Statua del sistema dei vasi linfatici superficiali - ceroplasma anatomico maschile - medicina e chirurgia
Susini, Clemente
Descrizione
La cera anatomica policroma raffigura un uomo "scorticato" a grandezza naturale, che evidenzia il sistema dei vasi linfatici sottocutanei. La metà sinistra della statua rappresenta un cadavere a cui è stata levata la pelle, in cui si riconoscono distintamente le arterie, le vene e i lifatici sottocutanei, mentre nella metà destra sono state tolte le aponeurosi e parte dei muscoli per mostrare il sistema linfatico profondo. Nella figura, in posa michelangiolesca, seduta con la gamba sinistra piegata e il braccio destro appoggiato alla teca, viene sottolineato l'aspetto atletico, virile, esaltando la tensione dei muscoli. Modellato con estrema esattezza anatomica, doveva avere uno scopo scientifico e didattico, come valida alternativa alla dissezione dei cadaveri. Colpisce l'esattezza anatomica con cui ogni singolo vaso è modellato, verosimilmente approntato all'analisi di diversi cadaveri umani. La gabbia toracica del ceroplasma è costituita da una sorta di scudo, un tempo removibile, come in uso nelle cere didattiche, che una volta smontato svelava con precisione gli organi interni, asportando la parte anteriore dell'addome era possibile osservare i vasi e i gangli linfatici intratoracici e intraddominali La statua che non prevede all'interno uno scheletro in ferro che serviva per dare stabilità ai ceroplasmi in particolare durante gli spostamenti (mentre altre venivano preparate su ossa vere) è conservata nell'originale teca settecentesca, in vetro e legno "orientale", recante una piccola targa didascalica con inciso il nome di Clemente Susini.
Funzione: Si tratta di un ceroplasma anatomico modellato in cera, raffigurante una uomo, formato dall'assemblaggio di diversi pezzi smontabili al fine di mostrare gli apparati e organi interni. Il manufatto ha uno scopo didattico e didascalico dell'anatomia maschile e il modello deve essere stato approntato dall'analisi di diversi cadaveri umani.
Notizie storiche: La statua con il pendant femminile (raffigurante una giovane donna con il ventre aperto in cui si evidenziano i vasi linfatici della cavità toracica e addominale), viene realizzata da Clemente Susini (Firenze 1754-1814) che studia arte, si perfeziona in scultura bronzea, pittura su vetro e incisione su rame, entrando nel 1773 come apprendista modellatore nella prestigiosa scuola di ceroplastica della Specola fondata a Firenze nel 1771 dal maestro Felice Fontana. Avviato alla modellazione anatomica dallo scultore Giovanni Ferrini, Susini diviene ben presto il modellatore più rinomato, più prolifico e più richiesto dell'opificio fiorentino, portando la tecnica ceroplastica a un livello di perfezione artistica mai superato. Le due cere pavesi vengono richieste alla corte austriaca dall'illustre anatomico Antonio Scarpa (1752-1832). Il docente nel 1783 viene chiamato a ricoprire la cattedra di anatomia e chirurgia dell'Università di Pavia da Alessandro Brambilla, chirurgo personale dell'imperatore Giuseppe II, che contribuì a riportare l'Ateneo ticinese all'antica gloria. Dalla documentazione epistolare del noto anatomista, professore nell'Ateneo pavese, si evince che avanzava richieste ben precise per l'esecuzione delle cere, come prendere a modello per la muscolatura, le accurate tavole di Albinus, docente di anatomia a Leida, pubblicate nel 1747 nel "Tabulae sceleti et musculorum corporis humani" o raccomandare l'aspetto artistico-estetico delle statue. La due cere del Susini modellate nella prestigiosa scuola ceroplastica fiorentina vengono commissionate alla fine del Settecento da Antonio Scarpa (ma l'idea dell'acquisto risale al 1787) come si evince da un suo autografo, datato 28 luglio 1792, conservato presso la Reale Biblioteca Nazionale di Firenze, in cui l'anatomico pavese precisa: "sarà opportuno che il R. Prof.e Scarpa solleciti presso il Prof.e Fontana in Firenze la trasmissione dei preparati in cera già ordinati". Un'altra lettera del 9 febbraio 1795, oltre a confermare l'attribuzione al Susini, precisa che l'autore fu pagato per la fattura della statua femminile 80 zecchini. Il ricco carteggio tra Scarpa e varie figure della scuola fiorentina, ci riferiscono non solo del costo della statua femminile, ma anche della durata del lavoro quantificato in circa quattro anni e della provenienza della cera da Trieste e Venezia, direttamente acquistata dall'Ateneo pavese per diminuire i costi e che la statua maschile fu consegnata per prima. Infatti la prima cera arrivata a Pavia il 30 dicembre 1794 con la custodia di "legno orientale" viene giudicata da Antonio Scarpa "maestrevolmente lavorata", mentre la femminile giunge il 31 luglio dell'anno dopo, ma i contatti per l'acquisto delle cere risalgono al 1787. La duttilità della cera e la facilità di colorazione, consentono di rappresentare in modo estremamente realistico i particolari anatomici, al punto che i ceroplasmi diventano, per le infinite potenzialità di riproduzione del reale a fini scientifici, una valida alternativa alla tecnica della dissezione, ai preparati umani essicati (per iniezioni della parti anatomiche). Il ceroplasma anatomico, approntato dall'analisi di diversi cadaveri umani, oltre ad avere un indubbio scopo didattico, divulgativo e scientifico, illustrando con precisione gli organi della cavità toracica e addominale, ha anche un notevole valore artistico, lo stesso Scarpa parlando dei modellatori li definisce "Artisti". Tali capolavori in cera venivano, inoltre, esibiti in vere e proprie esposizioni pubbliche per essere godute anche da un pubblico di non addetti ai lavori. La statua maschile seduta di Pavia è molto simile a due, giacenti, conservate nel Museo fiorentino della Specola, che esibiscono il sistema dei vasi linfatici superficiali
Autore: Susini, Clemente (modellatore) (1754/ 1814)
Ambito culturale: ambito fiorentino
Datazione: ca. 1794
Materia e tecnica: cera (acido cerotinico, acido melissico, alcool miricilico, cerilico); pigmenti; garza; fili; legno di noce; capelli; stoppa
Categoria: medicina e chirurgia
Misure: 57.5 cm x 152.5 cm x 152 cm
Collezione: Collezione della Sezione di Medicina del Museo per la Storia dell'Università
Collocazione
Pavia (PV), Museo per la Storia dell'Università
Riferimenti bibliografici
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AA.VV. "Le cere anatomiche della Specola", Firenze 1979
Credits
Compilazione: Manara, Roberta (2014)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/PV300-00002/
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