95. L'Arte ceramica e vetraia

Sottotitolo Rivista mensile delle industrie ceramiche e vetraie italiane e relativi commerci.
Luogo Milano.
Durata Gennaio 1907 (a. I, n. 1) - gennaio/maggio 1914 (a. VIII, n. 83-87). Alcuni numeri sono doppi.
Periodicità Mensile.
Direttore Pietro Nebbia.
Stampatore Milano, Tip. Lanzani poi Tip. Antonini e C. poi Officine Tipo-rilievografiche.
Pagine Da 16 a 26.
Formato 34x24,5 cm.
Note Alcune pagine sono dedicate agli spazi pubblicitari

Come viene segnalato nel Programma (gennaio 1907) la rivista - fondata in un momento che vede lo "sviluppo crescente" delle industrie artistiche ceramiche e vetrarie in Italia - intende farsi portavoce delle richieste, dei problemi, degli interessi di produttori, negozianti ed esportatori del settore; il modello di riferimento è "un giornale industriale e moderno, sul tipo dei migliori del mondo anglo-sassone e tedesco". Viene esplicitamente rilevato come il successo dell'iniziativa, dato il carattere di indipendenza della rivista, sia strettamente legato all'interesse e alla collaborazione dei lettori, vale a dire all'abbondanza di interventi e di inserzioni pubblicitarie; in compenso, la direzione si impegna a pubblicare un numero redatto in varie lingue in funzione degli esportatori esteri.

La rivista è divisa in due sezioni, rispettivamente dedicate all'arte ceramica e all'arte vetraria. Riporta resoconti sullo stato delle industrie del settore ("Dalle fabbriche"), articoli di carattere tecnico ("Note tecniche"), notizie su esposizioni e mostre in Italia e all'estero e statistiche sul numero dei fabbricanti e sugli scambi commerciali, segnala costituzioni, fallimenti e bilanci di società ("Gazzettino"), dedica una rubrica al collezionismo ("L'amatore") e un'altra allo sviluppo e alle novità delle industrie ceramiche e vetrarie in Gran Bretagna, Francia ("Echi dell'estero").

Il periodico si occupa anche di problemi di congiuntura economica generale (cfr. ad esempio, Topografia industriale, agosto 1909; La crisi nell'industria vetraria in Italia, giugno-luglio 1910; L'industria vetraria in Italia, ottobre-novembre 1912), di problemi finanziari (Il credito nel commercio di esportazione, agosto 1909), di legislazione sociale (Le industrie insalubri e pericolose nei riguardi del lavoro delle donne e dei fanciulli, agosto 1909). Auspica inoltre un processo di organizzazione tra gli industriali (Ancora sull'organizzazione, maggio 1907) e presta costante attenzione alle vertenze, agli scioperi, ai congressi dei lavoratori occupati nel settore, dichiarandosi antisocialista, ma ritenendo altresì che l'organizzazione operaia, "malgrado i suoi abusi che bisogna reprimere, è necessaria al sano svolgimento delle grandi industrie" (L'organizzazione, aprile 1907); tuttavia, con il rafforzamento della organizzazione sindacale durante il primo decennio del '900 e, soprattutto, dopo la crisi economica del 1907-8 che coinvolge anche le industrie ceramiche e vetrarie, nel giornale si infittiscono gli interventi contro il dilagare degli scioperi e la piega che va assumendo la protesta operaia (Operai di buon senso, ottobre 1909; Quo vadis, febbraio 1910; Vittorie di Pirro, novembre 1910; Follia ribelle, gennaio 1911). Fedele alle istanze del liberismo economico, la rivista ritiene che la concorrenza vada sì limitata, ma non impedita, e si batte contro la formazione dei trusts, dannosi anche sotto il profilo tecnico (I trusts e le industrie ceramiche e vetrarie in Italia, marzo 1907).

Nonostante la direzione dichiari che la rivista ha buona accoglienza, periodicamente si lamenta la scarsa cooperazione dei lettori, attribuendola alla inadeguata valutazione dell'importanza della pubblicità da parte degli industriali italiani (Anno II, gennaio 1908) e allo stato di "quietismo" e di "sonno letargico" in cui lo sviluppo del ramo ceramico e vetrario procede, per il tarlo del protezionismo e del "trustismo" (Interessamento, aprile-maggio 1908).

Tra i collaboratori si ricordano Domenico Spadaccio, Francesco Rolandi, Luigi Mosca, Carlo Merkl.

I. Pi.

Raccolte: MI120: 1907-1914.