Strumentario chirurgico per la litotomia - medicina e veterinaria
Brambilla Giovanni Alessandro; Malliard Joseph
Descrizione
Scatola, priva del coperchio un tempo esistente, rivestita di pelle rossa e foderata di velluto verde. In essa sono posizionate, in appositi alloggiamenti contornati da passamaneria dorata, tredici pinze di diverse dimensioni usate per l'estrazione dei calcoli della vescica. Sul lato anteriore della scatola è posta la parte inferiore della serratura, in metallo dorato. Sullo stesso lato è applicata anche un'etichetta di carta, recante la scritta 'Per la pietra in vescica'. Su uno dei lati è applicata un'etichetta di carta recante la scritta 'Cassetta N. XXVI Pro Lithotomia'
Funzione: Gli strumenti erano utilizzati per praticare la litotomia o taglio della pietra (taglio perineale per l'asportazione dei calcoli della vescica). Tra la seconda metà del XVIII secolo e l'inizio del XIX la litotomia era una delle operazioni più importanti, ma anche una delle più pericolose, soprattutto per le complicanze che potevano manifestarsi nel post operatorio. L'operazione si poteva praticare in diversi modi, con accesso perineale (piccolo apparato, grande apparato, litotomia laterale) o con sezione ipogastrica (alto apparato). Quest'ultimo metodo era considerato ancora più rischioso dei precedenti benché a volte, come sottolineato dallo stesso Brambilla, esso si rendesse necessario a causa della grandezza del calcolo. Il piccolo apparato era sostanzialmente il metodo descritto da Celso. Il paziente era disteso sul dorso, con le cosce flesse, legato saldamente e trattenuto ai due lati da uomini robusti. Il chirurgo con una mano individuava il calcolo attraverso l'ano, con l'altra mano cercava poi di spingerlo verso il basso, premendo sull'addome. Si praticava quindi un taglio sul perineo e si procedeva all'estrazione del calcolo. Nel grande apparato, praticato dal secolo XVI, l'intervento comportava un utilizzo di strumenti chirurgici più complessi. Con l'aiuto di una sonda metallica introdotta nell'uretra, si realizzava un'uretrotomia che consentiva di raggiungere la vescica per via naturale. Grazie ad una sonda si poteva capire quando la vescica era stata raggiunta (al passaggio dell'urina). L'utilizzo di altri strumenti conduttori e dilatatori consentiva l'introduzione delle pinze per l'estrazione del calcolo.
Autore: Brambilla Giovanni Alessandro (progettista) (1728/ 1800); Malliard Joseph (costruttore) (1748/ 1814)
Tipologia: Pro lithotomiae (XXVI)
Materia e tecnica: legno; pelle; velluto; acciaio
Categoria: medicina e veterinaria
Misure: 36 cm x 56.5 cm x 6 cm
Collocazione
Pavia (PV), Museo per la Storia dell'Università
Riferimenti bibliografici
Brambilla G. A. "Ioan. Alexand. Brambilla ... Instrumentarium chirurgicum militare Austriacum", 1782
Giovanni Alessandro "Giovanni Alessandro Brambilla nella cultura medica del Settecento europeo", Milano 1980
Mostra storica "Mostra storica del libro e dello strumento di chirurgia : 14-17 ottobre 1973", 1973
Terenna G./ Vannozzi F. "Strumenti medici dei secoli XVIII-XIX", Siena 1997
Ragguaglio strumenti "Ragguaglio degli strumenti chirurgici del secolo XVIII", Roma 1966
Alghisi T. "Litotomia ovvero del cavar la pietra", Firenze 1707
Credits
Compilazione: Garbarino, Carla (2009)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/8e020-00445/
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