Canon Cine Canonet 8 - cinepresa - industria, manifattura, artigianato
Canon
Descrizione
Cinepresa in metallo, compatta e leggera. Nella parte alta è inserito un mirino reflex che attraversa longitudinalmente tutto l'apparecchio, di fianco all'oculare si ha il dispositivo di sblocco per aprire il vano porta batterie e sotto quello per aprire il rivestimento laterale. Le tre batterie da 1,5V sono inserite nella parte alta della cinepresa. Aprendo questo vano è possibile anche agire sulla messa fuoco del mirino. Aprendo invece il rivestimento laterale si accede al vano porta bobine per pellicola 8mm (in realtà è una pellicola 16mm che viene inserita due volte prima in una direzione e poi nell'altra). Nel vano porta bobine, dietro alla posizione dell'obiettivo, è presente una guida in metallo dove far scorrere la pellicola con gli opportuni dispositivi per l'avanzamento. Sull'altra parete laterale si ha un contametro che può indicare fino a 25 ft (75m), una spia per verificare la carica della batteria (attivata premendo un piccolo pulsante disposto nella parte inferiore), una rotella per la selezione della velocità di scorrimento della pellicola (12, 16, 24 fotogrammi al secondo), una presa per il collegamento di un comando a distanza. Nella parte anteriore di questa parete si hanno l'interruttore di accensione/spegnimento che permette anche di attivare il collegamento con il comando a distanza. All'interno dell'interruttore è presente il pulsante per avviare la ripresa (da tenere premuto per tutta la durata della ripresa). Sotto a questo interruttore due prese permettono la connessione di comandi per ripresa continua (usare con cavalletto) o per ripresa di singoli fotogrammi. Nella parete anteriore, oltre all'obiettivo obiettivo Canon zoom C - 8 10-25mm 1:1,8, si ha un telemetro CdS accoppiato che può essere utilizzato sia in maniera automatica che manuale (agendo sull'interruttore posto vicino alla finestra dell'esposimetro). La batteria a mercurio da 1,3V del telemetro è inserita nel vano delle bobine. Sulla parte esterna dell'esposimetro si possono fissare la velocità di scorrimento della pellicola e la sua sensibilità da 10 a 320 ASA o da 11 a 26 DIN. Sull'obiettivo è invece possibile realizzare la messa fuoco per distanze da 1,2m all'infinito con zoom 2,5x.
Funzione: Cinepresa portatile per usi amatoriali, divulgativi. Utilizzava pellicole formato Double 8. Con 7,5 m di pellicola si ottenevano 15 m di filmato corrispondenti a 4 minuti di proiezione. La cinepresa è una macchina che impressiona una sequenza di immagini fotografiche su una pellicola continua.
Modalità d'uso: Aprire la cinepresa, posizionare la bobina contenente la pellciola, inserire la pellicola nell'apposita guida dall'alto verso il basso. Far fuoriuscire la pellicola ed avvolgerla sulla seconda bobina. Posizionare la bobina. e richiudere la cinepresa. Prima di registrare far andare a vuoto per alcuni secondi. Sistemare la messa fuoco del mirino, selezionare la sensibilità della pellicola sull'esposimetro. Selezionata la velocità di rotazione della pellicola, inquadrare il soggetto da riprendere, mettere a fuoco e avviare la ripresa premendo l'apposito pulsante. Per utilizzare l'altra metà della pellicola da 16mm (Double 8) invertire le due bobine. La pellicola va poi fatta sviluppare in un laboratorio fotografico prima della visione mediante un proiettore.
Notizie storiche: Il primo spettacolo a pagamento della storia del cinema fu tenuto dai fratelli Lumiere a Parigi nel 1895 ed usava una pellicola da 35mm. Questa pellicola veniva prodotta dalla Eastmann Kodak con quattro perforazioni rettangolari poste sui lati di ciascun fotogramma, che inizialmente aveva dimensioni 18x24m. Venne utilizzato soprattutto per riprese e proiezioni professionali. Successivamente vennero prodotti diversi formati sia più grandi che ridotti rispetto a questo. I più grandi come il 70mm, per immagini più luminose e proiezioni su schermi più grandi, i più piccoli per questioni economiche a d uso amatoriale. In generale bisogna anche ricordare che il più grande passo avanti rispetto all'uso amatoriale di cineprese e proiettori venne fatto con l'avvento delle pellicole in acetato in sostituzione di quelle in nitrato, altamente infiammabile. I formati ridotti che ebbero maggiore diffusione furono il 9.5mm, il 16mm, l'8mm in tutte le sue varianti e il Super 8. Il formato 9.5mm della Pathé, introdotto nel 1922, aveva perforazione al centro del fotogramma e questo massimizzava l'area disponibile della pellicola. Però queste pellicole perforate al centro si danneggiavano e rompevano più facilmente di quelle alle estremi. Furono le prime pellicole economiche e di ampia diffusione. Furono anche le prime pellicole invertibili ovvero che in fase di sviluppo divenivano direttamente positive sulla stessa pellicola ed erano quindi proiettabili. Negli stessi anni, la Kodak introdusse sul mercato il formato 16mm (in bianco e nero nel 1923 e a colori nel 1935 con le pellicole Kokachrome) di solito venduto in bobine da 30m. Fu un formato, nato per gli amatori ma un po' caro ed infine utilizzato soprattutto per documentari, per l'industria, per la TV. Inizialmente le pellicole 16mm erano forate su entrambi i lati, successivamente una riga di perforazioni venne tolta per inserire il sonoro (anni '60). Già nel 1929 si ebbero comunque i primi film con il sonoro. Il formato 16mm era troppo caro per l'amatore così venne ideato l'8mm (Regular 8) nel 1932: una pellicola 16mm venne tagliata a metà e il numero di perforazioni raddoppiato. Negli anni '30 nacquero anche le pellicole Single 8 (prodotte dalla Fuji), con perforazioni più piccole e quindi area disponibile più ampia, e Double 8 in cui la pellicola da 16mm veniva utilizzata prima in un senso e poi nell'altro e poi tagliata a metà longitudinalmente. Il successo delle pellicole 8mm fu dovuto al prezzo contenuto e all'ampia diffusione che permettevano di acquistarle e svilupparle facilmente. Si diffusero anche numerosi film (ad esempio di Chaplin), cartoni animati, ecc. Nel 1935 venne anche introdotto un nuovo sistema di caricamento delle cineprese, quello a cartuccia. Intorno al 1965 nasce la pellicola Super 8, con perforazioni ancora più piccole e 15m di pellicola racchiusa in caricatori in plastica di facile uso. I formati 8mm potevano essere arricchiti da bande magnetiche contenenti il sonoro applicate sulle pellicole sviluppate. Nel 1973 nasce invece il Super8 Sonoro con banda magnetica per la registrazione simultanea. Le cineprese e i proiettori seguirono l'evoluzione delle pellicole, diventando sempre più piccoli e maneggevoli, adattandosi ai nuovi formati disponibili (alcuni proiettori potevano leggere tutti i formati 8mm). Dal punto di vista tecnico l'evoluzione di obiettivi, diaframmi, otturatori, telemetri, ottiche porterà ad apparecchi sempre più accessoriati ma anche di facile uso soprattutto per il cineasta amatoriale. La massima diffusione delle ultime cineprese Super 8 si ebbe tra il 1980 e il 1982. Nel 1985 la produzione cessò a causa dell'avvento del nastro magnetico. Oggi a sua volta superato dalle videocamere digitali. Costo della cinepresa Cine Canonet 8 nel 1963: 27.800 Yen.
Autore: Canon (costruttore) (1933/)
Datazione: ca. 1963 - ca. 1965
Materia e tecnica: metallo; vetro
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 5.5 cm x 23 cm x 11 cm
Peso: 1.15 kg
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Canon Camera Company "Cine Canonet 8: Instruction", Tokyo 1963
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2008)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00585/
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