582. Il Progresso
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Sottotitolo | Settimanale del Partito economico italiano. |
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Luogo | Milano. |
Durata | 13 ottobre 1912 (a. I, n. 1) - 21 giugno 1914 (a. III, n. 25*). Il numero del 12 agosto 1913 (a. II) non esce a causa dello sciopero dei tipografi. |
Periodicità | Settimanale. |
Gerente | Innocente Chiappa |
Stampatore | Milano, Tipografia del Partito economico poi Stampa Periodica Codara e C. |
Pagine | 4. |
Formato | 40,5x58,5 cm. |
Note | L'impaginazione dell'anno II è irregolare (il n. 1 si trova alla fine dell'annata). I primi 3 numeri dell'anno III hanno numerazione progressiva rispetto all'annata precedente. Riprendono con la nuova numerazione dal n. 4. |
Periodico del Partito economico italiano ed espressione di interessi imprenditoriali, in nome dei valori del progresso e dello sviluppo economico, il giornale vuole proporsi quale mediatore razionale e pragmatico delle diverse istanze sociali in vista della superiore pubblica utilità. "Il nostro programma - si legge nel fondo del primo numero - non è di misera tutela di interessi bottegai, poiché mira con lo sviluppo e la floridezza dei traffici a migliorare l'economia nazionale, a sollevare sempre maggiormente il livello intellettuale e morale dei lavoratori, a fornire allo stato quella larghezza di mezzi che gli possono permettere di attuare riforme, perfezionare i servizi pubblici, rafforzare sempre maggiormente la difesa nazionale".
Strenuo sostenitore degli ideali liberisti, in politica interna il foglio si ispira a un liberalismo non ostile al riformismo sociale, fondato sul principio dell' "armonia delle classi sociali [...] fatale per l'avvenire della civiltà come fatale fu nel passato la lotta di classe". Tale orientamento trova il proprio concreto modello nell'Inghilterra, di cui il «Progresso» esalta e cita ad esempio il riformismo politico, il dinamismo dell'iniziativa privata, nonché la strategia economica del movimento operaio.
Sulla base di tali scelte ideologiche il giornale interviene nelle più dibattute questioni dell'attualità politica ed economica nazionale. Si schiera infatti contro le municipalizzazioni e le altre forme di intervento dello Stato nelle attività produttive e nei servizi; condanna gli scioperi in particolare nei servizi pubblici proponendo lavori pubblici e l'espansione coloniale in funzione antidisoccupazione. Nel contempo, preoccupato che siano garantite le migliori condizioni per lo sviluppo economico, protesta contro l'eccessivo fiscalismo attribuendone le cause ai troppo gravosi costi della politica sociale, auspica una politica finanziaria che incoraggi gli investimenti produttivi e raccomanda la difesa degli interessi nazionali nell'imminenza del rinnovo dei trattati commerciali. Inoltre, nel quadro di un orientamento favorevole a una maggiore intraprendenza italiana nella politica estera e in particolare nella politica coloniale, sollecita un più deciso impegno nella questione balcanica e soprattutto nel conflitto con la Turchia.
Politicamente vicino e affine ai liberali, rispetto ad essi vuole comunque assumere una funzione di stimolo in nome del pragmatismo, del dinamismo e della modernità, pronunciandosi ad esempio favorevolmente sul voto alle donne, sulla laicizzazione dell'istruzione, sul divorzio e sulla priorità del matrimonio civile, sul suffragio universale, sulla legislazione sociale.
Con i liberali si allea comunque in occasione delle campagne elettorali, sia per le politiche del 1913 sia per le elezioni amministrative milanesi del 1914. In entrambi i casi, pur non condividendo il patto elettorale con i clericali, il Partito economico italiano, non presentando candidati propri, si impegna infatti a sostenere la lista liberale.
Oltre agli articoli di fondo e agli articoli che dibattono le problematiche dell'attualità, il giornale ospita un nutrito numero di rubriche fisse o ricorrenti. Le più costanti sono "Industria, lavoro e commercio", che informa su leggi e iniziative relative a questi settori; "Schermaglie", che riferisce su polemiche con altri periodici; "Rubrica delle notizie", rassegna informativa generale. Sono previste anche rubriche di cronaca spicciola e curiosità quali: "Cose (o delizie) milanesi" e "Attraverso il mondo" e di attualità culturale come "La Biblioteca del Progresso" e "Teatri". Dopo i primi numeri vengono introdotte "Diario politico" e "Nell'agone", rispettivamente di informazione e polemica politica, una rassegna stampa intitolata "I giornali", nonché sotto il titolo "Comitato e adunanze" l'annuncio o il resoconto di assemblee di società.
V. Ro.
Raccolte: MI120: 1912-1914.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/pereco/schede/582/