Modello Leybold 580 00 - amplificatore di tensione continua ed alternata - fisica
E. Leybold's Nachfolger AG
Descrizione
La custodia metallica dello strumento ha forma parallelepipeda e poggia su piedini in gomma. Superiormente è presente una maniglia in metallo per il trasporto. Il pannello frontale è interamente occupato dai dispositivi di regolazione e dalle boccole per i collegamenti. Nella parte superiore sono situati un supporto tripolare per l'inserzione di tubi contatori (Geiger Müller) e una boccola dalla quale è possibile immettere la necessaria alta tensione. Nella parte inferiore sono presenti le boccole per i collegamenti in ingresso e in uscita e una presa per la messa a terra, due commutatori che permettono di scegliere l'uscita desiderata a seconda dell'uso dello strumento e un regolatore di sensibilità. Il commutatore di sinistra permette di scegliere tra tensione continua ed alternata a due o tre stadi, quello di destra presenta quattro posizioni possibili: nella prima posizione l'intera corrente anodica della valvola finale scorre attraverso l'utilizzatore (uso come strumento di misura), nella seconda la resistenza d'adattamento è di 5 kOhm (per utilizzatori ad alta resistenza), nella terza la resistenza di adattamento è ancora di 5 kOhm con accoppiamento capacitivo (per utilizzatori ad alta resistenza con segnali a corrente alternata), nell'ultima l'adattamento avviene attraverso trasformatore per utilizzatori con circa 4 Ohm di resistenza interna (con segnali a corrente alternata). Da una boccola in uscita possono essere prelevati circa 100 V di tensione continua per esperimenti con fotocellule. Sulla faccia posteriore è presente la presa per il collegamento alla cassetta di alimentazione o ad una idonea sorgente di tensione. Manca il relativo cavo multiplo con 6 singole spine. Lateralmente sono presenti delle prese d'aria. E' inoltre presente un'etichetta riportante il nome dell'azienda costruttrice e dati tecnici dello strumento.
Funzione: Questo strumento è un amplificatore didattico di tensione continua ed alternata, a due o tre stadi, con supporto incorporato per l'inserzione di un tubo contatore e diversi adattamenti dello stadio finale. Questo apparecchio può essere utilizzato per amplificazione microfonica e di dischi fonografici, amplificazioni di bassa frequenza nella radioricezione, amplificazione di segnali emessi da microfoni, amplificazione degli impulsi di tubi contatori per dimostrazioni con altoparlanti, in meccanismi di conteggio o con un milliamperometro, amplificazione di correnti emesse da cellula fotoelettrica o da fotodiodo. Per l'alimentazione elettrica, l'apparecchio viene preferibilmente collegato ad una cassetta di alimentazione. Questo strumento può essere utilizzato collegato ad una cassetta di alimentazione o ad una sorgente di tensione avente tensione anodica continua di ca. 300 V e due riscaldamenti separati, ognuno di 6,3 V e di 1A di corrente alternata. Nel caso bistadio si ottiene un'amplificazione della potenza fino a 500 volte, nel caso tristadio fino a 20.000 volte, la pendenza complessiva è di 100mA/V e la corrente anodica della valvola finale è di 26mA.
Notizie storiche: Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano. L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente. Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti. Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale. Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica. I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori. Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti. Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china. I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione. Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali. Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione. Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario. Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
Autore: E. Leybold's Nachfolger AG (costruttore) (1870/ 1967)
Datazione: ca. 1959
Materia e tecnica: plastica; metallo; gomma
Categoria: fisica
Misure: 25 cm x 18 cm x 21 cm
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Apparecchi Fisica "Apparecchi di fisica per l'insegnamento : Catalogo PH 58 I", Milano 1961, p. 92
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2008); Reduzzi, Luca (2008)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00243/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).