Busch Pantoscop N° 6 - obiettivo fotografico - industria, manifattura, artigianato
Emil Busch AG
Descrizione
L'obiettivo è costituito da due lenti molto convesse unite da un cilindro in metallo. All'interno del cilindro è inserito un diaframma costituito da una lamina fissa in metallo con, al centro, un foro circolare di circa due cm di diametro. Da una parte l'obiettivo termina con una flangia circolare per l'inserimento sull'apparecchio, dall'altra parte termina con uno svaso paraluce in metallo zigrinato.
Funzione: Obiettivo fotografico per apparecchio da studio o da terrazza da utilizzare soprattutto per riprese in interni e paesaggi. Questo obiettivo entro un campo di ±40° con l'apertura f/25 produceva immagini prive di astigmatismo.
Notizie storiche: Sin dalla nascita della fotografia (1839) i produttori di lenti ed obiettivi fotografici si trovarono a dover risolvere, per tentativi, numerosi problemi dovuti agli obiettivi utilizzati. Lo sviluppo degli obiettivi fotografici procedette in maniera lenta rispetto allo sviluppo degli apparecchi fotografici, soprattutto a causa dell'approccio empirico della maggior parte dei costruttori che preferivano procedere per tentativi al posto che progettare sulla base delle leggi dell'ottica delle lenti sviluppate da Gauss, Petzval, von Seidel, ecc. I primi obiettivi erano costituiti da lenti singole posizionate in modo tale da ottenere le migliori immagini possibili in determinate condizioni. Ben presto si pose il problema di rendere gli obiettivi acromatici e furono così introdotti i doppietti (doublet) fissi costituiti da due lenti in sequenza. Il primo obiettivo usato su un apparecchio fotografico, nel 1839, fu l'acromatico per paesaggi (Achromatic Landscape lens) di C. Chevalier, con apertura f/15 (molto lento). Presto furono prodotti obiettivi più veloci ovvero con aperture maggiori. Il passo successivo vide il montaggio di due elementi simmetrici identici collocati in posizioni opposte ad un diaframma fisso, per eliminare le distorsioni (1859) (Doublet lens). Già durante i primi anni dalla nascita della fotografia, molti produttori di obiettivi provarono gli effetti dell'inserimento di un elemento divergente tra una coppia di lenti convergenti (Triplet lens). Il primo esempio fu il Triplet prodotto da A. Ross nel 1841 per Fox Talbot. Tra il 1866 e il 1890 venivano prodotti quattro tipi di obiettivi: per paesaggi (Landscape lens), per ritratti (Portrait lens), grandangolo (wide-angle Globe lens), e un obiettivo dalle caratteristiche intermedie denominato Rapid Rectilinear. Il primo obiettivo realmente grandangolo per riprese di panoramiche fu il Sutton Panoramic lens realizzato da T. Sutton nel 1859 con due lenti sferiche concentriche rispetto ad un punto posizionato al centro tra le lenti stesse e riempite di acqua all'interno (water filled Panoramic Ball lens). In questo modo otteneva immagini senza aberrazioni con un angolo di ±60° e aperture di diaframma f/30. Le lastre utilizzate con questi obiettivi dovevano essere sferiche con raggio di curvatura uguale alla distanza focale. Molti ripresero l'idea di queste ball lens. Nel 1860 C. C. Harrison& J. Schnitzer brevettarono la loro Globe lens, il più famoso obiettivo simmetrico grandangolo. La lente era costituita da due parti della stessa sfera e la parte centrale aveva dimensioni ridotte. Questi obiettivi coprivano un campo di ±40° con l'apertura più piccola, f/30. Rimaneva ancora un difetto di astigmatismo nell'immagine. L'obiettivo Pantoskop progettato da Emil Busch nel 1865 era simile al Globe ma le sue lenti componenti erano più curvate ed entro un campo di ±40° con l'apertura f/25 l'immagine era priva di astigmatismo. Questo obiettivo fu costruito con sette diverse distanze focali, da 52 a 540mm. Questi obiettivi erano considerati eccellenti grandangoli e vennero prodotti e venduti per molti anni. Le lenti a menisco estremamente sottili e delicate che costituivano questi obiettivi erano di qualità notevolmente elevata. Altri obiettivi grandangolari di questo tipo furono il Periskop di C. A. Steinheil del 1865 e l'Hypergon della Goerz del 1900 dall'aspetto di una piccola globe lens. Questo obiettivo copriva il campo più ampio mai raggiunto pari a ±67°, con apertura massima f/20, praticamente privo di astigmatismo. Parallelamente a questi obiettivi grandangolari con lenti simmetriche ma non corrette per quanto riguarda l'aberrazione sferica, venivano sviluppati obiettivi non simmetrici e obiettivi corretti dalle abberrazioni sferiche. Fino al 1890 l'astigmatismo rimase un difetto non molto controllabile. Quando nel 1885 E. Abbe e O. Schott della Zeiss Company introdussero lenti a bassa dispersione e con basso indice di rifrazione dette Barium Crown glasses fu in breve possibile produrre obiettivi anastigmatici (Anastigmat lens). La nascita di queste lenti portò alla crezione dei famosi obiettivi denominati Tessar, Dagor, ecc. Comunque, sino agli anni '30 gli obiettivi Petzval Portrait e Rapid Recilinear vennero prodotti e largamente utilizzati. Nel 1890 iniziò anche la produzione di teleobiettivi. Negli anni '30 venne dato nuovo impulso alla creazione di nuovi aobiettivi soprattutto per proiezione di pellicole 8, 16, 35mm e per apparecchi fotografici per aerofotografia. Dopo la Seconda Guerra Mondiale procedette lo sviluppo degli obiettivi per riprese e proiezioni cinematografiche e per apparecchi fotografici. A partire dagli anni '50 entrarono nel mercato degli obiettivi aziende giapponesi che ben presto presero il posto dei produttori europei grazie ai bassi costi e alta qualità proposti.
Autore: Emil Busch AG (costruttore) (1872/ 1945 ca.)
Datazione: ca. 1900 - ca. 1930
Materia e tecnica: ottone; legno; vetro; metallo
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 7.5 cm x Ø 13.5 cm
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Kingslake, R. "A History of photographic Lens", San Diego, California, U.S.A. 1989, p. 53
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2008)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00492/
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