Prismi per la teoria dell'acromatismo - fisica
Descrizione
L'apparato è composto da tre diversi prismi, collocati in un'intelaiatura di ottone, orientabili con opportuni angoli di apertura: i laterali sono di vetro crown (vetro comune) e quello centrale di vetro flint (vetro al piombo). Lo strumento è contenuto in una scatoletta di legno.
Funzione: Esso veniva utilizzato per mostrare come fosse possibile ottenere rifrazione della luce senza dispersione, cioè eliminare l'aberrazione cromatica.
Modalità d'uso: Per mostrare come fosse possibile ottenere rifrazione della luce senza dispersione, cioè l'acromatismo, si faceva cadere un fascio di luce bianca sopra il primo prisma, osservando sia la rifrazione (i raggi sono deviati dalla direzione rettilinea) sia la dispersione (si ottiene uno spettro colorato). Accoppiando il secondo prisma, che è capovolto, la deviazione si annulla e lo spettro rimane ancora colorato verso l'orlo. Riunendo infine ai primi due il terzo prisma si ottiene un'immagine incolore e deviata, si realizza cioè l'acromatismo.
Notizie storiche: La prima lente acromatica fu realizzata nel 1757 da John Dollond, che unì a una lente biconvessa di vetro crown, una concavo-convessa di vetro flint. Applicata agli obiettivi dei telescopi da lui stesso costruiti risolse il problema dell'aberrazione cromatica. Questo strumento non è firmato, ma fu costruito in Gran Bretagna.
Materia e tecnica: vetro crown; vetro flint; ottone; legno
Categoria: fisica
Misure: 3.2 cm x 5 cm x 2.2 cm
Collocazione
Pavia (PV), Museo per la Storia dell'Università
Riferimenti bibliografici
Strumenti Alessandro "Gli strumenti di Alessandro Volta : Il gabinetto di fisica dell'Università di Pavia", Milano 2002
Credits
Compilazione: Boffelli, Fabrizio (2008)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/8e020-00070/
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