Reostato - fisica
SECI S.A.
Descrizione
Questo reostato è costituito da un cilindro in materiale isolante che costituisce il corpo d'avvolgimento. Gli avvolgimenti resistivi sono isolati con uno strato dello stesso materiale isolante. All'interno del cilindro è inserito un dispositivo rotante collegato con un cursore che scorre sugli avvolgimenti. Questo dispositivo termina con un perno che si inserisce in una manopola di manovra che ne permette la variazione dall'esterno. La manopola permette variazioni da 0 a 10 con tacche ogni 0,2 unità e indicazione numerica ogni unità. La manopola è inserita sulla faccia superiore di un cilindro in metallo verniciato a fuoco che racchiude il reostato. Questo rivestimento è perforato per consentire l'aerazione dello strumento. Il reostato è isolato elettricamente rispetto all'esterno e i collegamenti elettrici, che consentono prelievi di resistenze variabili e di tensioni, avvengono tramite tre morsetti a boccola in bachelite posti sul rivestimento esterno e collegati allo strumento interno tramite fili elettrici posti sul fondo del rivestimento. Sulla faccia laterale del rivestimento sono stampate alcune caratteristiche tecniche dello strumento. La custodia, nella parte inferiore, termina con tre piccole zanche che permettono il fissaggio dello strumento ad un banco di lavoro.
Funzione: Questo reostato poteva essere utilizzato come resistenza fissa e come resistenza variabile e per prelievi diretti di tensioni, in esperienze didattiche di laboratorio
Modalità d'uso: Il reostato è una resistenza variabile che viene modificata spostando il cursore così da inserire o disinserire il numero di spire della bobina che vengono percorse dalla corrente.
Notizie storiche: Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano o del materiale fornito dalle case costruttrici per la "Mostra di Materiale Scientifico Didattico per l'Insegnamento della Fisica". L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente. Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti. Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale. Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica. I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori. Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti. Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china. I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione. Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali. Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione. Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984. Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una Mostra Permanente di Materiale Scientifico-Didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario. La Mostra, realizzata nel 1965, raccolse molte apparecchiature presentate dalle case costruttrici di materiale didattico allora presenti sul mercato: Alfa Tecnica, Didattica Amatori, S.A.E.L., Brizio Basi, Esso Standard Italiana, Forniture Scolastiche, Leybold-Chima, Officine Galileo, Phywe Italiana, G.B. Pravia & C., Philips, Polaroid, S.E.C.I.,, S.I.A.S., Silvestar, U.N.A. La partecipazione da parte delle aziende era gratuita ma il Museo si riservava di scegliere fra il materiale presentato quello ritenuto più conveniente ed efficace per la scuola. Il materiale venne presentato allestito su tavoli con esperimenti già pronti e realizzabili dai docenti o dai tecnici del Museo.
Autore: SECI S.A. (costruttore) (notizie dal 1955)
Datazione: ca. 1950 - ca. 1974
Materia e tecnica: ferro; bachelite; ceramica; materiale isolante
Categoria: fisica
Misure: 17 cm x 12.5 cm x Ø 11.5 cm
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2008); Reduzzi, Luca (2008)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00295/
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