Otturatore fotografico - industria, manifattura, artigianato

Ernemann

Otturatore fotografico - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Dispositivo costituito da un telaio in metallo alle cui estremità sono inseriti due portaobiettivi uguali. Gli obiettivo sono mancanti. All'interno delle due parti circolari sono inseriti due diaframmi a iride e due otturatori a settore. Le ampiezze dei diaframmi sono regolabili mediante una levetta posta sotto alla parte sinistra (rispetto alla posizione d'uso), con aperture variabili da f6,8 a f18. Questa levetta è collegata mediante un'astina in metallo posta sul retro anche all'altro diaframma e li comanda simultaneamente. Sul porta obiettivo di destra si ha la regolazione della velocità di scatto degli otturatori a settori da 1/100 di secondo a 1 secondo, più le posizioni O, Z ("Z" corrisponde ad otturatore che resta aperto finchè non si scatta nuovamente per chiuderlo, "O" ad otturatore che resta aperto finchè il dispositivo di scatto rimane premuto). Su entrambi i porta obiettivi sono inserite le leve di carica dell'otturatore e su quello di sinistra il pulsante di scatto.

Funzione: Montato su un apparecchio stereoscopico permette la regolazione parallela dei diaframmi e lo scatto simultaneo dei due otturatori.

Modalità d'uso: Inserire l'otturatore sull'apparecchio fotografico e su di esso gli obiettivi. Selezionare il diaframma desiderato. Per pose istantanee si regola la velocità di scatto dell'otturatore, si carica lo scatto con l'apposita levetta e si scatta con l'apposito pulsante. Per pose a tempo "O" si procede come sopra ma tenendo il pulsante premuto l'otturatore resta aperto. Per pose a tempo di lunga durata "Z" si procede come sopra ma l'otturatore si apre e resta aperto ad una prima pressione dello scatto e si richiude solo premendo nuovamente il pulsante di scatto.

Notizie storiche: Nella fotografia delle orgini erano richiesti tempi molto lunghi di esposizione per impressionare la lastra fotografica. Con la realizzazione di materiali fotosensibili più veloci, nacque la necessità di utilizzare metodi di controllo del tempo di esposizione e vennero così inventati gli otturatori. I primi dispositivi erano a ghigliottina (costituiti da una piccola lamina in metallo che scorreva lateralmente) o rotanti (costituiti da un disco in metallo rotante con una fessura per lasciar passare la luce). Esistono poi tre tipi di otturatori. Gli otturatori a tendina, costituiti da una tenda opaca che si avvolge su bobine caricate a molla, inventati nel 1861 da William England. Gli otturatori a settori costituiti da tre lamelle disposte circolarmente e che si aprono e richiudono gradualmente. Gli otturatori compound costituiti da diverse lamelle che si aprono partendo dal centro come un'iride. Il primo modello fu progettato da Friedrich Deckel nel 1902 e prevede un cilindro con pistone per la regolazione della velocità. Questa tipologia venne poi ulteriormente migliorata, nel 1912, inserendo un meccanismo tipo orologio per il controllo della velocità e prese il nome di Compur. Nel 1935 erano disponibili otturatori di questo tipo con velocità di scatto fino a 1/500 di secondo (Compur Rapid) e, da dopo la Seconda Guerra Mondiale, otturatori sincronizzati con il flash (Synchro Compur). Gli otturatori a lamelle, compound e successivi, sono di solito dotati di diaframma a iride interno.

Autore: Ernemann (costruttore) (1899/ 1926)

Datazione: ca. 1900 - ca. 1926

Materia e tecnica: metallo

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 10 cm x 2 cm x 3.5 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Williamson D. "Comprehensive Guide for Camera Collectors", Atglen, USA 2004, pp. 31-34

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2008)

Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).