54. Annuario agricolo illustrato
Sottotitolo | Premio agli associati della «Gazzetta agricola» poi Premio agli associati della «Gazzetta agricola di Milano». |
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Luogo | Milano. |
Durata | 1896 (a. I) - 1905 (a. X). |
Periodicità | Annuale. |
Editore | «Gazzetta agricola». |
Stampatore | Milano, Stab. Tip. Sormani e Ghidini poi Tipografia Ogliani & C. poi Tip. Marcolli e Turati poi Tip. Francesco Marcolli poi Stab. Tipografico P. Agnelli. |
Pagine | Da 224 a 272. |
Formato | 20x13 cm. |
Note | Contiene molte incisioni accurate di piante, animali e strumenti per l'industria agricola, oltre a fotografie di fattorie e allevamenti; ogni volume ha una copertina cartonata e diverse pagine colorate di inserzioni pubblicitarie. |
L'«Annuario» nasce come supplemento illustrato della «Gazzetta agricola»: "Dopo otto anni di vita battagliera pel miglioramento agrario ci siamo accorti che la «Gazzetta agricola» era troppo piccina per estrinsecare tutta l'immane materia, che ci turbinava nell'animo e che il malo italo governo, la crisi, i parassiti e le intemperie andavano via via in sinistro modo accumulando"; di qui il "duplice partito estremo, per quanto costoso e laborioso: aumentare il formato della «Gazzetta agricola» e provvedere alla pubblicazione di un «Annuario» che ne fosse complemento e riflesso" (La direzione, Il nostro perché, 1896).
In realtà l'«Annuario» vive di vita propria, affiancando alle rubriche tipiche delle pubblicazioni a cadenza annuale, articoli economici di taglio politico-sociale oltre che strettamente tecnico, nei quali è ravvisabile il piglio polemico proprio della "battagliera" «Gazzetta». Appartengono alle prime le indicazioni di calendario all'inizio del testo, cui fanno seguito dati e statistiche sull'agricoltura e sull'industria agricola tanto in Italia (investimenti, distribuzione dei terreni, superficie boschiva, produzione agricola e zootecnica anno per anno), quanto nel mondo, e le "Curiosità naturali" che chiudono il primo volume. Assai vario, poi, è il campo d'indagine degli articoli, comprendente tecniche di coltivazione, malattie delle piante e loro rimedi, orticoltura, rese, assicurazioni e valore delle coltivazioni, prezzi dei prodotti, sistemi di lavorazione e innovazioni tecnologiche, meccanica agraria, apicoltura, bachicoltura, alimentazione del bestiame, importazioni ed esportazioni, istituzioni agrarie. Particolare attenzione è riservata alla produzione in Italia di generi di largo consumo quali latte, vino, grano, olio.
Ma in altri articoli si mette a fuoco il contrasto tra la politica agraria italiana e gli interessi dei coltivatori. È questo il caso de Gli agricoltori e lo Stato, (1896) di Leon Augusto Perussia, ove si rileva "l'antagonismo crudo, profondo, stridente, che fra gli agricoltori esiste ed il governo". Nello stesso articolo l'autore difende la scelta del giornale di non occuparsi solamente di "norme e pratiche di agricoltura", bensì di estendere la sfera della sua azione alla politica, scelta contestata dagli stessi lettori della «Gazzetta»: tali opinioni, ribatte Perussia, "lasciano i deboli e gl'ignari in balia dei politicanti, di questa peste italiana che nulla ha che fare o che vedere colla politica sana, essenza e fondamento del vivere sociale". L'autore fa quindi appello agli agricoltori affinché si organizzino politicamente e, in quanto maggioranza della popolazione, arrivino a "dominare in ogni amministrazione, dal comune alla provincia, dalla provincia alla Camera, dalla Camera al governo; dettare le leggi, imporne l'esecuzione, dirigere l'opinione pubblica, riformare la società intera". In conclusione, "essere agricoltori e non occuparsi della politica del proprio paese, significa essere e ridursi a suddito". Perussia torna sull'argomento l'anno successivo per proclamare che "la risurrezione agricola avrà inizio dalla insurrezione degli agricoltori [ ]. Spiegando lo stendardo delle nostre rivendicazioni morali, economiche, politiche, sociali; agitandolo e chiamando sott'esso a raccolta tutti quanti" (Insorgiamo, 1897) e qualche anno più tardi in Agricoltori e partiti, 1904).
Un'altra battaglia conduce il periodico contro quella che è giudicata "forse la più grave delle piaghe della nostra agricoltura" (L'assenteismo, dott. Omnia, 1896): "I proprietari, specialmente i maggiori a cui non mancherebbero mezzi per un'opera assidua di miglioria, non vivono generalmente in campagna, là ove è il campo dei loro più forti interessi [ ]. Si può a giusto diritto affermare che la permanenza del proprietario sul proprio fondo sia in ragione inversa della ricchezza ch'egli possiede; precisamente al contrario dei gentiluomini campagnuoli inglesi". Solo vincendo questo "mostro", afferma l'autore dell'articolo, "sarà salva la causa dell'agricoltura". Un caso particolare di assenteismo dei proprietari terrieri è quello delle campagne pugliesi (Antonio Lo Re, L'assenteismo sotto il peggiore aspetto, 1897).
Ancora, l'«Annuario» prende in esame la più diffusa malattia delle popolazioni che vivono nel contado (R.D., La pellagra e i mezzi per combatterla, 1896), espone in una lunga trattazione il modo di costituire e dirigere un'impresa agraria (A. Canevari, Come ordinare un'azienda agraria, 1898), illustra i problemi esistenti nel Meridione (F.M. Fanales, Terre incolte e la questione agraria in Sicilia, 1900), lancia appelli a incentivare determinati settori produttivi (Francesco Zamarin, Estendiamo e miglioriamo la nostra frutticoltura, 1902) e stende un sintetico ma utile bilancio dell'agricoltura italiana (C. Mancini, Allora e adesso. Il progresso della nostra agricoltura negli ultimi cinquant'anni, 1905).
Interessato all'attività della Cooperativa agricola italiana diretta da L.A. Perussia, il giornale dedica diversi "reportage" agli stabilimenti agricoli da essa gestiti a Surigheddu e a Medole. Del resto, anche in linea teorica, l'«Annuario» prende posizione a favore dell'istituto cooperativo: "Mediante la cooperazione il nostro paese potrà trovare quei capitali, che governo e privati negano per far risorgere l'agricoltura" (Eugenio Morpurgo, La cooperazione nell'industria agricola, 1897). E sconfessa il libero scambio dei prodotti agricoli, riportando il parere di un agricoltore a proposito dell'aumento del prezzo del frumento e delle sue conseguenze (F. Mutti, Il pane è caro!, 1901).
A. Ac.
Raccolte: MI120: 1896-1898; 1900-1905.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/pereco/schede/54/