o tollerate" ora che "vi sono [...] gl'incoraggiamenti, le assistenze, gli aiuti veri e propri e le dimostrazioni che non solo i rurali dal proprio fondo possono ricavare tutto ciò che loro abbisogna, ma che la vita della campagna è piena di soddisfazioni e di benessere molto più di quello che a molti non appaia e non ha nulla da invidiare a quella della città" (1° gennaio 1929). Ciononostante, non mancano le occasioni per indirizzare velate note polemiche nei confronti dei ceti dirigenti. Come, infatti, scrive fin dal 1928 Sante Cettolini: "Il vino non trova un ambiente favorevole nei circoli governativi o vicini al Governo imputandolo di colpe non sue, ma dell'educazione delle masse popolari", precisando, comunque, che tale situazione sarebbe potuta migliorare rapidamente "seguendo le buone direttive che il fascismo sta imprimendo alla via dell'operaio" (Discorrendo di vari argomenti, 1° dicembre 1928). In questi anni è, infatti, in atto un acceso dibattito sul problema dell'alcolismo, che porta ampie fasce dell'opinione pubblica a stigmatizzare il consumo di bevande alcoliche in generale, e del vino in particolare. Fra gli obiettivi della redazione dell' «Enologia moderna» emerge, così, quello di riuscire a porre una netta distinzione fra alcolismo e vinismo, considerando che "il vino, bevuto in giusta misura, non solo è un eccitatore delle forze [...] meccaniche dell'uomo, ma anche di quelle intellettuali, ed in pari tempo, possiede un potere alimentare notevole e un beneficio grandissimo nelle condizioni degli ammalati, in particolar modo nel periodo di epidemia influenzale" (S. Cettolini, Discorrendo..., cit.).
La rivista manifesta, inoltre, uno spiccato interesse per le questioni attinenti la qualità dei vini nostrani e la loro possibilità di affermarsi sul mercato; come testimonia, ad esempio, l'articolo dedicato a L'attività dell'Associazione nazionale fascista del commercio enologico, ente che si propone di "fare onesto lavoro salvaguardando la produzione ed impedendo che essa sia oggetto di frodi e manomissioni antigieniche, ma di recare anche vantaggio alla numerosissima schiera di viticultori d'Italia, ricca di vigneti, e di dare, proteggendo il sano ed attivo commercio vinicolo, un fortissimo contributo alla solidità dell'economia nazionale" (1° aprile 1928).
La redazione del periodico dedica, poi, ampio spazio alla trattazione di questioni di carattere tecnico. Anche in questo caso, fondamentali si rivelano i contributi di Pietro De Rienzo, di cui si ricordano, ad esempio, Gli opportuni avvertimenti al cantiniere per la vendemmia e la vinificazione (1° settembre 1929) e In tempo di vendemmia (1° settembre 1930) e di Sante Cettolini, di cui si segnalano, fra gli altri scritti, La coltivazione della vite in Libia (1° maggio 1928) e La generosità della vite (1° ottobre 1930). Sempre per quanto concerne la discussione di aspetti tecnici, non bisogna, poi, dimenticare il nome di Luigi Vivarelli, esperto nella cura delle malattie delle piante e autore di numerosi e apprezzati interventi, fra cui La cocciniglia rossa della vite (1° gennaio 1929) e Travaso e taglio dei vini (1° dicembre 1931).
Nel corso del 1932 il periodico entra in una delicata fase economica e finanziaria, che tende ad aggravarsi negli ultimi mesi dell'anno. In ottobre la redazione annuncia, infatti, la chiusura dell'attività, che avverrà con la pubblicazione di dicembre.
M.C. Br.
Raccolte: MI120: 1927-1932.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/pereco/schede/321/