Apparecchio fotografico - industria, manifattura, artigianato
H. Bellieni
Descrizione
Questo apparecchio è costituito da due parti: il corpo macchina in legno di forma trapezoidale e il porta obiettivi in metallo. Il corpo macchina è costituito da due camere oscure ciascuna facente capo ad un obiettivo. I due obiettivi, montati su un unico telaio, sono mancanti. La messa a fuoco avviene mediante un dispositivo a leve posto inferiormente che permette di avvicinare ed allontanare il telaio porta obiettivi. La distanza di posa si legge superiormente su un archetto in metallo con tacche da 1,50 a infinito. La posizione del porta obiettivi può essere regolata in verticale mediante un'apposita vite posta inferiormente. L'otturatore ha due modalità d'uso: istantanea e posa, selezionabili mediante una levetta posta al centro della parete frontale. Lo scatto può avvenire attraverso un pulsante posto sopra al telaio porta obiettivi o con un comando pneumatico che può essere inserito nell'apposito dispositivo posto nel centro della parete frontale (il comando pneumatico è mancante). Nel caso di ripresa istantanea, la velocità di scatto viene selezionata mediante una piccola rotella posta nel punto di inserzione del comando pneumatico di scatto (non è possibile la lettura di tali velocità). Sulla parete superiore è presente un mirino estraibile costituito da una lente convessa con croce. Superiormente una livella a bolla permette il corretto posizionamento dell'apparecchio. La parete posteriore è scorrevole e permette di accedere alle camere oscure. All'interno di ciascuna camera oscura sono inseriti dei porta lastre in metallo (formato 7x9cm) tenuti in posizione da un dispositivo a molla. Mediante una maniglia in metallo posta lateralmente all'apparecchio si procede all'inserzione davanti agli obiettivi delle lastre da impressionare. In corrispondenza di tale dispositivo è inserito un contalastre automatico. Sullo sportello scorrevole è inserito un mirino per l'inquadratura, costituito da una piccola lente estraibile e regolabile in altezza. Lateralmente e inferiormente sono presenti due fori filettati per l'inserzione su un cavalletto.
Funzione: Apparecchio per la ripresa di immagini stereoscopiche su lastre in vetro formato 7x9cm.
Notizie storiche: La stereoscopia è una tecnica utilizzata soprattutto nel XIX secolo per ottenere l'illusione di un'immagine tridimensionale. I primi studi moderni sulla visione stereoscopica si devono a Wheatstone il quale si accorse che due immagini dello stesso soggetto riprese da due punti di vista leggermente differenti, guardate attraverso un dispositivo che permetteva a ciascun occhio di vederne una sola delle due, venivano poi ricomposte dal cervello come se fosse una sola immagine ma come se fosse in tre dimensioni. Nel 1849, David Brewster creò il primo visore stereoscopico: era costituito da una scatola con forma rastremata con due lenti dalla parte più stretta e l'immagine stereoscopica da quella opposta. All'interno un separatore permetteva ad ogni occhio di vedere una sola delle due immagini. Una delle prime presentazioni in pubblico di questa tecnica (utilizzando dagherrotipi stereoscopici) si ebbe alla Great Exhibition nel 1851. Inizialmente, per ottenere le stereoscopie, venivano fatte due riprese dello stesso oggetto con un apparecchio che veniva spostato di qualche centimetro lungo una guida. Successivamente vennero prodotti i primi apparecchi fotografici bioculari ovvero apparecchi con due obiettivi uguali montati affiancati che permettevano la ripresa simultanea delle due immagini (obiettivi stereo). Con l'introduzione delle macchine a soffietto anche gli apparecchi stereoscopici divennero portatili. Le stereoscopie venivano poi guardate con appositi visori le cui lenti aiutavano gli occhi a sovrapporre le due immagini e a percepirle come una sola (non si avevano più scatole con separatore in mezzo). Tra il 1850 e il 1870 vennero venduti migliaia di visori stereoscopici, anche economici, e milioni di stereoscopie, soprattutto di paesaggi, monumenti e ritratti. Le riprese stereoscopiche furono soprattutto appannaggio di fotografi professionisti e meno di amatori. Il commercio di immagini stereoscopiche di luoghi vicini e lontani e la moda dilagante fra le classi abbienti di collezionarne in grande quantità possono essere spiegati riconducendosi al desiderio di scoperta del mondo che caratterizza la seconda metà dell' '800. Il successo della fotografia stereoscopica proseguì fino al 1930 per riprendere brevemente negli anni '50 e '60. In quegli anni il View Master fu l'ultimo sistema stereoscopico largamente diffuso.
Autore: H. Bellieni (costruttore) (notizie inizio XX secolo)
Datazione: ca. 1900 - ca. 1910
Materia e tecnica: legno; metallo; pelle
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 11 cm x 21.5 cm x 22.5 cm
Peso: 1.87 kg
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2008)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00421/
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