Microfono - industria, manifattura, artigianato

Istituto Superiore Poste e Telegrafi; Majorana Quirino

Microfono - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

una struttura di sostegno in legno ospita il dispositivo microfonico costruito in ebanite, ottone e vetro. Il dispositivo , fissato con delle staffe in ferro alla parte verticale del supporto in legno, è costituito da un parallelepipedo in ebanite cavo al suo interno. La cavità che attraversa il parallelipedo dall'alto in basso, ospita: nella parte alta la capsula microfonica di forma cilindrica; nella parte centrale un tubo cilindrico in vetro; nella parte bassa una cavità cilindrica in vetro dove sono inseritri due elettrodi regolabili. Nell'estremità superiore del parallelepipedo è presente l'innesto per collegare il tubo (mancante) atto all'immissione del liquido che si sfoga nell'estremità inferiore del dispositivo, sotto la cavità con gli elettrodi. Fuoriescono dal parallelepipedo il corno acustico di ebanite, in corripsondenza della caplula microfonica, e due tubi in ottone recanti le viti di regolazione degli elettrodi e i serrafili per il collegamento al sistema antenna/terra. Sopra di questi vi sono altri due serrafili in ottone per il collegamento alla fonte di alimentazione della caplusa microfonica alimentazione (batteria di pile elettriche).

Funzione: Il microfono idraulico o "a vena liquida" di Majorana fu uno dei primi utilizzati in telefonia senza fili, applicazione per cui è necessario l'uso di intense correnti di modulazione (4-5 Ampere) che altri microfoni dell'epoca non potevano sopportare. Il dispositivo deriva dal modello inventato da Chichester Bell (cugino di Graham Bell) nel 1886. Un flusso di liquido conduttore (acqua con acido solforico) viene fatto circolare, per mezzo di una pompa, all'interno del percorso ricavato nella cavita presente nel parallepipedo in ebanite (1.capsula, 2.tubo in vetro, 3.cavità con gli elettrodi). Quando la voce dell'operatore lambisce il corno acustico una membrana contenuta al suo interno comincia a vibrare. Tale vibrazione viene trasferita al liquido conduttore circolante dietro questa membrana. Di conseguenza la "vena" (o flusso) di liquido che cade attraverso il tubo cilindrico sottostante la capsula microfonica non sarà regolare e di forma cilindrica ma formerà dei rigonfiamenti e delle strozzature provocati dalle vibrazioni della voce. Questo flusso irregolare cade direttamente su due elettrodi separati da una piccola distanza collegati al sistema antenna/terra. Il flusso di liquido conduttore, colpendoli, li mette in collegamento elettrico. Le variazioni continue del diametro del flusso di liquido creano una variazione continua nella resistenza del collegamento tra i due elettrodi e quindi delle correnti circolanti. Il segnale elettrico così ottenuto è un segnale a radiofrequenza modulato in ampiezza. Questo tipo di microfono, costruito dall'Istituto Superiore delle Poste e dei Telegrafi su indicazione del Prof. Majorana, è stato utilizzato per la prima volta a Roma tra la sede dell'Istituto e la stazione radio di Monte Mario (distanza 5 km). In seguito servì per i collegamenti tra Porto d'Anzio e Roma Monte Mario (56 km), infine nel 1908/1909 tra Roma e la provincia di Trapani (420 km) e tra Roma e la Sardegna.

Notizie storiche: microfono idraulico di Quirino Majorana. basato sulla variazione di resistenza di un filo conduttore sottoposto all'azione delle onde sonore. Donato al CNR in occasione dell'Esposizione Universale di Chicago del 1933, "A Century of Progress", che intendeva celebrare il progresso scientifico e tecnologico A partire dal 1903, Majorana si dedicò alla radiotelefonia compiendo primi esperimenti e le prime trasmissioni radiotelefoniche. Tra i dispositivi da lui realizzati, il più efficiente fu il microfono idraulico in cui la voce o il suono modificava il diametro di un getto d'acqua variandone la resistenza elettrica e modulando la corrente elettrica continua che attraversava il sistema. Era in grado di sostenere correnti microfoniche intense e sotto altissima differenza di potenziale, Applicato ad un generatore ad arco Poulsen, si poté alimentare le antenne con sufficiente quantità di energia. I sistemi Majorana e Vanni rappresentano un primo passo per lo sviluppo della radiotelefonia.

Autore: Istituto Superiore Poste e Telegrafi (costruttore) (1907/); Majorana Quirino (inventore) (1887/ 1957)

Datazione: post 1932 - ante 1933

Materia e tecnica: legno; ebanite; ottone; vetro

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 23 cm x 16 cm x 39 cm

Peso: 1 kg

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Soresini F. "Epopea della radio : Storia di un uomo", Maser (TV) 1996, pp. 96-97 p.96

Montefinale G./ Neri N./ Ulgiati S. "Mondo senza fili: le onde elettromagnetiche dalla radiotelegrafia ai satelliti artificiali", Faenza 1991, pp. 236-238

Chierchia G. "La radiotelegrafia e la Radiotelefonia", Milano 1930, pp. 81-85 ff. 61-65

Simion E. "Il contributo dato dalla Regia Marina allo sviluppo della radiotelegrafia", Roma 1927, pp. 95-98

Vanni G. "Progressi e stato attuale della telegrafia e telefonia senza fili", Roma 1915, pp. 73-88 ff. 50-53

Credits

Compilazione: Temporelli, Massimo (2006)

Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).