Forma filigranata - industria, manifattura, artigianato
manifattura
Descrizione
Telaio rettangolare in legno sul quale è fissata una rete in fili di metallo molto sottili che formano la tela filigranatrice. Su questa rete, che funge da setaccio, sono ricamati con un filo metallico un disegno non decifrabile e la lettera "A" in corsivo, che realizzano una filigrana in chiaroscuro. Sul retro è presente una struttura di vergature in legno in senso verticale e lungo le due diagonali. Qesta vergatura è molto rovinata. Sul telaio è appoggiata (e incastrata) una cornice in legno con rinforzo in ottone (cascio).
Funzione: Per la produzione artigianale di fogli filigranati
Modalità d'uso: Il lavorante immerge forma e cascio nel tino e ne estrae ogni volta la stessa quantità di pasta che distribuisce uniformemente su tutta la superficie della rete. La forma è il mezzo con il quale si ottiene la feltrazione delle fibre. Appena il foglio si è formato, il lavorante passa la forma al ponitore, il quale dopo aver lasciato per un momento scolare l¿acqua, adagia la forma su un feltro di lana determinando il distacco del foglio. Un foglio e un feltro sopra l¿altro formano una posta che viene viene messa sotto una pressa. Avviene così la prima disidratazione dei fogli.
Notizie storiche: Questa forma filigranata è stata donata al Museo in occasione della Mostra Storica della Carta e della Stampa che venne realizzata in occasione della "Esposizione Internazionale di Grafica Editoriale Cartaria" tenutasi dal 3 all'11 Ottobre 1959 presso la Fiera di Milano. Questa Esposizione Internazionale ha visto riuniti costruttori di macchine, apparecchi ed attrezzi, produttori di carta e affini, produttori di inchiostri e caratteri, stampatori ed editori, interessati di arti grafiche e pubblicità. Molte macchine e materiali esposti per la "Mostra Storico-Tecnica della Carta e dell'Arte della Stampa" sono stati successivamente donati o dati in deposito permanente all'allora "Museo della Scienza e della Tecnica" di Milano. La Mostra della carta prevedeva esempi di papiro, pergamena, filigrane e la ricostruzione di una gualchiera medievale che rappresentasse le fasi di lavorazione per la produzione di carta a partire dagli stracci. La fabbricazione della carta derivata prima dalla corteccia di gelso e poi dagli stracci, nasce in Cina intorno al 105 a.C a cura di Ts'ai Luin. A partire dall'VII secolo si diffonde in Corea e Giappone. A metà dell'VIII secolo gli Arabi impararono dai Cinesi l'arte della fabbricazione della carta, la migliorarono sia nei materiali utilizzati sia nei processi di fabbricazione e la introdussero in Europa nel XII secolo. In Italia, Fabriano fu il centro più importante di produzione della carta. Nella seconda metà del XII secolo nasce la prima cartiera a Fabriano che ben presto impiegò solo maestranze locali. Dall'Italia la produzione si diffuse in tutta Europa. Le innovazioni maggiori che apportarono i cartai Fabrianesi furono l'introduzione della pila idraulica a magli per la sfibratura, la sostituzione dell'amido vegetale con la gelatina animale per la collatura, il perfezionamento delle forme e l'introduzione della filigrana. Già dalla fine del XIII secolo gli artigiani cartai usavano i marchi in filigrana per contraddistinguere la propria produzione. Le prime forme filigranate erano realizzate "ricamando" con fili di metallo disegni geometrici, floreali, scritte su tele realizzate da fili in leghe metalliche sottili e ravvicinate. La filigrana con effetti chiaro-scuro era realizzata mediante un punzone che trasferiva l'immagine a sbalzo sulla tela filigranatrice. I primi punzoni (metà del XIX secolo) consistevano in tavolette in legno duro sulle quali veniva scolpita l'immagine in positivo. Sulla tavoletta veniva posta la tela filigranatrice, di solito in bronzo, e veniva eseguita la battitura tra i due elementi così da riprodurre l'immagine sulla tela. Nella seconda metà dell'800 il punzone inizia ad essere realizzato con la tecnica a cera persa. Su una lastra di cera veniva incisa controluce l'immagine desiderata e successivamente ricoperta con materiale refrattario che costituiva la tonaca della matrice. Scaldando la cera questa liquefa e fuoriesce dalla tonaca. A questo punto si versava del bronzo fuso che, una volta raffreddato fungeva da punzone dell'immagine. E' dello stesso periodo la tecnica del punzone-contropunzone. Sulla cera incisa veniva fatto un calco in gesso con il quale si realizzava la forma di fusione del punzone in bronzo. Sul punzone si effettuava poi un altro calco in gesso con il quale si realizzava, nello stesso modo, il contropunzone. La tela filigranatrice veniva compressa tra punzone e contropunzone utilizzando una pressa. Il XX secolo vide una nuova tecnica per realizzare dall'originale in cera il punzone e il contropunzone in rame, il processo elettrochimico di galvanoplastica.
Ambito culturale: manifattura
Datazione: ca. 1500 - ca. 1799
Materia e tecnica: legno; metallo
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 46 cm x 3.5 cm x 35 cm
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Briquet C. M. "Les filigranes: dictionnaire historique des marques du papier dès leur apparition vers 1282 jusqu'en 1600", 1923
De Biasi, P.M. "La carta : avventura quotidiana", Milano 1999
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2006); Ugo, Gabriella (2006)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST100-00012/
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