Macchina per pressofusione Triulzi - macchina idraulica per pressofusione - industria, manifattura, artigianato
Officine A. Triulzi
Descrizione
Come tutte le macchine di questo genere, la macchina per pressofusione in esame è composta di una camera atta a contenere il metallo liquido (camera fredda), diverse forme metalliche permanenti (conchiglie, non presenti) montate su piani (uno fisso e uno mobile) e un sistema di iniezione del metallo dalla camera fredda alla conchiglia comandato da una leva (che comanda anche l'apertura/chiusura della conchiglia). La camera fredda è costituita da un cilindro orizzontale, chiuso su un lato da un pistone mobile; il ciclindro è dotato di un'apertura per l'ingresso del metallo liquido sulla parte superiore e di un'apertura per il passaggio del metallo liquido (canale di colata) dal ciclindro alla conchiglia sulla parte opposta al pistone mobile. La conchiglia, in acciaio per utensili, è composta di due valve e riproduce in negativo la forma del pezzo da realizzare. La macchina è dotata di un sistema per l'estrazione del getto dalla conchiglia: in particolare, sulla macchina è montato un cavalletto con candela e cremagliera che permette di far funzionare gli estrattori frontali dei getti; le estrazioni laterali e superiori si ottengono usufrunedo della corsa del piano porta stampo mobile. Corredano la macchina una pompa idraulica, un accumulatore idropneumatico e un forno fusorio elettrico a resistenza con cabina di comando. La pompa è l'organo che alimenta il circuito idraulico della macchina. Il corpo è in ghisa in un solo pezzo. Il gruppo delle valvole a compressione, anch'esso in ghisa, è ricavato da un solo pezzo, forgiato e scavato dal pieno. Le valvole e le loro sedi, in acciaio inox, sono smontabili. I tre pistoni sono in acciaio temprato rettificato. L'albero a gomito, in acciaio, è ricavato dal pieno, rettificatoe emontato su cuscinetti a sfera. Le bielle hanno teste in bronzo e piede sferico con guida rettificata. L'intero complesso è montato su basamento in ghisa con piazola mobile e tendicinghia per motore. La pompa è corredata da un cassone in lamiera con filtro e valvola di sicurezza. L'accumulatore è il polmone dal quale la macchina attinge la potenza necessaria al funzionamento a pressione pressoché costante. E' costituito da una bombola in acciaio al carbonio, supporto in ferro, rubinetto separatore, gruppo automatico idraulico di minima pressione con rubinetto generale, prese per il manometro e per il caricamento dell'aria. Il forno fusorio elettrico a resistenza è di forma cilindrica con chiusura manuale a soffietto. E' composto da un crogiolo, termoisolato, in ghisa speciale con rivestimento in lamiera; le parti suscettibili a movimentazione manuale sono colorate di rosso, secondo quanto indicato dalla regolamentazione dell'epoca. La cabina coi comandi, contenente pirometri, termocoppie e regolatori automatici di temperatura, reca una targa con l'iscrizione "FORNI ELETTRICI" - A.& F. f.lli CUFFIA - MILANO", le etichette "APERTO", "CHIUSO" e "NON USARE IL COMMUTATORE SOTTO CARICO", le iscrizioni "PIROMETRO BREVETTATO" sull'indicatore dello strumento. I colori delle tubature e dei meccanismi della macchina e dei suoi annessi rispettano la regolamentazione dell'epoca: tubi rossi per il passaggio di fluidi caldi, tubi blu per il passaggio di fluidi freddi, meccanismi rossi per la movimentazione manuale.
Funzione: Macchina per la produzione di oggetti metallici tramite pressofusione. NOTA: In generale, i processi di fonderia consistono nel ottenere pezzi metallici (getti) anche complessi a partire da metallo o da leghe allo stato liquido. I tre principali processi di fusione sono: fusione in forme di terra, fusione in conchiglia, fusione in guscio. Nella fusione in conchiglia, il getto è ottenuto versando il liquido in una forma metallica permanente, la conchiglia. La colata può avvenire per gravità, sfruttando un movimento centrifugo, o per pressione. Se la conchiglia viene riempita per pressione a partire da un sistema di iniezione situato all'interno del crogiuolo contenente il liquido fuso, allora il processo prende il nome di iniettofusione (o fusione con colata a camera calda). Se il sistema di fusione e quello di iniezione sono separati, invece, il processo prende il nome di pressofusione (o fusione con colata a camera fredda).
Modalità d'uso: Questa macchina svolgeva il processo di pressofusione (fusione in conchiglia, a pressione, a camera fredda). Innanzitutto veniva montata la conchiglia. La prima mezza conchiglia veniva applicata sul piano fisso (lasciando lenti i bulloni di fissaggio in modo da poterla girare di qualche millimetro) e la seconda mezza sul piano mobile; si avvicinavano quindi i piani per infilare le spine nelle guide, si chiudeva la macchina a pressione normale e si fissavano i bulloni. Veniva poi messo in funzione l'impianto idropneumatico fino al raggiungimento della pressione di lavoro della macchina. Dopodiché esso veniva spento. Spostando la leva del distributore della macchina a sinistra, la conchiglia veniva quindi riaperta per mettere il pistoncino di iniezione nella giusta posizione. Spostando la leva al centro, la conchiglia veniva poi richiusa. Un esatta quantità di metallo liquido (circa 22 litri) veniva prelevata, tramite una tazza, dal forno fusorio sistemato nei pressi della macchina. Il metallo veniva versato nella camera fredda della macchina e immediatamente iniettato nella conchiglia spostando la leva a destra. Una volta solidificatosi il metallo, la conchiglia veniva riaperta spostando la leva a sinistra, per permettere così al pistone di espellere totalmente il getto. Spostando la leva a sinistra fino a fine corsa, poi, il pistone tornava nella posizione originaria e la conchiglia rimaneva aperta e vuota.
Autore: Officine A. Triulzi (costruttore) (notizie 1939-1990)
Ambito culturale: produzione macchine per pressofusione
Datazione: 1939
Tipologia: Mod. 501
Materia e tecnica: acciaio / fusione, laminazione; ghisa / fusione, laminazione; bronzo / fusione; ferro / laminazione
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 90 cm x 290 cm x 100 cm (macchina); 55 cm x 200 cm x 75 cm (pompa idraulica); 60 cm x 70 cm x 280 cm (accumulatore idropneumatico); 103 cm x Ø 100 cm (forno fusorio elettrico); 57 cm x 57 cm x 175 cm (cabina di comando)
Peso: 1000 kg (macchina)
Peso: 300 kg (pompa idraulica)
Peso: 150 kg (accumulatore idropneumatico)
Peso: 780 kg (forno fusorio elettrico)
Peso: 140 kg (cabina di comando)
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Credits
Compilazione: Olivini, Francesca (2007)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST080-00035/
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