Busch Anastigmat Omnar Serie III f:7,7 f=255mm - obiettivo fotografico - industria, manifattura, artigianato
Emil Busch AG
Descrizione
Questo obiettivo è costituito da un cilindro in metallo alle cui estremità sono inserite due combinazioni lenti montate su telaietti circolari in metallo. Le combinazioni di lenti sono uguali e sono costituite ciascuna da due lenti singole a menisco, una positiva e una negativa. Da una parte il cilindro è filettato per essere inserito a vite sull'apparecchio fotografico, dall'altra per l'inserimento di un paraluce. All'interno del cilindro è inserito un diaframma a iride, costituito da lamelle in metallo. La disposizione delle lamelle e quindi l'apertura del diaframma può essere modificata ruotando una ghiera concentrica alla sezione del cilindro. Sul cilindro sono indicate le aperture: da f6 a f96.
Funzione: Obiettivo fotografico per la correzione di tutte le aberrazioni, compreso l'astigmatismo. Adatto soprattutto per fotografie all'aperto, di gruppi e per istantanee.
Notizie storiche: Sin dalla nascita della fotografia (1839) i produttori di lenti ed obiettivi fotografici si trovarono a dover risolvere, per tentativi, numerosi problemi dovuti agli obiettivi utilizzati. Lo sviluppo degli obiettivi fotografici procedette in maniera lenta rispetto allo sviluppo degli apparecchi fotografici, soprattutto a causa dell'approccio empirico della maggior parte dei costruttori che preferivano procedere per tentativi al posto che progettare sulla base delle leggi dell'ottica delle lenti sviluppate da Gauss, Petzval, von Seidel, ecc. I primi obiettivi erano costituiti da lenti singole posizionate in modo tale da ottenere le migliori immagini possibili in determinate condizioni. Ben presto si pose il problema di rendere gli obiettivi acromatici e furono così introdotti i doppietti (doublet) fissi costituiti da due lenti in sequenza. Il primo obiettivo usato su un apparecchio fotografico, nel 1839, fu l'acromatico per paesaggi (Achromatic Landscape lens) di C. Chevalier, con apertura f/15 (molto lento). Presto furono prodotti obiettivi più veloci ovvero con aperture maggiori. Il passo successivo vide il montaggio di due elementi simmetrici identici collocati in posizioni opposte ad un diaframma fisso, per eliminare le distorsioni (1859) (Doublet lens). Già durante i primi anni dalla nascita della fotografia, molti produttori di obiettivi provarono gli effetti dell'inserimento di un elemento divergente tra una coppia di lenti convergenti. Il primo esempio fu il Triplet prodotto da A. Ross nel 1841 per Fox Talbot. Tra il 1866 e il 1890 venivano prodotti quattro tipi di obiettivi: per paesaggi (Landscape lens), per ritratti (Portrait lens), grandangolo (wide-angle Globe lens), e un obiettivo dalle caratteristiche intermedie denominato Rapid Rectilinear. Fino al 1890 l'astigmatismo rimase un difetto non controllabile. Quando nel 1885 E. Abbe e O. Schott della Zeiss Company introdussero lenti a bassa dispersione e con basso indice di rifrazione dette Barium Crown glasses fu in breve possibile produrre obiettivi anastigmatici (Anastigmat lens). La nascita di queste lenti portò alla crezione dei famosi obiettivi denominati Unar, Tessar, Dagor, ecc. Comunque, sino agli anni '30 gli obiettivi Petzval Portrait e Rapid Rectilinear vennero prodotti e largamente utilizzati. Gli obiettivi Omnar della Emil Busch AG, sono tra i molteplici derivati dallo schema degli obiettivi Double-Gauss nati da un'idea di Gauss del 1817. Egli progettò degli obiettivi per telescopi costituiti da una coppia di lenti a menisco, una positiva e l'altra negativa, in modo tale da rendere l'aberrazione sferica indipendente dalla lunghezza d'onda della luce. Questo obiettivo non ebbe successo in astronomia ma venne ripreso da Alvan G. Clark nel 1888 che brevettò un obiettivo fotografico costituito da due elementi costituiti come i precedenti, montati consecutivamente. Non diede però molte indicazioni su spessore delle lenti, materiali, ecc. La Bausch & Lomb studiò un po' più approfonditamente questi obiettivi e li immise sul mercato tra il 1890 e il 1898 come obiettivi grandangoli con aperture f/8, f/12, f/35. Non ebbero molto successo ma furono ripresi da diverse aziende tra cui la Emil Busch AG, con i suoi Omnar, che li propose fino all'inizio degli anni 30 con aperture fino a f/4. Nel 1890 iniziò anche la produzione di teleobiettivi. Negli anni '30 venne dato nuovo impulso alla creazione di nuovi obiettivi soprattutto per proiezione di pellicole 8, 16, 35mm e per apparecchi fotografici per aerofotografia. Dopo la Seconda Guerra Mondiale procedette lo sviluppo degli obiettivi per riprese e proiezioni cinematografiche e per apparecchi fotografici. A partire dagli anni '50 entrarono nel mercato degli obiettivi aziende giapponesi che ben presto presero il posto dei produttori europei grazie ai bassi costi e alta qualità proposti.
Autore: Emil Busch AG (costruttore/ progettista) (1872/ 1945 ca.)
Datazione: ca. 1900 - ca. 1930
Materia e tecnica: metallo; vetro; ottone
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 4.5 cm x Ø 6 cm
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Kingslake, R. "A History of photographic Lens", San Diego, California, U.S.A. 1989, pp. 118-119
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2008)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00495/
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