Arco Eight - cinepresa - industria, manifattura, artigianato
Arco; Folloni &Ventura
Descrizione
Cinepresa in metallo, costituita da una parte centrale di forma all'incirca parallellepipeda ed una torretta rotante sulla quale sono posizionati i tre obiettivi. Sotto è appeso un cordoncino per il trasporto. Svitando il disco al quale è fissata si libera un foro filettato per l'inserzione dell'impugnatura. Lateralmente, chiuso da un coperchio apribile, si ha il vano porta bobine per 7,5m di pellicole 16mm (Double 8), inserite su appositi fusi collegati al motore con i relativi dispositivi di avanzamento della pellicola e della guida nella quale far scorrere la pellicola dietro all'obiettivo. Nella parte alta sono inserti un mirino con paraluce nella parte posteriore, e un esposimetro interno a cellula fotoelettrica con diaframma a iride regolabile direttamente da f/1,4 a f/16. Sul lato opposto a quello contenente le bobine, si hanno i comandi d'uso. Una rotella per la regolazione della velocità di avanzamento della pellicola da 8 a 48 fotogrammi al secondo, un contametro , una manovella per la carica a molla del motorino e un'altra leva per selezionare la modalità di ripresa (riprese intermittenti, continue, a fotogrammi singoli). Una leva permette l'avvio della ripresa. Sulla parte anteriore della cinepresa è inserita una torretta rotante con tre obiettivi, inseriti a vite, di diversa apertura e lunghezza focale che possono essere rapidamente intercambiati ruotando la torretta stessa. Ciascun obiettivo ha un diaframma a iride interno la cui apertura può essere variata ruotando un'apposita ghiera posta sull'obiettivo. Anche la messa fuoco è regolabile mediante una ghiera su due degli obiettivi. Gli obiettivo sono protetti da un tappo in metallo avvitato. Per l'obiettivo Cine T Arco1:1,4 f= 38mm le aperture vanno da f/1,4 a f/16 e messa a fuoco per distanze da 0,8 a 20 m (infinito); per l'obiettivo Cine S Arco 1:1,4 f= 13mm le aperture vanno da f/1,4 a f/16 e messa a fuoco per distanze da 0,3 a 7 m (infinito); per l'obiettivo Cine W Arco 1:1,4 f= 6,5mm le aperture vanno da f/1,4 a f/16 ed il fuoco è fisso.
Funzione: Cinepresa portatile per usi amatoriali, divulgativi. Utilizzava pellicole formato Double 8. Con 7,5 m di pellicola si ottenevano 15 m di filmato corrispondenti a 4 minuti di proiezione. La cinepresa è una macchina che impressiona una sequenza di immagini fotografiche su una pellicola continua.
Modalità d'uso: Aprire la cinepresa, posizionare la bobina contenente la pellicola, inserire la pellicola nell'apposita guida dall'alto verso il basso. Far fuoriuscire la pellicola ed avvolgerla sulla seconda bobina. Posizionare la bobina. e richiudere la cinepresa. Prima di registrare far andare a vuoto per alcuni secondi. Sistemare il diaframma dell'esposimetro in base alla sensibilità della pellicola. Selezionata la velocità di rotazione della pellicola, inquadrare e mettere a fuoco il soggetto da riprendere e avviare la ripresa premendo l'apposito pulsante. Per utilizzare l'altra metà della pellicola da 16mm (Double 8) invertire le due bobine. La pellicola va poi fatta sviluppare in un laboratorio fotografico prima della visione mediante un proiettore.
Notizie storiche: Il primo spettacolo a pagamento della storia del cinema fu tenuto dai fratelli Lumiere a Parigi nel 1895 ed usava una pellicola da 35mm. Questa pellicola veniva prodotta dalla Eastmann Kodak con quattro perforazioni rettangolari poste sui lati di ciascun fotogramma, che inizialmente aveva dimensioni 18x24m. Venne utilizzato soprattutto per riprese e proiezioni professionali. Successivamente vennero prodotti diversi formati sia più grandi che ridotti rispetto a questo. I più grandi come il 70mm, per immagini più luminose e proiezioni su schermi più grandi, i più piccoli per questioni economiche a d uso amatoriale. In generale bisogna anche ricordare che il più grande passo avanti rispetto all'uso amatoriale di cineprese e proiettori venne fatto con l'avvento delle pellicole in acetato in sostituzione di quelle in nitrato, altamente infiammabile. I formati ridotti che ebbero maggiore diffusione furono il 9.5mm, il 16mm, l'8mm in tutte le sue varianti e il Super 8. Il formato 9.5mm della Pathé, introdotto nel 1922, aveva perforazione al centro del fotogramma e questo massimizzava l'area disponibile della pellicola. Però queste pellicole perforate al centro si danneggiavano e rompevano più facilmente di quelle alle estremi. Furono le prime pellicole economiche e di ampia diffusione. Furono anche le prime pellicole invertibili ovvero che in fase di sviluppo divenivano direttamente positive sulla stessa pellicola ed erano quindi proiettabili. Negli stessi anni, la Kodak introdusse sul mercato il formato 16mm (in bianco e nero nel 1923 e a colori nel 1935 con le pellicole Kokachrome) di solito venduto in bobine da 30m. Fu un formato, nato per gli amatori ma un po' caro ed infine utilizzato soprattutto per documentari, per l'industria, per la TV. Inizialmente le pellicole 16mm erano forate su entrambi i lati, successivamente una riga di perforazioni venne tolta per inserire il sonoro (anni '60). Già nel 1929 si ebbero comunque i primi film con il sonoro. Il formato 16mm era troppo caro per l'amatore così venne ideato l'8mm (Regular 8) nel 1932: una pellicola 16mm venne tagliata a metà e il numero di perforazioni raddoppiato. Negli anni '30 nacquero anche le pellicole Single 8 (prodotte dalla Fuji), con perforazioni più piccole e quindi area disponibile più ampia, e Double 8 in cui la pellicola da 16mm veniva utilizzata prima in un senso e poi nell'altro e poi tagliata a metà longitudinalmente. Il successo delle pellicole 8mm fu dovuto al prezzo contenuto e all'ampia diffusione che permettevano di acquistarle e svilupparle facilmente. Si diffusero anche numerosi film (ad esempio di Chaplin), cartoni animati, ecc. Nel 1935 venne anche introdotto un nuovo sistema di caricamento delle cineprese, quello a cartuccia. Intorno al 1965 nasce la pellicola Super 8, con perforazioni ancora più piccole e 15m di pellicola racchiusa in caricatori in plastica di facile uso. I formati 8mm potevano essere arricchiti da bande magnetiche contenenti il sonoro applicate sulle pellicole sviluppate. Nel 1973 nasce invece il Super8 Sonoro con banda magnetica per la registrazione simultanea. Le cineprese e i proiettori seguirono l'evoluzione delle pellicole, diventando sempre più piccoli e maneggevoli, adattandosi ai nuovi formati disponibili (alcuni proiettori potevano leggere tutti i formati 8mm). Dal punto di vista tecnico l'evoluzione di obiettivi, diaframmi, otturatori, telemetri, ottiche porterà ad apparecchi sempre più accessoriati ma anche di facile uso soprattutto per il cineasta amatoriale. La massima diffusione delle ultime cineprese Super 8 si ebbe tra il 1980 e il 1982. Nel 1985 la produzione cessò a causa dell'avvento del nastro magnetico. Oggi a sua volta superato dalle videocamere digitali.
Autore: Arco (progettista/ costruttore) (1949/ 1961); Folloni &Ventura (riparatore) (notizie seconda metà sec. XX)
Datazione: ca. 1957 - ca. 1960
Materia e tecnica: metallo; vetro
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 8 cm x 16 cm x 16 cm
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2008)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00580/
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