Treno piccolo - laminatoio - industria, manifattura, artigianato

Giglio Pietro

Treno piccolo - laminatoio - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Laminatoio a caldo (1) in linea (2). Costituito da un treno di quattro gabbie, di cui una sbozzatrice a duo (3), una preparatrice a trio (4), due prefinitrici a trio e una finitrice a trio; ogni gabbia è formata da una robusta incastellatura di ghisa sulla quale sono alloggiati i cilindri di ghisa per la laminazione. Corredano l'oggetto: - tubi e rubinetti del sistema di raffreddamento, che corre sulla parte superiore delle gabbie - tre pali di sicurezza, che facevano da schermo all'operaio (serpentatore) mentre la vergella incandescente gli roteava attorno a poca distanza - alcuni attrezzi da lavoro come pinze e tenaglie Il laminatoio era detto "treno piccolo" perché quello di minor dimensione fra i cinque operanti nello stabilimento di Vobarno (BS). (1) La laminazione "a caldo" viene effettuata ad una temperatura variabile tra 900 e 1250 °C. A caldo si lavorano i lingotti, i blumi, le bramme e le billette per ricavare lamiere, profilati, e tondi di medio e grosso spessore. (2) Il laminatoio può essere composto da una o più gabbie: se le gabbie sono disposte l'una a fianco all'altra il laminatoio viene definito "in linea", se le gabbie sono una dietro l'altra il laminatoio si dice "continuo". (3) La gabbia "a duo" è dotata di due cilindri sagomati ad assi paralleli. I cilindri ruotano in senso opposto e il senso della loro rotazione può venire invertito; in questo modo viene garantita la laminazione del metallo che passa tra i due cilindri nei due sensi . (4) La gabbia "a trio" è dotata di tre cilindri sagomati ad assi paralleli. La presenza di tre cilindri ruotanti in senso opposto permette la laminazione nei due sensi del metallo, che passa prima sotto e poi sopra il ciclindro mediano.

Funzione: Il treno finitore del laminatoio veniva usato per produrre vergella. La produzione consisteva in matasse del peso di 25 kg per un massimo di 500 kg all'ora. Il prodotto finito usciva dai cilindri alla velocità di 3 m/sec, pari a circa 10,8 km/h.

Modalità d'uso: Il laminatoio è la macchina atta a svolgere il processo di laminazione. Tale processo consiste nel deformare in maniera definitiva un materiale, facendolo passare attraverso una coppia di cilindri rotanti in verso opposto, fino a ottenere il profilo desiderato. La deformazione avviene quindi attraverso una pressione che compatta la struttura del materiale, ne riduce la sezione trasversale e ne determina l'allungamento. In questo laminatoio, il materiale da laminare (rottame) veniva inserito in un forno di riscaldo e portato alla temperatura di ca. 750-800°C (calor rosso) al fine di renderlo malleabile. Il rottame incandescente veniva quindi inserito in una gabbia sbozzatrice per uniformarne la struttura e trasformarlo in barra. Tramite una grossa cesoia, la barra veniva poi tagliata in parti più piccole (ca. 2 m) da inviare al treno finitore. Attraverso il passaggio nelle cinque gabbie del treno finitore la barra veniva trasformata in vergella.

Autore: Giglio Pietro (progettista) (notizie sec. XIX)

Ambito culturale: lavorazione dell'acciaio

Datazione: 1867

Tipologia: treno di laminazione a caldo a trio in linea; treno finitore a caldo a trio in linea

Materia e tecnica: ghisa / fusione; legno

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 220 cm x 900 cm x 300 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Acciaierie Ferriere "Le acciaierie e ferriere lombarde - Nei loro stabilimenti ed impianti", Milano 1923, pp. 39-44

Ferriera Cronache "La Ferriera - Cronache di vita aziendale", Milano 1956

Dizionario biografico "Dizionario biografico degli italiani", Roma 1960-, pp. 283-297

Museoscienza "Museoscienza", Milano 1978, pp. 294-295

Museo Nazionale "Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica "Leonardo da Vinci" - Itinerario storico", Milano 1992, p. 45

Frumento A. "Imprese lombarde nella storia della metallurgia italiana - Il contributo dei Falck", Milano 1952

Credits

Compilazione: Olivini, Francesca (2006)

Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)

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