"Questa guida, intitolata storica, è fatta per predisporre lo scienziato, l'intelligente e l'uomo d'ingegno, a riconoscere l'immensa importanza di questo edificio, perché una volta che vi sia entrato non abbia ad arrestarsi attonito e confuso […]. Sarebbe stato imperdonabile se non avessimo pensato, pei popoli presenti e pei futuri, di non lasciare loro almeno una storia della costruzione, quasi direi favolosa, di questo immenso palazzo, che seppe il genio umano creare" (Introduzione, dispensa 1).

Nei primi numeri vengono passati in rassegna i lavori preparatori alla manifestazione, l'assegnazione degli spazi ai diversi Stati e, in generale, tutto l'aspetto urbanistico, architettonico e distribuitivo degli elementi costruiti per la mostra.

Le rubriche fisse sono: "Guida storica all'Esposizione", che prende via via in esame le varie sezioni dedicate all'industria, al commercio, alla navigazione, alle arti belle e applicate, al folklore e al costume di cui si compone la mostra, "Cronaca dell'Esposizione", "Guida del viaggiatore a Vienna" e "Corrispondenza da Vienna", nelle quali l'accento viene posto sul carattere festivo e popolare della manifestazione che richiama sul posto larghe masse.

Fra gli scritti di maggior interesse si segnalano: Carlo Richter, Storia delle esposizioni universali (disp. 4); Pietro Farina, Operosità agricola lomellina (disp. 35-40), "in cui vengono esaminati tutti i progressi fatti nell'agro lomellino dal 1845 al presente studio"; Alberto Errera, L'Italia industriale (disp. 47); Aristide Gabelli, L'istruzione popolare in Italia e in Germania (disp. 50). Sempre per quanto riguarda l'Italia si indicano poi la sezione dedicata all'"Economia agraria" del prof. Carlo Siemomi (disp. 4-8) e la rassegna conclusiva La Galleria italiana (disp. 80). Chiude la pubblicazione la circolare indirizzata dal ministro d'agricoltura e commercio, Gaspare Finali, ai prefetti, ai presidenti delle giunte speciali per l'Esposizione e alle Camere di commercio, in cui passano in rassegna le industrie nelle quali l'Italia "ha dato prova di vita gagliarda […] benchè ultimi a conseguire una vasta comunanza d'industrie, di traffici e di ordinamenti liberali" (La conclusione ufficiale, disp. 80).

C. Ro.

Raccolte: MI120: 1873-1874.

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