Roccatrice per filati - industria, manifattura, artigianato

F. Arduini

Roccatrice per filati - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Su un piedistallo in ferro è posizionato un dispositivo in metallo costitutito da un motorino elettrico collegato con una cinghia ad una puleggia che trasmette il moto rotatorio ad un albero motore che termina con un portarocca nel quale è inserito il tubetto sul quale verrà avvolto il filato per formare la rocca. Questo proviene da un'altra rocca posta in un piolo nella parte bassa del piedistallo Tra le due rocche si trova un tendifilo costituito da un anello in metallo in cui passa il filato e una serie di barrette metalliche che fungono anche da stribbia meccanica (ovvero una fessura calibrata che impedisce il passaggio di difetti aventi una dimensione maggiore rispetto alla regolazione della stribbia). Anche il tendifilo è collegato alla puleggia e si sposta lateralmente in maniera automatica per riempire tutte le parti del fuso superiore in maniera regolare. Il motorino è collegato ad un interruttore posto sul piedistallo, da quale fuoriesce il cavo di collegamento alla rete elettrica.

Funzione: Macchina utilizzata per trasferire il filato da una rocca di partenza ad un'altra rocca nella quale il filo viene avvolto a spire incrociate su un tubetto rigido. Tale operazione serve a preparare il filato in una confezione più adatta alle lavorazioni successive (tintura, maglieria, orditura, alimentazione telai, ecc).

Notizie storiche: Macchina utilizzata nel calzifico Giacomo Fusi di Saronno dagli anni '40 a circa il 1990.

Autore: F. Arduini (progettista/ costruttore) (1950 ca.-)

Datazione: ca. 1940

Materia e tecnica: metallo

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 54 cm x 39 cm x 117 cm

Collocazione

Saronno (VA), Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2008)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).