Roussel Stylor 1: 6,3 f=210cm - obiettivo fotografico - industria, manifattura, artigianato

Roussel H.

Roussel Stylor 1: 6,3 f=210cm - obiettivo fotografico - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Questo obiettivo è costituito da un cilindro in metallo alle cui estremità sono avvitate due combinazioni di lenti montate su telaietti circolari in metallo. L'elemento anteriore è costituito da un doppietto di lenti positiva-negativa spaziate e quello posteriore da un doppietto di lenti negativa-positiva incollate (vedere le Notizie Storico Critiche). Da una parte il cilindro è filettato per essere inserito a vite sull'apparecchio fotografico, dall'altra per l'inserimento di un paraluce. All'interno del cilindro, tra i due elemtni di lenti, è inserito un diaframma a iride costituito da lamelle in metallo. La disposizione delle lamelle e quindi l'apertura del diaframma può essere modificata ruotando una ghiera concentrica alla sezione del cilindro mediante le apposite levette. Sul cilindro sono indicate le aperture: da f6,3 a f32.

Funzione: Obiettivo fotografico universale luminosissimo, adatto per dilettanti e professionisti, con ampio angolo di immagine. Produce immagini molto nitide. Adatto per negativi formato circa 13x18cm (massima copertura a diaframma completamente aperto.).

Notizie storiche: Sin dalla nascita della fotografia (1839) i produttori di lenti ed obiettivi fotografici si trovarono a dover risolvere, per tentativi, numerosi problemi dovuti agli obiettivi utilizzati. Lo sviluppo degli obiettivi fotografici procedette in maniera lenta rispetto allo sviluppo degli apparecchi fotografici, soprattutto a causa dell'approccio empirico della maggior parte dei costruttori che preferivano procedere per tentativi al posto che progettare sulla base delle leggi dell'ottica delle lenti sviluppate da Gauss, Petzval, von Seidel, ecc. I primi obiettivi erano costituiti da lenti singole posizionate in modo tale da ottenere le migliori immagini possibili in determinate condizioni. Ben presto si pose il problema di rendere gli obiettivi acromatici e furono così introdotti i doppietti (doublet) fissi costituiti da due lenti in sequenza. Il primo obiettivo usato su un apparecchio fotografico, nel 1839, fu l'acromatico per paesaggi (Achromatic Landscape lens) di C. Chevalier, con apertura f/15 (molto lento). Presto furono prodotti obiettivi più veloci ovvero con aperture maggiori. Il passo successivo vide il montaggio di due elementi simmetrici identici collocati in posizioni opposte ad un diaframma fisso, per eliminare le distorsioni (1859) (Doublet lens). Già durante i primi anni dalla nascita della fotografia, molti produttori di obiettivi provarono gli effetti dell'inserimento di un elemento divergente tra una coppia di lenti convergenti. Il primo esempio fu il Triplet prodotto da A. Ross nel 1841 per Fox Talbot. Tra il 1866 e il 1890 venivano prodotti quattro tipi di obiettivi: per paesaggi (Landscape lens), per ritratti (Portrait lens), grandangolo (wide-angle Globe lens), e un obiettivo dalle caratteristiche intermedie denominato Rapid Rectilinear. Fino al 1890 l'astigmatismo rimase un difetto non controllabile. Quando nel 1885 E. Abbe e O. Schott della Zeiss Company introdussero lenti a bassa dispersione e con basso indice di rifrazione dette Barium Crown glasses fu in breve possibile produrre obiettivi anastigmatici (Anastigmat lens). La nascita di queste lenti portò alla crezione dei famosi obiettivi denominati Unar, Tessar, Dagor, ecc. I primi obiettivi anastigmatici prodotti dalla Zeiss (venduti in 100.000 esemplari alle soglie del 1900), vennero migliorati da Paul Rudolph, il progettista che lavorava con Abbe e che poi ne prese il posto. Nacquero così prima gli Unar e poi i Tessar. Gli obiettivi Tessar, brevettati nel 1902, erano costituiti da due elementi separati dal diaframma: quello anteriore costituito da un doppietto di lenti (positiva, negativa) spaziate ovvero separate da un'intercapedine d'aria a forma di lente positiva e quello posteriore costituito da un doppietto con lenti (negativa, positiva) incollate. Il doppietto anteriore risulta divergente, quello posteriore convergente. I due elementi costituenti il Tessar non erano utilizzabili separatamente come obiettivi perché solo così accoppiati permettevano la migliore correzione delle aberrazioni sferiche e cromatiche e dell'astigmatismo. Essendo il brevetto di Rudolph molto generale, per molti anni la Zeiss ebbe una sorta di monopolio nella costruzione di obiettivi di questo tipo. I primi Tessar avevano un'apertura di f/6.3 ma nel 1917 era aumentata a f/4.5 e nel 1930 a f/2.8. Le lenti tipo Tessar sono state prodottte in milioni esemplari. La Zeiss concesse infatti la licenza di costruire i propri obiettivi ad alcuni costruttori in tutto il mondo. Molti altri costruttori produssero obiettivi con questa disposizione di lenti. Tra questi i modelli Stylor di Roussel. Negli anni '30 venne dato nuovo impulso alla creazione di nuovi obiettivi soprattutto per proiezione di pellicole 8, 16, 35mm e per apparecchi fotografici per aerofotografia. Dopo la Seconda Guerra Mondiale procedette lo sviluppo degli obiettivi per riprese e proiezioni cinematografiche e per apparecchi fotografici. A partire dagli anni '50 entrarono nel mercato degli obiettivi aziende giapponesi che ben presto presero il posto dei produttori europei grazie ai bassi costi e alta qualità proposti.

Autore: Roussel H. (costruttore) (sec. XX inizio/ post 1930)

Datazione: ca. 1930 - ca. 1940

Materia e tecnica: metallo; vetro; ottone

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 4.5 cm x Ø 5.5 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Kingslake, R. "A History of photographic Lens", San Diego, California, U.S.A. 1989, pp. 86-88

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2008)

Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)

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