322. Enotria
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Sottotitolo | Rivista dell'industria e del commercio del vino in Italia poi Rivista letteraria dell'attività vitivinicola italiana poi Rivista letteraria vinicola d'Italia poi Rivista vinicola d'Italia. |
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Luogo | Milano. |
Durata | Settembre 1927 (a. XXVI, n. 9*) - marzo 1942 (a. XLI, n. 3). |
Periodicità | Mensile poi bimestrale poi mensile. |
Direttore | Arturo Marescalchi poi Giuseppe Cavazzana poi Giovanni Vanni. |
Editore | Unione italiana vini poi S.A. Pubblicazioni di propaganda vinicola "Enotria". |
Stampatore | Milano, Arti grafiche Enrico Gualdoni poi Stabilimento Cav. Enrico Gualdoni. |
Pagine | Da 64 a 848. |
Formato | 24,5x33 cm poi 17,5x24 cm poi 18,5x23,5 cm. |
Note | Dal gennaio al novembre 1928 pubblica un supplemento gratuito settimanale per gli abbonati. Nel 1932 viene pubblicato un numero speciale natalizio di 36 pagine. |
«Enotria», mensile dedicato in maniera specifica allattività vitivinicola, è per anni lorgano ufficiale dellUnione italiana vini. La rivista ha un taglio più spiccatamente letterario che economico. Suo scopo è la difesa del vino e delle attività ad esso connesse, perché secondo Arturo Marescalchi, fondatore e direttore per lungo tempo della testata, troppi ancora confondono i danni dellalcolismo con quelli delluso normale di questa bevanda e troppi ancora sono i pregiudizi nei confronti dei commercianti sospettati di alterare questo prodotto.
Attraverso una veste grafica elegante ed accurata, corredata da numerose immagini, «Enotria» presenta ai suoi lettori resoconti delle iniziative a sostegno della diffusione del consumo di vino, articoli di carattere storico, letterario, artistico tesi al riconoscimento della sua dignità, notizie su aspetti pratici ed economici del commercio vinicolo.
Partendo dalla constatazione che in Italia esiste una gran varietà di vini ma che il consumo interno va diminuendo e che solo una parte dei terreni potenzialmente disponibili sono coltivati a vite, la rivista sostiene che il vino, saggiamente dosato, rimane sempre la bevanda più igienica, il cui dolce stimolo eccita e mantiene vive le buone energie umane (gennaio1928). Invita quindi a continuare la coltura delle viti, che fra tutti i lavori dei campi impiega il maggior numero di braccia ed impedisce laccentuarsi dellurbanesimo. Si dichiara contraria a misure proibizionistiche, plaude alle iniziative del governo (come la costituzione allinterno della Confederazione dei commercianti di una associazione nazionale di soli commercianti di vini) e si dilunga sulle attività avviate per far conoscere ed apprezzare il vino italiano.
Varie, infatti, sono le soluzioni escogitate a questo fine: campagne di promozione sui giornali di maggior tiratura, trasmissione di messaggi radiofonici, adesione allUfficio internazionale del vino, collaborazione con enti turistici per pubblicizzare i luoghi dei vini celebri e per far sorgere o attrezzare trattorie e alberghi ove degustare tali vini, opera di sensibilizzazione verso albergatori, ristoratori, osti, allestimento di stand di degustazione a mostre ed esposizioni, incremento del numero di chioschi lungo le spiagge e nei luoghi di cura e di soggiorno, sostegno dei medici nellassicurare sugli effetti benefici di un uso corretto di questa bevanda, organizzazione di feste o di merende in occasione delle vendemmie.
Per corroborare limmagine della vite, «Enotria» pubblica svariati articoli dedicati al vino nella letteratura, nellarte, nella storia, nella musica, ma anche nel cinema, nella gastronomia, nella medicina, nella toponomastica e perfino nella sacra scrittura. Non a caso, infatti, nel sottotitolo della rivista compare a lungo laggettivo letteraria e nella copertina vengono spesso pubblicate riproduzioni di dipinti di cui si parla in quel numero.
Quanto agli aspetti pratici ed economici della coltivazione e del commercio, il mensile offre in proporzione meno spazio, finendo, negli anni, per concentrare questargomento nella rubrica Notiziario tecnico vinicolo, che diffonde dati sul consumo del vino e degli alcolici in Italia, sulle esportazioni vinicole, sulle tariffe doganali, notizie su congressi e fiere del settore, descrizioni delle iniziative prese dagli altri paesi per incoraggiare la viticoltura e il consumo di vino, informazioni sulle tecniche di coltivazione della vite e di preparazione del vino.
Questo minore spazio si spiega col fatto che di «Enotria» esiste anche ledizione settimanale impostata come "Bollettino dellindustria e del commercio del vino in Italia", che poi confluisce nel «Commercio vinicolo», organo della Federazione nazionale fascista del commercio enologico e dellUnione italiana vini. Concepito come un supplemento gratuito per gli abbonati, il bollettino, dal taglio prevalentemente economico, concentra in poche pagine notizie sindacali, tecniche, commerciali, informazioni su trasporti, su tariffe doganali, su problemi legali e tributari, sull'andamento dei raccolti e dei mercati esteri, qualche articolo letterario e di varietà, abbondanti spigolature tra le notizie di interesse dei vitivinicoltori. Dal 4 al 30 ottobre 1928, periodo cruciale per la campagna vinicola, si decide di farlo uscire due volte la settimana, per portare "le più fresche e complete notizie sull'andamento del raccolto, sul movimento dei prezzi e dei mercati nelle tipiche e più importanti piazze di produzione d'ogni regione servendosi di un proprio vasto servizio telegrafico appositamente ed esclusivamente organizzato col consiglio e la guida dell'on. Marescalchi" (1° settembre 1928). L'iniziativa ha successo, ma un mese dopo viene dato l'annuncio che dal 1° dicembre il bollettino sarebbe stato assorbito da «Il Commercio vinicolo».
Tornando alla rivista, nel 1933 la direzione decide di cambiare la copertina e di ridurre il formato per favorirne una maggiore diffusione anche nei circoli, nei ristoranti e negli alberghi.
Al periodico non mancano mai inserzionisti, dai produttori di vino ai fabbricanti di botti, dai trasportatori ai fornitori di turaccioli per le bottiglie o di solfato di rame per le viti. Nonostante ciò, «Enotria» è costretta nel 1942 a sospendere la pubblicazione, perché di fronte alla scelta, imposta dalle restrizioni governative sul consumo della carta, se ridurre il contenuto della rivista o cessarne la stampa, opta per la seconda soluzione.
F. Se.
Raccolte: MI120: 1927-1942. MI007
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/pereco/schede/322/