Pathé Baby - proiettore cinematografico - industria, manifattura, artigianato
Pathé Frères
Descrizione
Proiettore cinematografico in metallo, a sviluppo verticale. E' costituito sostanzialmente da una base con quattro piedini, un reostato, l'apparato illuminante, il dispositivo di proiezione. Alla base si ha una presa per il collegamento del reostato esterno costituito da un cilindro in ferro forato, contenente un nucleo isolante attorno al quale è avvolto il filo conduttore, un cursore lineare permette di selezionare la tensione di alimentazione da 10 a 140V. Dal reostato fuoriescono due cavi per il collegamento al proiettore e alla rete. Alla base è fissata una struttura verticale in metallo al centro della quale si trova il dispositivo di proiezione costituito da una lente, un otturatore rotante, una manovella per l'avanzamento manuale. Nella parte alta si ha il vano porta pellicola da 9,5mm da proiettare. Sul telaio, sotto all'apparato illuminante, è presente un vano circolare, chiuso da un vetro, nel quale si raccoglieva la pellicola proiettata. Dietro alla lente del dispositivo di proiezione, si inserisce l'apparato illuminante costituito da una lampadina a filamento, uno specchio concavo e una lente condensatrice collocati in posizione opposta rispetto alla lampada, inseriti in un contenitore cilindrico collegato elettricamente alla base. Questo cilindro è vincolato nella parte bassa ma apribile a compasso per permettere il posizionamento di un telaietto rettangolare, tra condensatore e lente di proiezione, che costituisce la guida per lo scorrimento della pellicola 9,5mm, forata al centro. Questo telaietto presenta una riquadro rettangolare in corrispondenza del punto in cui si posiziona il fotogramma che viene proiettato. Il proiettore è contenuto in una custodia rigida in legno ricoperta in pelle marrone, con maniglia in cuoio per il trasporto e ganci di chiusura. Tutta la parete frontale è apribile.
Funzione: Proiettore da tavolo per usi amatoriali. Utilizzava pellicole da 9.5mm forate al centro, in bobine da 8.5m. Questo proiettore poteva essere utilizzato sia manualmente mediante la manovella che con il motorino elettrico. Il proiettore è una macchina che proietta, a intervalli regolari, un fotogramma impresso su una pellicola cinematografica che viene fatta scorrere in maniera continua. Un obiettivo mette a fuoco l'immagine risultante su uno schermo.
Modalità d'uso: Si dispone il proiettore di fronte ad un muro bianco o a un telo, si inserisce la pellicola presente nella bobina debitrice (superiore) nel telaio guida pellicola, si accende la lampada, si mette a fuoco l'immagine agendo sull'obiettivo e si procede con la proiezione azionanando il motorino elettrico. La pellicola visionata viene raccolta nella bobina ricevitrice. E' meglio proiettare al buio o in condizioni di luce scarsa.
Notizie storiche: Il primo spettacolo a pagamento della storia del cinema fu tenuto dai fratelli Lumiere a Parigi nel 1895 ed usava una pellicola da 35mm. Questa pellicola veniva prodotta dalla Eastmann Kodak con quattro perforazioni rettangolari poste sui lati di ciascun fotogramma, che inizialmente aveva dimensioni 18x24m. Venne utilizzato soprattutto per riprese e proiezioni professionali. Successivamente vennero prodotti diversi formati sia più grandi che ridotti rispetto a questo. I più grandi come il 70mm, per immagini più luminose e proiezioni su schermi più grandi, i più piccoli per questioni economiche a d uso amatoriale. In generale bisogna anche ricordare che il più grande passo avanti rispetto all'uso amatoriale di cineprese e proiettori venne fatto con l'avvento delle pellicole in acetato in sostituzione di quelle in nitrato, altamente infiammabile. I formati ridotti che ebbero maggiore diffusione furono il 9.5mm, il 16mm, l'8mm in tutte le sue varianti e il Super 8. Il formato 9.5mm della Pathé, introdotto nel 1922, aveva perforazione al centro del fotogramma e questo massimizzava l'area disponibile della pellicola. Però queste pellicole perforate al centro si danneggiavano e rompevano più facilmente di quelle alle estremi. Furono le prime pellicole economiche e di ampia diffusione. Furono anche le prime pellicole invertibili ovvero che in fase di sviluppo divenivano direttamente positive sulla stessa pellicola ed erano quindi proiettabili. Negli stessi anni, la Kodak introdusse sul mercato il formato 16mm (in bianco e nero nel 1923 e a colori nel 1935 con le pellicole Kokachrome) di solito venduto in bobine da 30m. Fu un formato, nato per gli amatori ma un po' caro ed infine utilizzato soprattutto per documentari, per l'industria, per la TV. Inizialmente le pellicole 16mm erano forate su entrambi i lati, successivamente una riga di perforazioni venne tolta per inserire il sonoro (anni '60). Già nel 1929 si ebbero comunque i primi film con il sonoro. Il formato 16mm era troppo caro per l'amatore così venne ideato l'8mm (Regular 8) nel 1932: una pellicola 16mm venne tagliata a metà e il numero di perforazioni raddoppiato. Negli anni '30 nacquero anche le pellicole Single 8 (prodotte dalla Fuji), con perforazioni più piccole e quindi area disponibile più ampia, e Double 8 in cui la pellicola da 16mm veniva utilizzata prima in un senso e poi nell'altro e poi tagliata a metà longitudinalmente. Il successo delle pellicole 8mm fu dovuto al prezzo contenuto e all'ampia diffusione che permettevano di acquistarle e svilupparle facilmente. Si diffusero anche numerosi film (ad esempio di Chaplin), cartoni animati, ecc. Nel 1935 venne anche introdotto un nuovo sistema di caricamento delle cineprese, quello a cartuccia. Intorno al 1965 nasce la pellicola Super 8, con perforazioni ancora più piccole e 15m di pellicola racchiusa in caricatori in plastica di facile uso. I formati 8mm potevano essere arricchiti da bande magnetiche contenenti il sonoro applicate sulle pellicole sviluppate. Nel 1973 nasce invece il Super8 Sonoro con banda magnetica per la registrazione simultanea. Le cineprese e i proiettori seguirono l'evoluzione delle pellicole, diventando sempre più piccoli e maneggevoli, adattandosi ai nuovi formati disponibili (alcuni proiettori potevano leggere tutti i formati 8mm). Dal punto di vista tecnico l'evoluzione di obiettivi, diaframmi, otturatori, telemetri, ottiche porterà ad apparecchi sempre più accessoriati ma anche di facile uso soprattutto per il cineasta amatoriale. La massima diffusione delle ultime cineprese Super 8 si ebbe tra il 1980 e il 1982. Nel 1985 la produzione cessò a causa dell'avvento del nastro magnetico. Oggi a sua volta superato dalle videocamere digitali. Il proiettore Pathè Baby utilizzava pellicole da 9.5mm e nacque nel 1921 (brevetto francese 541.664) dalla necessità di realizzare un proiettore semplice da usare ma preciso ed affidabile come quelli professionali. Il proiettore è nato per essere usato anche dai bambini e per questo è semplice, robusto e non presenta pericoli di alcun tipo. Successivamente venne creato il modello Super Baby con bracci porta bobine, supporto del motore e pulegge di rimando per permettere l'uso di bobine di diametro 17cm contenenti 100m di pellicola (film "super"). Pellicole di questa lunghezza significavano proiezioni di veri spettacoli.
Autore: Pathé Frères (progettista/ costruttore) (1896 ca./ 1929 ca.)
Datazione: ca. 1922 - ca. 1935
Materia e tecnica: metallo; vetro; legno; pelle
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 10 cm x 20 cm x 33 cm
Peso: 2.5 kg
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Cauda E. "La cinematografia per tutti : Guida pratica per cinedilettanti", Roma 1931, pp. 73-74
Price Guide "Price Guide to Antique & Classic Cameras 1995 - 1996", Grantsburg, USA 1994, p. 467
Reyner J. H. "Cine-Photography for Amateurs", Londra 1931, pp. 34-39
Futurinsieme Percorso "Futurinsieme : Percorso storico di tecnologie cinematografiche e televisive in vista di un futuro comune", Milano 1986, pp. 20-21
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2008)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00578/
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