Dinamo - industria, manifattura, artigianato
Edison Machine Works; Edison Electric Light Company
Descrizione
Dispositivo costituito da un avvolgimento di rame ad asse orizzontale (indotto), rivestito con isolante, che può ruotare tra le espansioni di due elettromagneti a bobina cilindrica verticale (induttore). Una puleggia è posta ad un'estremità dell'indotto, mentre sull'altro estremo è visibile il sistema formato dal collettore e da tre coppie di spazzole (sistema di prelievo). L'asse dell'indotto è sospeso tramite due cavalletti che, assieme alla parte inferiore del corpo delle espansioni dell'induttore, sono imbullonati ad una massiccia base metallica; sul cavalletto del sistena di prelievo è visibile una leva con manico in legno collegata alle spazzole del sistema di prelievo. All'estremità superiore dell'induttore è posto un blocco metallico a tenere unite superiormente le due bobine (il blocco è parte del traferro dell'induttore); il blocco è rivestito di tavolette lignee sui lati lunghi chiuse, sui lati corti, da due targhe metalliche; su un fronte del blocco, sulla tavoletta, lato sistema di prelievo, è posto un selettore in rame. Sulla sommità dello stesso blocco è visibile un anello metallico per il sollevamento della macchina.
Funzione: Questo dispositivo è un generatore elettrico impiegato nelle prime fasi del processo di elettrificazione dell'illuminazione a Milano. Proviene infatti dall'Officina di Santa Radegonda, attiva dal 1883 al 1900 come centrale di produzione per la fornitura di energia elettrica in corrente continua ad utenze private e pubbliche del centro città.
Modalità d'uso: La macchina è costituita da un avvolgimento di rame ad asse orizzontale (indotto), rivestito con isolante, che ruota tra due elettromagneti verticali di forma cilindrica (induttore). Una puleggia, posta sull'asse dell'indotto, permette il collegamento della dinamo con un motore esterno. Il movimento all'interno del campo generato dai due elettromagneti induce, nell'avvolgimento, una corrente elettrica. In particolare, la configurazione del sistema di prelievo permette di ottenere corrente elettrica continua. La dinamo era azionata mediante una motrice a vapore che imprimeva la rotazione all'indotto tramite una cinghia fasciante la puleggia posta sull'asse dell'indotto stesso. Durante l'esercizio, questa dinamo veniva probabilmente collegata ad altre apparecchiature simili.
Notizie storiche: Questa dinamo proviene dalla prima centrale termoelettrica dell'Europa continentale, realizzata a Milano, accanto al Duomo, in via Santa Radegonda, e inaugurata il 28 giugno del 1883. La realizzazione della centrale viene sostenuta dal Comitato Promotore per le applicazioni dell'energia elettrica in Italia, costituito con l'apporto di capitali bancari milanesi su iniziativa del Prof. Giuseppe Colombo, docente di Meccanica Industriale del Regio Politecnico di Milano. L'intuizione tecnica e imprenditoriale di Colombo nasce dall'interesse personale e professionale per l'avanguardia tecnologica, coltivato anche attraverso la frequentazione delle Esposizioni Universali, dove l'elettrotecnica figurava tra i settori di punta. In particolare, nell'Esposizione di Parigi del 1881, Colombo aveva potuto osservare il "Sistema" presentato dalla Edison Electric Light Company: un unico insieme di componenti compatibili, dal generatore alle lampade a incandescenza, appositamente progettato per la produzione centralizzata di energia elettrica per l'illuminazione. Per portare a compimento il suo proposito, a partire dall'autunno del 1881, Colombo si attiva su più fronti: la costituzione del Comitato Promotore da cui, nel 1884, si costituirà la Società Generale Italiana di elettricità sistema Edison; le trattative con la "Compagnie Continentale Edison" (licenziataria Edison in Europa) per la concessione dei brevetti; il sopralluogo a New York, dove Edison stava realizzando l'impianto termoelettrico di Pearl Street (primo nel mondo ad essere inaugurato, nel 1882); la definizione degli accordi commerciali con Edison in persona. Nel 1882, per preparare un terreno di consenso intorno al futuro impianto e per attirare potenziali clienti, avvia alcune sperimentazioni pubbliche d'illuminazione elettrica con materiali Edison nel Ridotto della Scala e sotto i portici del centro, nei negozi dell'Edificio Thonet. Per alcuni di questi esperimenti, due dinamo vengono provvisoriamente posizionate nell'ex teatro di Santa Radegonda appena acquistato. Si presume che a tali iniziative abbia preso parte anche la dinamo custodita al Museo. Intanto la centrale di Santa Radegonda viene concepita sul modello di quella di New York e poi rapidamente costruita con materiali e sotto la guida tecnica statunitense. L'impianto viene avviato con 4 colossali macchine dinamo-elettriche Edison tipo C, dette "Jumbo", ciascuna capace di alimentare fino a 1200 lampade Edison tipo A ,da 16 candele, a 110 Volt e 0,75 Ampère (dunque in grado di fornire 800 A di corrente, con un lavoro dinamico fino a 140 cavalli). Ogni macchina è composta da una dinamo accoppiata a una motrice a vapore da 350 giri al minuto, velocità straordinaria per l'epoca. Dopo pochi mesi, la Società Edison prende in carico la completa illuminazione del Teatro alla Scala e le unità termoelettriche salivano a 6, di cui 4 con motrici Armington & Sims e 2 con motrici Porter-Allen. L'impianto subirà diversi potenziamenti: altre 4 unità Jumbo (installate entro il 1896) e anche macchine differenti. Ad esempio, nel 1886, per l'illuminazione pubblica con lampade ad arco, vengono installate 8 dinamo Thomson Houston a corrente costante e tensione a 1750 V (trasferite due anni più tardi nella centrale di via Vico); nello stesso anno furono impiantati due generatori Zipernowsky da 80 kW cad. in corrente alternata monofase a 2000 V per l'illuminazione del Teatro dal Verme e, dal 1887, del Teatro Fossati. Nel 1888 la centrale, con 11.000 lampade a incandescenza e 85 ad arco, è pressoché satura di utenze. Ma le sue potenzialità furono incrementate dall'introduzione di una nuova lampada Edison a consumo ridotto (da 3,5 a 3,3 Watt/candela). Nel 1889 la rete della centrale viene modificata ed estesa fino a lambire la cerchia dei navigli. Ancora, nel periodo 1892-1893, per far fronte all'incremento di utenze, nella centrale si aggiungono due dinamo multipolari da 160 kW accoppiate a motrici verticali delle Officine Franco Tosi di Legnano. La potenza totale installata alla fine del 1893 è di 1540 kW nominali. Gli utenti sono c.a 1000, le lampade a incandescenza c.a 30.000, quelle ad arco oltre 600. L'esercizio della centrale, pur gravato dalla rapida obsolescenza tecnologica dei dispositivi, dagli alti costi del carbone e dalla concorrenza dell'illuminazione a gas, durerà fino al 23 aprile 1900. La corrente continua lescerà rapidamente la scena alla corrente alternata per indiscutibili vantaggi tecnologici ma il seme piantato da Colombo ha fatto di Milano un centro tecnico e imprenditoriale fondamentale per lo sviluppo dell'industria elettrica italiana, settore strategico per la trasformazione industriale del Paese. La vita dell'officina di Santa Radegonda sopravanzerà di alcuni anni l'attività della centrale, essendo impiegata come deposito per le batterie di accumulatori Tudor usati nel servizio tranviario. Il complesso di Santa Radegonda viene smantellato definitivamente nel 1927.
Autore: Edison Machine Works (costruttore) (1880/ 1889); Edison Electric Light Company (finanziatore / promotore commerciale) (1878/ 1889)
Datazione: post 1880 - ante 1900
Materia e tecnica: acciaio / fusione; rame; legno; ottone; materiale isolante
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 67 cm x 145 cm x 115 cm
Peso: 350 kg
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Sparti P. "Storia dell'industria elettrica in Italia / 1. Le origini. 1882-1914", Roma, Bari 1992-1994, 1 s.n. da pag 110 a pag. 111
Dunsheath P. "A history of electrical engineering", London 1962 tav. XII f. a; tav. XV f. a
Pavese C. "Storia dell'industria elettrica in Italia / 1. Le origini. 1882-1914", Roma; Bari 1992, v. 1, pp.449-478
A. Laszlo, I. Marulli "Storia dell'industria elettrica in Italia / 1. Le origini. 1882-1914", Roma, Bari 1992, v.1, pp. 649-651
Mori, G. "Storia dell'industria elettrica in Italia / 1. Le origini. 1882-1914", Roma, Bari 1992, v.1, pp. 753-755
Colombo, G. "Scritti e discorsi scientifici: ordinati dal Prof. Federigo Giordano", Milano 1934, v.1, pp 348-358
Società Edison "Societa' Edison (1884-1934) Milano", Milano 193-?, pp. 33-36
Bisazza, R. "Nel cinquantenario della Societa' Edison 1884-1934 : Lo sviluppo della Societa' Edison e il progresso economico di Milano.", Milano 1934, pp. 133-162 f. 16
"L'Energia Elettrica", Milano 1927, fascicolo X, pp.1053-1057
Credits
Compilazione: Tasselli, Luciana (2013)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2014)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST090-00001/
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