Assumendo come precetto le parole dell'economista ligure Gerolamo Boccardo, "la civiltà e la potenza di un popolo possono fino a un certo segno misurarsi dalla quantità e dalla bontà delle sue vie di comunicazione", il foglio si propone di consacrare "tutte le proprie forze al maggiore possibile sviluppo e miglioramento delle comunicazioni, vale a dire della viabilità", affermando che "tutto ciò che dà impulso e incremento alle ferrovie a vapore e a cavalli, alle strade nazionali, provinciali e comunali, al servizio dei piroscafi, messaggerie, servizi postali, omnibus, cittadine, poste, telegrafi, ecc., diventa […] un movente di progresso, di civiltà e di ricchezza" (Una parola di programma, 21 aprile 1877).

Invocando la collaborazione di autorità locali, delle Camere di commercio nonché del Ministero dei lavori pubblici, la Direzione del giornale afferma di essersi posta come compito principale di controllare innovazioni e riforme introdotte nei diversi servizi di trasporto.

Malgrado il dichiarato interessamento verso l'intero settore dei trasporti, il foglio dedica quasi interamente l'attenzione allo sviluppo e alla gestione del mezzo ferroviario (cfr. Il controllo delle ferrovie, 3 maggio 1877, Una ferrovia veramente economica, 9 maggio 1877).

Nel far questo, alterna disamine generali a temi legati a realtà locali: cfr., rispettivamente, la serie sulle Cause ed effetti delle questioni ferroviarie (23 giugno 1877 e sgg.) e quella più nutrita Discussioni ferroviarie (28 giugno 1877 e sgg.) e Convenzione con la ferrovia Milano-Incino-Erba, 23 giugno e 28 agosto 1877). Si occupa saltuariamente anche delle linee tranviarie urbane, fra cui soprattutto quelle di Milano (cfr. Tramway dentro Milano, 24 maggio 1877).

Gli articoli non sono firmati.

M. Te.

Raccolte: MI120: 1877.

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