Lesaphon Antares/ Lesa LF 530 - giradischi - industria, manifattura, artigianato
Lesa
Descrizione
Questo giradischi è contenuto in una fonovaligia in legno ricoperta in pelle bordeaux. La valigia ha maniglia in gomma per il trasporto e dispositivo di chiusura in metallo. All'interno del coperchio è alloggiato un cilindro in plastica per l'incolonnamento di più dischi 45 giri simultaneamente per l'uso con il cambiadischi. Aperto il coperchio, si trova il giradischi vero e proprio posizionato su un piano in legno ricoperto in pelle grigia in posizione ribassata rispetto alla parte comprendente l'altoparlante e i comandi. Il giradischi è a quattro velocità con rivelatori equalizzati piezoelettrici e puntina in zaffiro. Poggia su un piano in metallo ed è costituito da un piatto girevole in metallo ricoperto con un tappetino in gomma antiscivolo e un braccio in metallo con gancio per il bloccaggio. Sull'estremità libera del braccio è inserita la puntina con il trasduttore piezoelettrico con il trasduttore piezolettrico. Un altro braccio in metallo permetteva l'uso automatico con più dischi sovrapposti (cambiadischi Lesa Cadis). Vicino al braccio reggi puntina è inserito un deviatore per la selezione della modalità d'uso: ascolto o registrazione. Dalla parte opposta, sempre sul piano del giradischi, è presente la manopola per la selezione della velocità di rotazione del piatto: 16, 33, 45, 78 giri. Dal piano del giradischi fuoriesce il cavo di collegamento alla rete elettrica. Accanto al giradischi vi è una parte più alta contenente l'altoparlante protetto, verso l'esterno, da una griglia in plastica bianca. All'interno oltre all'altoparlante sono inseriti il motorino per il funzionamento del piatto girevole e l'amplificatore su circuito stampato. Nella parte superiore si trovano i comandi d'uso: un deviatore per l'accensione, due commutatori per la regolazione del volume e dei toni, una spia di funzionamento, una presa per il collegamento ad un registratore a nastro e due boccole per i collegamenti ad apparecchiature complementari stereo. Lateralmente è inserito un trimmer per la variazione della tensione di alimentazione. Sotto alla valigia sono presenti due griglie d'areazione. Potenza d'uscita: 3,5W indistorti.
Funzione: Riproduzione di suoni incisi su dischi fonografici a 16, 33, 45, 78 giri. Registrazione su nastri magnetici.
Modalità d'uso: Collegare l'apparecchio alla rete elettrica. Porre il disco sul piatto rotante, selezionare la velocità di rotazione. Portare la puntina sul primo solco esterno del disco. La vibrazione della puntina sul solco del disco in rotazione viene trasformata in un segnale elettrico dal trasduttore piezoelettrico che viene inviato ad un amplificatore e quindi all'altoparlante. Per utilizzare il cambiadischi inserire una pila di massimo 8 dischi sul perno centrale (con l'adattatore se si tratta di 45 giri), posizionare il braccio pressadischi sopra la stessa pila di dischi, si fa partire la prima riproduzione, il dispositivo sgancerà poi automaticamente un disco dopo l'altro, avvicinando ed allontanando il braccio con la puntina quando necessario.
Notizie storiche: La registrazione e riproduzione del suono ha inizio nel 1877 con il fonografo di Edison che utilizzava cilindri incisi come supporti. Nel 1889 invece venne brevettata da Bell e Tainter e successivamente rivisitata da parte di Berliner, la registrazione per incisione su dischi in gommalacca. Dopo un po' di sperimentazione, Berliner lanciò commercialmente l'apparecchio e i primi dischi, incisi su un solo lato, nel 1892. Nel 1908 venne lanciato il disco inciso su due lati che aumentava la durata dell'ascolto. Questa caratteristica e il prezzo contenuto decretò il successo della tecnologia del disco. Dopo i primi dischi 78 giri in gommalacca fu la volta dei dischi in vinile (PVC), introdotti nel 1948 negli Stati Uniti. Meno fragili, di diverso formato (16, 33, 45, 78 giri), con meno fruscii, decretarono la grande diffusione degli apparecchi per la riproduzione. La riproduzione avveniva ponendo il disco su un piatto rotante fatto girare a velocità costante e predefinita. La rotazione del disco era assicurata da diverse tipologie di trasmissione (a molla, con motorino e cinghia, con pulegge, a trazione diretta, ecc). La riproduzione era poi affidata alla puntina di lettura appoggiata sul disco inciso. La puntina era parte di un fonorivelatore, detto "pick-up", montato sul braccio del giradischi e costituito da una cartuccia comprendente la puntina di lettura e il relativo trasduttore elettromeccanico o piezoelettrico. In questo modo la vibrazione della puntina sul solco del disco in rotazione veniva trasformata in un segnale elettrico poi inviato ad un amplificatore e quindi all'altoparlante. La riproduzione meccanica del suono, vibrazione della puntina trasmessa ad una membrana che riproduceva il suono, diventa riproduzione elettromagnetica. Dopo la Seconda Guerra Mondiale con la grande espansione dell'industria discografica, si ebbe una grande diffusione dei giradischi che divennero oggetti comuni in tutte le case. A metà degli anni sessanta iniziò la produzione delle audiocassette, destinate a sottrarre parte del mercato ai dischi in vinile per la loro semplicità d'uso e il basso costo. Dagli anni '90, l'avvento delle tecnologie digitali ha relegato il vinile ad un mercato di nicchia costituito di appassionati o per usi specifici come ad esempio i dj. Prezzo di listino di quello modello: Lire 57.000 nel 1963-66.
Autore: Lesa (progettista/ costruttore) (1929-1971)
Datazione: ca. 1963 - ca. 1966
Tipologia: fonovaligia
Materia e tecnica: plastica; metallo; gomma; legno
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 47 cm x 40 cm x 23 cm
Collocazione
Saronno (VA), Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese
Riferimenti bibliografici
Radio Televisione "Radio Televisione Elettroacustica 1964-65", Milano 1964, p. 371
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2008)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/6t020-00044/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).