Radioricevitore - industria, manifattura, artigianato

Lesa

Radioricevitore - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Apparecchio radio di forma semisferica in plastica rossa. Lateralmente è inserita un cinghia in pelle per il trasporto. La parte anteriore della semisfera è in plastica nera ed è quasi completamente occupata dall'altoparlante. Comprende inoltre una rotella per la selezione delle frequenze (da 0,56 a 1,6 MHz in MW) e una rotella per l'accensione e la regolazione del volume. L'apparecchio poggia su un disco in plastica rossa e può essere posizionato con l'inclinazione desiderata.

Funzione: Ascolto di programmi radiofonici attraverso la ricezione di frequenze radio a onde medie. Funzionamento a batterie.

Notizie storiche: Il transistor nasce negli Stati Uniti alla fine del 1947. Frutto di una lunga ricerca condotta presso i Bell Laboratories da W. Shockley, J. Bardeen e W. Brattain, che per questo risultato guadagneranno il premio Nobel nel 1956. Il nome transistor (combinazione di TRANSconductance varISTOR) fu suggerito da un altro ingegnere dei Bell Labs. La teoria che sta alla base del funzionamento dei transistor è la teoria delle bande nei semiconduttori. Dopo molti anni di radio a valvole di grandi dimensioni, nel novembre del 1954 venne commercializzato il primo apparecchio radio interamente a transistor: il "Regency TR-1" della I.D.E.A. (Industrial Development Engineering Associates) di Indianapolis con i transistor e agli altri componenti elettronici montati e saldati sulla piastrina di un circuito stampato in maniera automatizzata e custodia in plastica stmpata a caldo. Inizialmente i transistor costavano molto più delle valvole; inoltre, c'erano palesi limiti in riferimento all'essere adatto alle alte frequenze. Il primo vero ricevitore tascabile, il modello Sony TR-63, fu prodotto nel marzo del 1957, in Giappone, con tutti componenti miniaturizzati. Nel decennio che va dal 1955 al 1965 si assiste ad un veloce sviluppo tecnologico e commerciale della radio a transistor: dalle prime costose radio tascabili basate sui delicati e instabili transistor al germanio ed alimentate con pile speciali, fino alle prime radio a circuiti integrati, i multibanda AM/FM ed i complessi stereofonici con parecchi Watt di potenza d'uscita, equipaggiati con robusti transistor al silicio. I due settori in cui le radio a transistor ebbero contemporaneamente successo furono le radio portatili e le autoradio. La ragione di ciò sta nella possibilità di adottare dimensioni molto minori e, soprattutto, le ridottissime richieste di energia: non era più necessario occuparsi del riscaldamento del catodo. In dieci anni le radio a valvole vengono accantonate. I prezzi cominciarono a diminuire velocemente ma anche la qualità, facendo diventare le "radioline" oggetti di consumo quasi "usa e getta". Anche le industrie radio italiane, con l'avvento del transistor, dalla fine degli anni 50 iniziarono a produrre apparecchi radio completamente a transistor di dimensioni per lo più da tavola ma anche di formato tascabile.

Autore: Lesa (progettista/ costruttore) (1929-1971)

Datazione: ca. 1968 - ca. 1971

Materia e tecnica: plastica / tecniche varie; metallo / tecniche varie; pelle / tecniche varie

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 13.5 cm x 13.5 cm x 13.5 cm

Collocazione

Saronno (VA), Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2008)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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