Facit LX - calcolatrice - industria, manifattura, artigianato
Facit
Descrizione
Calcolatrice in metallo verniciato di nero, costituita da una base poggiante su quattro piedini, un coperchio di forma trapezoidale che racchiude il meccanismo di funzionamento e il carrello del traspositore esterno e scorrevole, anch'esso con copertura in metallo. Nella parte anteriore, in basso, si ha la tastiera ridotta costituita da due file di tasti con cifre da 0 a 9 più i tasti per lo spostamento dei decimali (spostamento a destra e a sinistra del carrello). I tasti sono protetti da una maniglia in metallo utilizzata per il trasporto. Appena sopra la tastiera si ha un contatore a dieci colonne (per i giri della manovella e il risultato delle divisioni). Sul carrello scorrevole si hanno il totalizzatore a venti colonne dove leggere i risultati delle altre operazioni e un indicatore a dieci colonne che costituisce il sistema di controllo della cifra impostata (registro impostazione). Lateralmente, in corrispondenza della parte fissa, si hanno una manovella con due posizioni di fermata e una leva per azzerare il contagiri. Sul carrello scorrevole si hanno due piccole manovelle per azzerare gli altri due registri. Togliendo la copertura sono visibili i pioli che vengono premuti agendo sui tasti, il meccanismo che li collega e il meccanismo rotante che permette l'avanzamento delle ruote, azionato mediante la manovella.
Funzione: Esecuzione di operazioni matematiche.
Modalità d'uso: Per addizionare: si porta il carrello tutto a sinistra poi si premono sui tasti le cifre del primo addendo e si gira una volta la manovella in senso orario, poi si premono le cifre del secondo addendo e si gira di nuovo la manovella. Sul totalizzatore si legge il risultato, il contagiri indica il numero di addendi sommati. Se gli addendi sono numeri decimali occore impostarli, prima di fare i conti, sia sul totalizzatore che sull'indicatore di controllo della cifa impostata. Allo stesso modo si procede per le sottrazioni girando però la manovella in senso antiorario. Quando si preme un tasto corrispondente ad una cifra, sulla ruota corrispondente viene sollevato un uguale numero di pioli. Ruotando la manovella in senso orario, tutte le ruote girano contemporaneamente e permettono l'avanzamento della ruota del totalizzatore esattamente del numero di pioli impostato per ogni cifra, eseguendo in questo modo la somma. Ruotando in senso antiorario la ruota del totalizzatore va all'indietro e si ottiene così la differenza. Le moltiplicazioni si eseguono come addizioni successive (ruotando la manovella in senso orario tante volte quanto è il moltiplicatore e spostando il carrello per moltiplicare decine, centinaia, migliaia, ecc). Le divisioni si ottengono per sottrazione: si porta il carrello il più a destra possibile, si premono le cifre del dividendo e si trasferiscono al totalizzatore con un giro orario di manovella, si azzera l'1 nel contagiri, si premono le cifre del divisore (incolonnando le cifre a sinistra) e si gira la manovella in senso antiorario, al passaggio dallo zero la calcolatrice si sposta direttamente sul nove della decade più alta, si sposta il carrello a sinistra e si procede, quando il dividendo scompare dal totalizzatore il quoziente è il numero che si legge nel contagiri. Regola dei decimali: nella divisione, il numero dei decimali è uguale alla differenza tra il numero dei decimali del totalizzatore e quello del registro impostazione.
Notizie storiche: Nel 1623, Wilhelm Schickar costruì il primo prototipo di una calcolatrice, chiamato Orologio calcolatore, di cui restò traccia solo in lettere a Giovanni Keplero. Circa 20 anni dopo, nel 1642, il matematico francese Blaise Pascal inventò il dispositivo di calcolo denominato Pascalina che permetteva di eseguire addizioni. Tra il 1671 e il 1694, il matematico tedesco Gottfried Leibniz si dedicò allo sviluppo dell'addizionatrice di Pascal realizzando la prima macchina calcolatrice in grado di eseguire anche le moltiplicazioni grazie ad un innovativo meccanismo chiamato traspositore, basato su un cilindro a scalini con rilievi di diversa lunghezza, che permetteva la ripetizione automatica dell'addizione, ottenendo la moltiplicazione senza la necessità della continua reimpostazione dei numeri. All'inizio del secolo successivo, l'italiano Giovanni Poleni introdusse un nuovo traspositore, basato su una ruota con pioli sporgenti mobili. Questi due dispositivi furono alla base di quasi tutte le macchine in grado di eseguire moltiplicazioni realizzate nei secoli seguenti. Nel 1874 lo svedese Willgodt T. Odhner brevettò, a San Pietroburgo, una calcolatrice basata su un sistema di ruote a pioli sporgenti, rotanti su uno stesso asse azionato a manovella. Tutte le calcolatrici meccaniche ripresero questo principio, comprese le Facit. Nel tempo vennero introdotte numerose innovazioni quali l'uso della tastiera, estesa o ridotta, e dell'addizionatore intermedio per il controllo dei dati. Da subito però la ricerca si rivolse all'automazione delle macchine da calcolo e allo sviluppo di calcolatrici alimentate elettricamente. Già nel 1882 Herman Hollerith realizzò al MIT le prime macchine calcolatrici elettriche a schede perforate. Le calcolatrici a manovella dominarono il mercato da ufficio dagli anni '30 agli anni '70 del XX secolo, sostituite successivamente da quelle elettroniche. Nel 1971 venne introdotta sul mercato la prima calcolatrice portatile, la Sharp EL-8 commercializzata anche come Facit 1111. Da allora l'evoluzione delle calcolatrici portatili da parte delle aziende costruttrici quali HP e Texas Instruments, si arricchì sempre più di funzioni fino a diventare veri e propri computer palmari. Questo modello della Facit venne prodotto dal 1938 al 1954 ed era già di tipo evoluto con tastiera ridotta e controllo della cifra impostata. Questa calcolatrice Facit LX, prodotta nel 1942 come si può ricavare dal numero di serie ed importata dalla Ditta E. Lagomarsino di Milano, venne utilizzata dagli operatori degli Uffici Tecnici e Amministrativi delle Ferrovie Nord Milano.
Autore: Facit (costruttore) (1924-1973)
Datazione: ca. 1942
Materia e tecnica: metallo; plastica
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Collocazione
Saronno (VA), Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2008)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/6t020-00003/
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