Modello Leybold 560 34 - pendolo di Waltenhofen - fisica
E. Leybold's Nachfolger AG
Descrizione
Questo pendolo di Waltenhofen è costituito da una lastra metallica rettangolare fissata ad uno stelo metallico per il fissaggio, con un coltello per sospensione a minimo attrito, ad un dispositivo di sostegno. La metà inferiore della lastra è fessurata a pettine.
Funzione: Questo dispositivo veniva utilizzato con l'elettromagnete (costruito con il trasformatore scomponibile per esperienze, le espansioni polari forate e una sorgente di tensione continua) per realizzare un pendolo di Waltenhofen per esperimenti sulle correnti di Foucault.
Modalità d'uso: Appeso in verticale il pendolo di Waltenhofen ad un apposito sostegno tramite un morsetto con supporto a coltello, si posiziona la piastra trasversalmente tra i due bracci dell'elettromagnete. Quando il pendolo oscilla, tra le espansioni polari, perpendicolarmente rispetto al campo magnetico generato dall'elettromagnete, esso riceve un diverso smorzamento, a seconda se nel campo stesso si trova la parte fessurata o quella massiccia della piastra. Lo smorzamento delle oscillazioni è meno forte quando tra le espansioni troviamo la parte fessurata perchè le correnti di Foucault non possono circolare.
Notizie storiche: Questo dispositivo faceva parte del materiale fornito dalle case costruttrici per la "Mostra di Materiale Scientifico Didattico per l'Insegnamento della Fisica" e successivamente venne usato nel "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano. L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente. Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti. Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale. Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica. I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori. Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti. Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china. I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione. Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali. Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione. Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984. Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una Mostra Permanente di Materiale Scientifico-Didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario. La Mostra, realizzata nel 1965, raccolse molte apparecchiature presentate dalle case costruttrici di materiale didattico allora presenti sul mercato: Alfa Tecnica, Didattica Amatori, S.A.E.L., Brizio Basi, Esso Standard Italiana, Forniture Scolastiche, Leybold-Chima, Officine Galileo, Phywe Italiana, G.B. Pravia & C., Philips, Polaroid, S.E.C.I.,, S.I.A.S., Silvestar, U.N.A. La partecipazione da parte delle aziende era gratuita ma il Museo si riservava di scegliere fra il materiale presentato quello ritenuto più conveniente ed efficace per la scuola. Il materiale venne presentato allestito su tavoli con esperimenti già pronti e realizzabili dai docenti o dai tecnici del Museo.
Autore: E. Leybold's Nachfolger AG (costruttore) (1870/ 1967)
Datazione: ca. 1959
Materia e tecnica: metallo
Categoria: fisica
Misure: 8 cm x 7 cm x 24 cm
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Friedrich J., Kroncke H. "Il trasformatore scomponibile", Milano 1964
Apparecchi Fisica "Apparecchi di fisica per l'insegnamento : Catalogo PH 58 I", Milano 1961, p. 111
Perucca E. "Guida pratica per esperienze didattiche di Fisica Sperimentale", Bologna 1937, p. 622
Mostra permanente "Mostra permanente del materiale scientifico didattico per l'insegnamento della Fisica : catalogo - guida", Milano 1965
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2008); Reduzzi, Luca (2008)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00336/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).