Smethrust - esposimetro fotografico - industria, manifattura, artigianato
AVO
Descrizione
Dispositivo di forma parallelelpipeda contenuto in una custodia in pelle apribile. L'apparecchio può essere utlizzato mantenendolo nella custodia. Nella parte superiore è inserita la cellula al selenio. Sulla parete frontale troviamo, al centro un commutatore per la selezione della sensibilità della pellicola, dell'apertura del diaframma (da f/1 a f/32), della velocità di scatto dell'otturatore (a seconda dell'uso che se ne sta facendo) e nella parte alta tre scale di lettura di diverso colore e intervallo per le velocità di scatto (verde da 1/30 di sec a 5 sec, nera da 1/300 a 1/2 di sec, rossa da 1/3000 a 1/20 di sec). Sulla manopola sono disponibili posizioni indicate con le lettere da A a G che sono poi riportate anche su una scala di lettura e tre freccine di colori nero, rosso, verde che indicano la scala di lettura corrispondente sul quadrante. Sul retro dell'apparecchio sono incise le istruzioni d'uso.
Funzione: Strumento per il calcolo del tempo di esposizione e del diaframma da impostare durante una ripresa fotografica.
Modalità d'uso: Per qualsiasi apparecchio fotografico: dopo aver selezionato la sensibilità della pellicola, stando vicino all'apparecchio fotografico, orientare la cella al selenio in direzione del soggetto da fotografare. Su una delle scale graduate posizionate sulla faccia anteriore dell'esposimetro leggere il tempo di esposizione consigliato (scegliere la scala per la quale la lancetta indicatrice fornisce il massimo valore). Per apparecchi fotografici fermi: selezionare, con la manopola, la velocità di scatto dell'otturatore desiderata e leggere, sulla scala graduata del colore corrispondente a quello della freccia sulla manopola, l'apertura del diaframma consigliata. Viceversa è possibile selezionare l'apertura del diaframma e leggere la velocità di scatto dell'otturatore. Per macchine da presa: per velocità di scatto dell'otturatore diverse da 1/32 di secondo procedere come sopra, per velocità di 1/32 di secondo selezionare la lancetta indicatrice sulla scala graduata A B C D E F G in accordo con le condizioni di luce disponibili e poi leggere l'apertura del diaframma in corrispondenza della stessa lettera sulla manopola.
Notizie storiche: Prima dell'avvento degli esposimetri elettrici, agli inizi degli anni '30, venivano usati due strumenti di misura dell'intensità luminosa: gli actinometri e i fotometri ad estinzione. Gli actinometri utilizzavano carta fotografica che veniva esposta alla luce in prossimità del soggetto da fotografare: cronometrando i tempi impiegati dalla carta per annerirsi a vari livelli, si ricavavano i tempi di esposizione. I fotometri ad estinzione erano costruiti in modo da poter variare la quantità di luce che li attraversava. L'esposizione veniva considerata corretta nel momento in cui la luce diveniva visibile attraverso il fotometro. I fotometri ad estinzione rimase a lungo popolari anche dopo l'introduzione degli esposimetri elettrici, almeno fino a quando questi non divennero competitivi nel prezzo. I primi esposimetri inseriti negli apparecchi fotografici utilizzavano cellule al Selenio alimentate a batterie. Velocità dell'otturatore e apertura del diaframma andavano selezionati manualmente dopo aver effettuato la misura con l'esposimetro. Negli anni '60 nacquero nuove tipologie di esposimetri quali fotoresistori, fotodiodi, ecc. alimentati a batterie e collegati mediante circuiti elettronici ad otturatori e diaframma realizzando così il controllo automatico dell'esposizione. Gli esposimetri inseriti negli apparecchi fotografici davano comunque spesso errori di esposizione e foto troppo scure (ad esempio con sfondi troppo luminosi o riflessi e riverberi). Venivano così spesso utilizzati esposimetri esterni che misuravano direttamente la luce incidente sul soggetto da fotografare, fornendo misure più accurate.
Autore: AVO (costruttore) (notizie intorno al 1937)
Datazione: ca. 1937
Materia e tecnica: metallo; vetro; pelle
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 6.5 cm x 4 cm x 8.5 cm
Peso: 242 g
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Price Guide "Price Guide to Antique & Classic Cameras 1995 - 1996", Grantsburg, USA 1994, p. 502
Hedgecoe J. "Fotografare : tecnica e arte", Milano 1976, pp. 46-47
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2008)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00480/
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