Incis 1014 per registratori a nastro - meccanica per registratore a nastro magnetico - industria, manifattura, artigianato
INCIS
Descrizione
Apparato a sviluppo verticale. Su una piastra in plastica sono collocati due fusi per l'inserimento di bobine di nastro magnetico che vengono tenute in posizione da due tappi in gomma nera. Sotto ai fusi sono disposte le testine di registrazione e riproduzione tra le quali scorre il nastro magnetico. Sotto sono inseriti una serie di comandi. Un selettore per l'accensione e la selezione della velocitàtà di riproduzione 4.75, 9.5, 19cm/sec un contagiri a numeri con pulsante di azzeramento, cinque tasti per fermare il nastro (stop), avviare la registrazione (rec), avviare la riproduzione (start/play), riavvolgimento veloce, avanzamento veloce. Accanto si trova una spia che indica il funzionamento. Lateralmente sono inseriti due commutatori per la regolazione dei toni e del volume e tre prese di cui due a cinque poli per il collegamento di un microfono e di una radio ed una presa a due poli per un altoparlante esterno. Sull'altro lato si ha una griglia di aerazione in plastica. Il retro è senza copertura e permette la visione dei circuiti elettrici a transistor, del motore a due poli a induzione, della bobina dell'altoparlante (mancante), tre diverse coppie di boccole per tre diverse tensioni di alimentazione. E' anche collegato il cavo di alimentazione di rete.
Funzione: Meccanica per assemblare un registratore a nastro magnetico di tipo verticale. Massima dimensione delle bobine: 7".
Notizie storiche: La registrazione e riproduzione del suono ha inizio nel 1877 con il fonografo di Edison che utilizzava cilindri incisi come supporti. Nel 1889 invece venne brevettata da Bell e Tainter e successivamente rivisitata da parte di Berliner, la registrazione per incisione su dischi in gommalacca. Dopo un po' di sperimentazione, Berliner lanciò commercialmente l'apparecchio e i primi dischi, incisi su un solo lato, nel 1892. Nel 1898 venne invece brevettato il primo sistema di registrazione del suono su una sottile lamina d'acciaio: il telegrafono di Valdemar Poulsen permetteva di trasformare le pulsazioni binarie generate da una bobina magnetizzata da impulsi telegrafici. Solo nel 1947 si arrivò all'invenzione, da parte di Arrigo Castelli, del magnetofono. Castelli ideò prima la registrazione su filo d'acciaio e successivamente quella su nastro magnetico. Fondò anche la "Magnetofoni Castelli" per la loro produzione. Anche la "Geloso" produceva magnetofoni su licenza Castelli. Il nastro magnetico era avvolto su bobine difficili da caricare e facilmente soggette a danneggiamento. A metà degli anni sessanta iniziò la produzione delle cartucce e delle audiocassette (musicassette), destinate a sottrarre parte del mercato ai registratori a nastro magnetico (oltre che ai dischi in vinile), per la loro semplicità d'uso e il basso costo.
Autore: INCIS (progettista/ costruttore) (1953-)
Datazione: ca. 1968 - ca. 1970
Materia e tecnica: plastica; metallo; gomma
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 35 cm x 17 cm x 28 cm
Collocazione
Saronno (VA), Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2008)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/6t020-00076/
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