Incis Gamma - fonoriproduttore per auto - industria, manifattura, artigianato

INCIS

Incis Gamma - fonoriproduttore per auto - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Apparecchio di forma parallelepipeda in metallo e plastica. All'interno dell'apparecchio sono inseriti i circuiti di funzionamento del radioricevitore, il motorino per il trascinamento del nastro. Sul retro sono inseriti i connettori all'impianto elettrico dell'autoveicolo. Sulla parete frontale sono inseriti il vano in cui si inserisce la musicassetta (caricatore a nastro magnetico), la scala di sintonia dell'apparecchio radio (onde lunghe da 160 a 270 KHz, onde medie da 6 a 16 KHz, Fm da 87 a 108 MHZ) e i relativi comandi. Il vano porta musicassetta è protetto da uno sportellino apribile e all'interno sono visibili i due fusi dove si incastra la cassetta stessa e che permettono l'avanzamento del nastro magnetico e la testina. Sopra alla banda di sintonia due pulsanti permettono la selezione delle gamma d'onda in modulazione d'ampiezza (OL, OM) o di frequenza FM. Tra la banda di sintonia e il vano per l'musicassetta una leva/pulsante permetta l'avanzamento del nastro magnetico e l'espulsione dell'musicassetta. Accanto a questa maschera frontale si hanno due potenziometri doppi che permettono, rispettivamente, accensione e regolazione del volume e regolazione dei toni, sintonia della frequenza radio e bilanciamento delle uscite desta e sinistra.

Funzione: Ascolto di programmi radiofonici attraverso la ricezione di frequenze radio ad onde medie e lunghe a modulazione di ampiezza e in modulazione d'ampiezza e riproduzione di suoni registrati su nastro magnetico in musicassette, a bordo di autoveicoli.

Notizie storiche: L'autoradio nasce nel 1930 negli Stati Uniti, ad opera dei fratelli Paul e Joseph Galvin che progettano e realizzano l'autoradio Motorola 5T71. Nel 1932 la Blaupunkt realizza il primo modello in Europa, la AS5. Autoradio di grosse dimensioni che veniva collocata nel bagagliaio dell'auto. La nascita del transistor alla fine degli anni '40 dà una grossa spinta al mercato delle autoradio. La ragione di ciò sta nella possibilità di adottare dimensioni molto minori e, soprattutto, nelle ridottissime richieste di energia: non è più necessario occuparsi del riscaldamento del catodo come per le radio a valvole. La prima autoradio completamente a transitor è la Montecarlo della Becker, prodotta negli anni '60. Nelle autoradio vengono inseriti anche riproduttori a nastro magnetico in cassette che, in alcuni casi, potevano anche registrare direttamente dalla radio. Le prime autoradio con lettore di musicassette vengono realizzate dalla Philips nel 1963. Negli anni '60-'70 era anche diffuso un altro standard di registrazione audio su nastro magnetico in cassette: lo Stereo 8. In Europa però questo standard non ha avuto un grande successo, superato dalla concorrenza della musicassetta. Già a metà degli anni '70 era poco diffuso e il formato Stereo 8 viene definitivamente abbandonato nel 1983. Per molto tempo i due pomelli posti frontalmente per la regolazione della sintonia e del volume, rimangono caratteristici delle autoradio. Agli inizi degli anni '70, l'invenzione del microprocessore a cura dell'italiano Federico Faggin e degli americani Ted Hoff e Stanley Mazor, permette la ricerca e memorizzazione delle stazioni radio. L'evoluzione è poi rapida: autoreverse, funzioni Dolby, ricerca dei brani per le audiocassette, frontalino estraibile (il primo realizzato nel 1980 dalla Bensi, azienda italiana). A metà degli anni '80 le audiocassette iniziano ad essere sostituite con i CD. Oggi sono apparecchi sempre più sofisticati che possono contenere anche lettori MP3 con attacco USB, lettore DVD, GPS, TV. Sono diventati in realtà dei piccoli computer con hard disk.

Autore: INCIS (progettista/ costruttore) (1953-)

Datazione: ca. 1975 - ca. 1985

Tipologia: giranastri per auto a musicassetta/ a transistor

Materia e tecnica: plastica; metallo

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 18 cm x 18.5 cm x 5 cm

Collocazione

Saronno (VA), Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2008)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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