Agfa Karat 4.5 - apparecchio fotografico - industria, manifattura, artigianato
AGFA AG; Gauthier
Descrizione
Apparecchio fotografico tascabile a sviluppo orizzontale, in metallo. L'apparecchio è costituito da un corpo centrale che funziona da camera oscura, l'obiettivo con il soffietto in pelle nera estraibile e un dorso in cui si inserisce la pellicola Karat da 35mm in rullo (per 12 pose formato 24x36mm). Premendo un pulsante posto sopra al corpo centrale si sblocca il porta obiettivo che può così essere estratto e posizionato per l'uso. Il porta obiettivo viene mantenuto in posizione da tiranti. La messa fuoco avviene direttamente sull'obiettivo ruotando un'apposita ghiera (per distanze di ripresa da 1m all'infinito). All'interno dell'ottica si trovano un diaframma ad iride ed un otturatore Vario. Anche aperture del diaframma a iride (da f/4,5 a f/32) e velocità di scatto dell'otturatore (da 1/25 a 1/250 di secondo più la posa B che tiene aperto l'otturatore fino a che non si rilasci il dispositivo di scatto) si regolano direttamente sull'ottica, ruotando apposite levette poste in corrispondenza dei dispositivi stessi. Il pulsante di scatto è posto direttamente sull'obiettivo, in corrispondenza dell'otturatore. Sul corpo centrale è inserito un mirino galileiano al centro. Ai lati troviamo una rotella per l'avanzamento della pellicola e un contafotogrammi automatico (fino a 12 pose). Il dorso dell'apparecchio è incernierato su un lato ed apribile per l'inserimento ed il prelievo del rullino metallico contenente la pellicola. All'interno è custodito un rullino metallico vuoto. Sotto all'apparecchio è inserito un foro filettato per un eventuale posizionamento su cavalletto.
Funzione: Apparecchio fotografico portatile, adatto soprattutto per usi amatoriali. Permetteva di realizzare 12 fotogrammi formato 24x36mm. In particolare il sistema di inquadratura adottato produce errore di parallasse (mirino e obiettivo risultano infatti distanziati).
Modalità d'uso: Il fotografo, di fronte al soggetto da fotografare, impugna l'apparecchio fotografico e guarda nel mirino galileiano. La visione del soggetto risulta direttamente quella naturale per cui è limpida e chiara anche se con errore di parallasse. A distanza ravvicinata questo errore porta a tagliare una parte del soggetto ripreso. Sull'obiettivo il fotografo regola la distanza di ripresa (messa a fuoco), l'apertura del diaframma e i tempi dell'otturatore. Fino a questo punto l'otturatore è rimasto chiuso tenendo la pellicola al buio. Il fotografo fa avanzare la pellicola sul nuovo fotogramma e preme il pulsante di scatto dell'otturatore. La luce entra nella fotocamera attraverso l'obiettivo ed impressiona la pellicola fotografica. Finiti gli scatti il fotografo riavvolge la pellicola ed estrae il rullino per procedere allo sviluppo e alla stampa.
Notizie storiche: Le fotocamere Agfa Karat vennero prodotte da metà anni '30 a metà anni '50 del XX secolo. Erano fotocamere a soffietto con tiranti, funzionanti con pellicole da 35mm in rullini Karat. L'apprecchio andava caricato con due caricatori uguali per la pellicola uno pieno e l'altro vuoto. La pellicola veniva fatta avanzare da un caricatore all'altro man mano che veniva utilizzata. In mezzo la pellicola doveva rimanere stesa sul piano focale. Erano i rullini che avrebbero portato, nel 1964, al sistema delle pellicole Agfa denominate "Rapid". Nel 1948 con il modello Karat 36, anche questi apparecchi iniziarono ad utilizzare le normali pellicole da 35mm.
Autore: AGFA AG (progettista/ costruttore) (1867/); Gauthier (progettista/ costruttore) (1902/ 2006)
Datazione: ca. 1939 - ca. 1950
Materia e tecnica: metallo; vetro; pelle
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 12.5 cm x 8 cm x 7 cm
Peso: 430 g
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Price Guide "Price Guide to Antique & Classic Cameras 1995 - 1996", Grantsburg, USA 1994, p. 55
Williamson D. "Comprehensive Guide for Camera Collectors", Atglen, USA 2004, pp. 94-109
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2008)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00463/
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