Centrale termoelettrica Regina Margherita - centrale termoelettrica - industria, manifattura, artigianato

Saldini Cesare; Ponzio Giuseppe

Centrale termoelettrica Regina Margherita - centrale termoelettrica - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Questa centrale consta di due parti: una parte termica costituita da una macchina a vapore a due cilindri orizzontali ed una parte elettrica costituita da due alternatori e due dinamo eccitatrici. E' inoltre presente un quadro elettrico di controllo e un sistema di illuminazione a 8 lampioni.

Funzione: La centrale Regina Margherita generava corrente elettrica alternata ad una tensione di 200 V per usi interni al setificio. Forniva forza motrice per l'azionamento dei telai e garantiva l'illuminazione degli ambienti.

Modalità d'uso: L'energia termica generata dalla macchina a vapore viene trasformata in energia meccanica di movimento e, successivamente, in energia elettrica.

Notizie storiche: Inaugurata nel 1895 alla presenza del Re Umberto I e della Regina Margherita, alla quale venne dedicata, questa grande centrale per la produzione di energia elettrica fu installata nel setificio della Società Egidio e Pio Gavazzi di Desio (Milano), dove continuò a funzionare fino al 1954. La Regina Margherita, oltre a garantire l¿approvvigionamento elettrico per l¿illuminazione della fabbrica, aveva il compito principale di azionare i telai (l'azienda arrivò ad averne fino a 1800) per la lavorazione della seta. Nel 1958 la società Egidio e Pio Gavazzi propose la donazione della centrale al Museo. Per collocare l'imponente macchinario, nel sito dove si trova ancora oggi, fu traslocata la sala di consultazione della stampa tecnica, fu demolito il pavimento e costruito un basamento necessario a sostenere il complesso. Poi fu smontata la centrale a Desio utilizzando i carri ponte usati per la manutenzione e fu trasportata con un autotreno della Riva al Museo dove fu rimontata manualmente e collegata ad un motore elettrico, accoppiato con un riduttore, per metterla in movimento. Infatti il focolare e la caldaia, con relativi tubi e pompe di distribuzione del vapore, non sono stati trasportati al Museo. Questa macchina è un esempio di macchina a vapore a doppia espansione o compound. La macchina a vapore a doppia espansione fu brevettata nel 1781 da J. Hornblower senza ottenere risultati pratici soddisfacenti. Nel 1804 A.Woolf e H. Edwards brevettarono una macchina simile che, nel 1811, diede i rendimenti voluti: era stato trovato il giusto rapporto tra i due cilindri. Infatti il rendimento di una macchina a vapore è elevato se, a parità delle altre condizioni, vi è una grande differenza tra il massimo e il minimo dei valori che assume la pressione nel cilindro durante la corsa dello stantuffo. Per ottenere differenze di 2 o più atmosfere bisognava far entrare il vapore nel cilindro in forte pressione e lasciare che espandesse il più possibile, ma questo avrebbe richiesto una corsa molto lunga dello stantuffo. Per ovviare a ciò pensarono di spezzare questa corsa facendo passare il vapore in un secondo cilindro parallelo al primo e più grande perchè doveva contenere la stessa quantità di vapore del primo ma più espansa.

Autore: Saldini Cesare (progettista) (1848/ 1922); Ponzio Giuseppe (progettista) (1853/ 1908)

Datazione: post 1895 - ante 1895

Materia e tecnica: acciaio / fusione; ferro / fusione, battitura, doratura; rame; marmo; ceramica; ottone; cuoio; ghisa; nylon

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 665 cm x 1445 cm x 387 cm

Peso: 220000 kg

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Franco Tosi S.p.A. "Franco Tosi Società per Azioni 1876 - 1956", Legnano (MI) 1956

Gavazzi G. "Non solo Seta. Storia della Famiglia Gavazzi.", Milano 2003, pp. 214-216

Dizionario biografico "Dizionario biografico degli italiani", Roma 1960-, v. 52, pp. 714 - 719

Curti O. "Un Museo per Milano : Un protagonista racconta gli anni della nascita del Museo della Scienza", Garbagnate Milanese (MI) 2000, pp. 68-69

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2007); Tasselli, Luciana (2007)

Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011); Iannone, Vincenzo (2013); Iannone, Vincenzo (2014)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).