92. L'Apicoltore
Sottotitolo | Nessuno, poi Giornale dell'Associazione centrale d'incoraggiamento per l'apicoltura in Italia poi Periodico dell'Associazione centrale d'incoraggiamento per l'apicoltura in Italia. |
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Luogo | Milano. |
Durata | Gennaio 1868 (a. I, n. 1) - novembre/dicembre 1919 (a. LII, n. 11-12*). |
Periodicità | Mensile. |
Direttore | Nessuno, poi Andrea de Rauschenfels poi Vincenzo Asprea. |
Gerente | A. Visconti di Saliceto (redattore e gerente) poi Paolo Vanossi poi A. Piccioni. |
Editore | Associazione generale d'incoraggiamento per l'apicoltura in Italia. |
Stampatore | Milano, Tip. del Patronato poi Tip. Guigoni poi Tipo.-Lit- L. Zanaboni e Gabuzzi poi Scuola Tipo.-Lit. "Figli Provvidenza". |
Pagine | 36. |
Formato | 22x14 cm poi 25x17 cm poi 24x15 cm. |
Note | Contiene numerose illustrazioni e fotografie. |
Per oltre 50 anni la rivista «LApicoltore» viene pubblicata in qualità di organo ufficiale dellAssociazione centrale dincoraggiamento per lapicoltura in Italia, fondata a Milano nel 1867, la quale, "aliena dallidea di qualsiasi guadagno, promette unico suo scopo essere quello dincoraggiare presso di noi nel miglior modo questa industria,... anche attraverso la pubblicazione di un giornale che dia i ragguagli sullandamento della coltivazione e generalizzi pratici insegnamenti, prendendo sempre di mira la massima economia circa alle arnie da consigliarsi al contadino" (Brevi cenni sullorigine dellAssociazione e programma del giornale apistico, gennaio 1868).
La rivista, con poche variazioni nel corso dei suoi lunghi anni di pubblicazione, organizza il proprio contenuto in poche rubriche a carattere fisso: Cronaca mensile (nella quale si riportano le notizie concernenti lAssociazione), Parte pratica (che vuole essere una guida alle operazioni mensili di apicoltura), Parte teorica (sulle origini, le abitudini, e in una parola la storia naturale del mirabile insetto), Nuove pubblicazioni apistiche (contenente il resoconto delle opere italiane e straniere in materia) a cui si aggiunge nel corso degli anni, motivata dal sempre maggiore sviluppo richiesto dal cresciuto numero dei soci che si applicano allindustria apistica, la rubrica di carattere tecnico pratico Ai novizi. La parte restante della rivista viene destinata a raccogliere relazioni su congressi ed esposizioni di apicoltura nonché articoli originali o tradotti sullargomento, fra i primi dei quali si ricordano in particolar modo quelli firmati da Flaminio Barbieri, Gaetano Barbò, Achille Cadolini, Balsamo Crivelli, Angelo Dubini, Andrea Rauschenfels e A. Visconti di Saliceto, assidui collaboratori della rivista.
Fra gli articoli di maggior interesse pubblicati nei primi anni, e che prendono in esame questioni a lungo dibattute sulle pagine della rivista, si segnalano: Considerazioni su alcune cause dei decadimento dellapicoltura in Italia e sul modo di rimediarvi, maggio 1868 (sui problemi inerenti lo scarso consumo nazionale di miele e la cospicua importazione di cera dallestero, a causa dei quali gli apicoltori non trovando come smerciare il loro miele, rinunziano alla coltivazione dellinsetto che lo raccoglie, e generale diventa luso della soffocazione per raccoglierne i prodotti, mettendo sul commercio un prodotto che per la nessuna cura con cui è preparato non è né buono né sano); Ippolito Pestellini, La tassa di ricchezza mobile allapicoltura razionale, novembre 1874 (sullinopportunità e i danni che linclusione del reddito derivato dallapicoltura razionale fra i redditi sottoposti alla tassa di ricchezza mobile arreca ad unindustria ancora poco sviluppata, e il cui effetto può essere unicamente quello di farla abortire in chi la esercita e di distoglierne lesercizio in chiunque senta un poco di stimolo ad aggiungere alle industrie agricole anche questa) e, sempre sullargomento, F. Barbieri, La tassa di ricchezza mobile applicata allapicoltura, maggio 1891; A. Dubini, Lapicoltura. Sua importanza nelleconomia rurale, settembre 1880. Nel giugno 1877 il periodico pubblica la Relazione intorno alle condizioni dellapicoltura in Italia nel quinquennio 1870-1874 pubblicata dal R. Ministero dagricoltura, industria e commercio.
Nel gennaio 1878, allingresso dei suo undicesimo anno di vita, nella consueta Cronaca mensile dapertura G. Barbò si esprime con soddisfazione riguardo alla positiva opera esercitata in passato dallAssociazione e dal suo organo per la diffusione dellapicoltura moderna basata su principî razionali, e caldeggia per il futuro lattuazione di un compito ancora più utile e importante, riguardante il progresso dellapicoltura popolare: I maestri comunali, la diffusione dappositi libri, listruzione orale, i premi, le ricompense pecuniarie saranno i mezzi. La linea di condotta sarà: non domandare che lessenziale, progredire per gradi e lentamente. Nelle cognizioni il pochissimo a tutti accessibile, il solo necessario a persuadere dellutilità delle proposte, delle modificazioni e a metterle in pratica. Ma, dopo oltre un decennio, la rivista deve ammettere le grandi difficoltà incontrate nellattuazione di un simile progetto: «LApicoltore» si era proposto di spargere il seme di buone pratiche di coltivazione fra le popolazioni rurali... ma tutti i suoi sforzi erano e saranno poco fruttuosi senza la cooperazione della classe colta della nazione, che sola legge giornali e intende ciò che legge... Se anche infatti il periodico si facesse piccino piccino e consacrandosi esclusivamente allapicoltura popolare, si limitasse esclusivamente a divulgare le nozioni più elementari di tale ramo apicolo, questo a nulla gioverebbe: i nostri buoni villici non leggono giornali, né grandi né piccini. Se pertanto lapicoltura popolare non ha trovato la desiderata diffusione, la causa, nonché nellindirizzo del giornale, si deve cercare in altre ben diverse circostanze: nella mancanza di protezione e di efficace incoraggiamento del governo, che crea per ogni dove poderi modello, manda conferenzieri nei centri agricoli e viticoli, elargisce sovvenzioni e premi, promuove esposizioni, favorisce lindustria e ogni ramo dellagricoltura allinfuori di quello pur esso importante dellapicoltura; e poi nellapatia dei comizi agrari, e in molta parte degli apicoltori stessi, che né a mezzo della stampa quotidiana locale, né colle parole e collesempio cercano di fare proseliti (Cronaca mensile, gennaio 1891; sempre sullargomento si veda la serie di articoli pubblicati a partire dal gennaio 1898 e firmati da F. Barbieri dal titolo La coltivazione popolare delle api a favo fisso per gli apicoltori agricoli; e ancora, Dellinsegnamento apistico popolare e delle stazioni apistiche sperimentali, giugno 1903 e Apicoltura proletaria, gennaio 1908).
Con lingresso nel nuovo secolo, la rivista non subisce alcun mutamento né dal punto di vista programmatico, né da quello dellorganizzazione interna delle rubriche, continuando a svolgere la sua funzione principale di divulgatore della teoria e pratica apistica, funzione che assolve, in special modo, col procurare la conoscenza delle migliori pubblicazioni che pervengono a sua conoscenza (Varietà, gennaio-febbraio marzo 1919).
C. Ro.
Raccolte: MI120: 1868-1919.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/pereco/schede/92/