Settore equatoriale - telescopio - astronomia e astrofisica
Sisson Jonathan
Descrizione
Telescopio rifrattore su montatura equatoriale all'inglese. L'asse orario, molto lungo, è appoggiato a ciascuna estremità su un sostegno di altezza diversa in modo da essere orientato verso il polo nord celeste. L'asse è formato da tre sezioni: due sono coniche e si uniscono alla terza, centrale, a forma di parallelepipedo. A questa sezione è attaccato un cerchio di diametro pari a circa 63 cm. con il lembo diviso in intervalli di 20 primi d'arco. La numerazione va da 0 a 180 gradi e da 180 a 0 gradi. Per la lettura precisa della declinazione si utilizzava un settore di cerchio (da cui il nome dello strumento) di raggio pari a circa 152 cm. e di una ventina di gradi di ampiezza. Un'estremità del telescopio è unita al vertice di tale settore, attorno a cui il telescopio stesso può ruotare; l'altra estremità scorre lungo il suo lembo. Il lembo del settore è diviso in intervalli di 10 primi per un arco complessivo di 21 gradi. La presenza di un nonio consentiva di ottenere una precisione di lettura di 4 secondi d'arco. All'estremità inferiore dell'asse orario si trova un cerchio per la misura dell'ascensione retta; il cerchio ha lo stesso diametro del precedente. Il suo lembo è diviso in intervalli di 1 minuto di ascensione retta e un nonio consente la lettura dei cinque secondi. L'obbiettivo del telescopio era un doppietto acromatico di 10 cm. circa di apertura e di 153 cm. circa di lunghezza focale; le ottiche sono andate perdute.
Funzione: Nonostante il suo nome poco comune, lo strumento è in realtà un tipico telescopio rifrattore. La caratteristica principale risiede nella sua montatura, la struttura di supporto, che lo rende particolarmente stabile (e quindi preciso nelle misurazioni) e di pratico utilizzo. Come qualsiasi altro telescopio anche il settore equaltoriale veniva utilizzato per osservare e studiare oggetti celesti i più svariati. Particolarmente significativa è la sua longevità operativa che raggiunse quasi il secolo.
Notizie storiche: Come molti degli strumenti che compongono la collezione di astronomia del Museo anche il Settore Equatoriale di Sisson proviene dal patrimonio storico dell¿Osservatorio Astronomico di Brera di Milano. Fondato tra il 1762 e il 1764 dai padri gesuiti che già gestivano in Palazzo Brera un rinomato Collegio, l¿Osservatorio è di fatto il più antico istituto scientifico della città e ancora oggi uno dei più attivi centri di ricerca astronomica in Italia e nel mondo. Il progetto dell¿Osservatorio venne sviluppato dal gesuita Ruggiero Giuseppe Boscovich (1711-1787); valente astronomo, Boscovich venne chiamato appositamente a Milano da Pavia dove era all'epoca insegnante di fisica e matematica. I campi di ricerca nei quali si cimentarono i primi astronomi di Brera (inizialmente tutti gesuiti) furono molteplici: il Sole, del quale si studiavano in particolare le macchie superficiali, la Luna, con il calcolo preciso del suo moto orbitale, e poi pianeti, comete, stelle cadenti, misura di posizioni stellari. Fin dall¿inizio vengono acquistati per l'Istituto strumenti scientifici di grande precisione prodotti dai più importanti costruttori dell'epoca come Dollond, Sisson, Ramsden, Canivet, Megele e successivamente Merz e Salmoiraghi. Tra gli astronomi più famosi che hanno diretto l¿Osservatorio vi sono Barnaba Oriani (1752-1832), che Napoleone Bonaparte volle incontrare di persona al suo ingresso in Milano nel 1796, e Giovanni Virginio Schiaparelli (1835-1910), il fondatore della planetologia moderna. Il Settore Equatoriale di Sisson fu ordinato al costruttore dall'allora direttore dell'Osservatorio Astronomico di Brera Louis La Grange. Fu tra i primi ad arrivare all'Osservatorio dopo la sua fondazione e rimase operativo per quasi un secolo. Venne utilizzato per compiere osservazioni astronomiche di varia natura. Con esso Barnaba Oriani riuscì, primo fra tutti, a determinare con precisione i parametri orbitali di Urano, pianeta che era appena stato scoperto (1781) da William Herschel (1738-1822), mentre Giovanni Virginio Schiaparelli lo usò per scoprire il 29 aprile 1861 il pianetino Esperia compiendo di fatto la prima scoperta scientifica dell'Italia appena unita. Con il Sisson Schiaparelli studiò anche la cometa 1862-II grazie alla quale riuscì a spiegare la natura delle stelle cadenti.
Autore: Sisson Jonathan (costruttore) (1690/ 1749)
Datazione: 1774
Materia e tecnica: ottone / fusione, incisione; metallo / fusione
Categoria: astronomia e astrofisica
Misure: 45 cm x 350 cm x 220 cm
Peso: 300 kg
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
cieli Brera "I cieli di Brera : astronomia da Tolomeo a Balla", Milano 2000
Miotto E./ Tagliaferri G./ Tucci P. "La strumentazione nella storia dell'Osservatorio Astronomico di Brera", Milano 1989
Museoscienza "Museoscienza", Milano 1978, p. 170 f. p. 168
Credits
Compilazione: Reduzzi, Luca (2006)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011); Iannone, Vincenzo (2014)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST060-00001/
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