593. La Provincia cremonese
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Sottotitolo | Giornale politico industriale letterario poi Giornale politico agricolo letterario. |
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Luogo | Cremona. |
Durata | 12 agosto 1868 (a. I, n. 1) - 31 dicembre 1869 (a. II, n. 105). |
Periodicità | Bisettimanale. |
Direttore | Luigi Concornotti. |
Gerente | Achille Grassi. |
Stampatore | Cremona, Tip. Feraboli poi Tip. Erede Manini. |
Pagine | 4. |
"Due sorti di capitali - enuncia il programma del periodico - sono necessari alle industrie, uno in denaro e un altro in cognizioni. La meta a cui tende la «Provincia» è di favorire coll'opera sua gli interessi della nostra industria manifatturiera e agricola diffondendo tutte quelle cognizioni che possono costituire il secondo capitale indispensabile, mantenendo il nostro industriale al corrente dei progressi d'ogni industria e degli splendidi risultati che a questa porta di continuo l'applicazione della scienza [...] favorendo gli interessi delle industrie nostrane in modo che queste possano risorgere da quello stato di deperimento nel quale da anni sono cadute" (Ai lettori, 12 agosto 1868). Rivolgendosi all'industriale, all'operaio, alla donna operaia e all'agricoltore, quali classi che reclamano ancora un "organo a loro specialmente consacrato", si ripromette di tenerli al corrente dei principali avvenimenti politici italiani e stranieri "scevri per quanto sia possibile da ogni interesse di partito"; anche nella parte letteraria, confinata in apposita appendice, la redazione si prefigge "di dare notizia di tutte quelle opere che possano in qualche modo servire alla popolare istruzione" (ibidem).
Foglio di modeste dimensioni, dal carattere provinciale e popolare, dedica grande attenzione alla realtà produttiva locale, sia agraria (nella rubrica "Rivista agricola", in cui si segnala il lungo articolo L'industria del lino nei rapporti con l'agricoltura, 22 gennaio 1869 e sgg.) che artigianale: in particolare la rubrica "Rivista industriale cremonese" passa in rassegna una serie di produzioni 'industriali' della provincia, quali l'industria del mobile (8 settembre 1868, contro l'invasione delle mobilie provenienti dalla Brianza sul mercato locale), la fabbricazione delle pietre artificiali (13 novembre 1868), avendo cura di porre al corrente i lettori delle nuove tecnologie che metterebbero in grado queste industrie di aumentare il proprio impatto sul mercato interno. Non solo però all'applicazione di nuovi mezzi meccanici è affidato il compito di concorrere al progresso delle industrie nazionali: divisione del lavoro, specializzazione delle industrie, aumento della produzione, scelta delle produzioni più consone alla natura del paese, smercio dei prodotti ed estensione del mercato sono i punti principali individuati per "il miglioramento dell'attuale stato di prostrazione economica tanto deplorato" (Delle condizioni indispensabili al progresso delle industrie italiane, 12 maggio 1869 e sgg.). Alla classe politica è richiesto di concorrere a questa monumentale opera di risanamento attraverso provvedimenti di politica economica mirati, al primo posto dei quali il periodico pone l'abolizione del corso forzoso, che agisce negativamente sulla vita economica del paese come un dazio protettivo: "La libertà di commercio fa sì che ciascun popolo indirizzi la sua attività ed il suo capitale a quella industria per la quale fu da natura specialmente favorito ed i suoi prodotti così vantaggiosamente ottenuti concambiando con quelli delle altre nazioni, può avere con assai minor lavoro tutte quelle comodità che avrebbe avute se tutte le industrie fosse stato costretto a esercitare. È l'associazione di tutte le nazioni nel lavoro, nella quale ciascuna mette in come tutti i suoi vantaggi naturali, l'effetto della libertà di commercio; il protezionismo invece conduce all'isolamento, allo sterilimento delle forze produttive" (Il corso forzoso, 9 febbraio 1869).
Contro il pauperismo dilangante fra le classi popolari il foglio esalta quei mezzi che "pongono per base alla rigenerazione del proletariato industriale l'opera soltanto della classe che soffre, non domandando, anzi rifiutando il concorso delle classi superiori" (Cooperazione e beneficienza, 13 ottobre 1868); oltre ai vantaggi della cooperazione e del mutuo soccorso diffonde la necessità della previdenza e del risparmio "onde premunirsi nei giorni felici contro i pericoli che incessantemente minacciano gli operai" (Delle Casse di risparmio, 11 settembre 1868 e sgg.).
Nel numero del 31 dicembre 1869, senza motivare in alcun modo la decisione, informa i lettori della cessazione delle pubblicazioni.
C. Ro.
Raccolte: CR007: 1868-1869.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/pereco/schede/593/