Tastiera Monotype - tastiera per macchina fonditrice - industria, manifattura, artigianato
Lanston Tolbert; Monotype Corporation
Descrizione
Tastiera Monotype costituita da 225 tasti, suddivisi in 15 gruppi di 15 matrici ciascuno. Ogni gruppo comprende caratteri, punteggiatura e segni di uguale spessore. Ad ogni tasto corrisponde un punzone circolare che perfora la striscia di carta nella posizione opportuna. E' presente un tamburo di aggiustaggio per la giustificazione della linea.
Funzione: La tastiera Monotype permetteva di realizzare la striscia di carta perforata da utilizzare nella fonditrice per la realizzazione dei caratteri da stampa. La Monotype era utilizzata soprattutto per la composizione di testi dove l'errore era facile (ad esempio testi con formule matematiche o fisiche) e quindi la possibilità di sostituire singoli caratteri errati semplificava il lavoro di composizione. Non era adatta per giornali o cataloghi per i quali la composizione Monotype risultava troppo lenta.
Modalità d'uso: Il compositore batte i tasti corrispondenti alle singole lettere (come sulla tastiera di una macchina per scrivere), ad ogni battuta corrisponde una perforazione di un nastro di carta. La tastiera è infatti comandata ad aria compressa e premendo un tasto si aziona un punzone circolare che perfora la carta in posizioni diverse a seconda della lettera. Ogni lettera corrisponde ad una determinata grossezza. Al termine della composizione della linea, il compositore batte un tasto speciale che aziona una levetta che incide sul tamburo di aggiustaggio due cifre che indicano lo spazio medio necessario alla giustificazione della linea. Finito di comporre una linea, la bobina di nastro di carta viene portata alla macchina fonditrice.
Notizie storiche: Gutenberg si può considerare l'inventore della stampa a caratteri mobili, almeno per quanto riguarda l'Europa, agli inizi del XV secolo. Egli ideò il modo di realizzare i caratteri in lega metallica, le modalità di realizzare le composizioni allineate e spaziate, l'utilizzo del compositoio e delle cassette porta caratteri. Inoltre utilizzò torchi a vite in legno, già utilizzati per altri scopi, per realizzare le stampe. I torchi in legno non subirono nella loro storia molti miglioramenti e rimase il problema della capacità di pressione limitata della vite in legno che non permetteva di effettuare stampe di grandi dimensioni ma al massimo di mezza forma. Questo limite venne superato solo agli inizi del XIX secolo grazie ai primi torchi in ghisa. Il torchio a mano, nonostante i miglioramenti introdotti, si dimostrò comunque uno strumento troppo lento per soddisfare le richieste del mercato dei manifesti, dei volantini, dei giornali, ecc. Si assistette così ad un'industrializzazione della stampa. Da una parte la stampa tipografica a livello industriale progrediva con macchine rotative o cilindriche sempre più veloci, dall'altra gli artigiani e i piccoli tipografi abbandonarono presse e torchi a mano a favore delle pedaline. A partire dal XVI secolo l'editoria comincia ad essere una vera e propria industria. Si spaziano le righe, si inventano nuovi caratteri, i testi diventano più leggibili. La Rivoluzione industriale del XIX secolo, ebbe tra i suoi benefici anche l'alfabetizzazione delle masse, processo accelerato dall'invenzione e la diffusione delle macchine da stampa. La prima macchina tipografica azionata da una forza motrice a vapore si deve al tedesco Friedrich Koenig che nel 1814 realizza una macchina per stampa tipografica piano-cilindrica a vapore, che venne utilizzata nella stamperia del Times di Londra permettendo di aumentare la capacità di stampa da 300 a 1100 copie all'ora. A metà del XIX secolo inizia anche la produzione industriale di carta. Nel 1846 Hoe costruisce la prima rotativa per stampa in bianca e volta (da tutti e due i lati del foglio) e nel 1848 Applegath sviluppa la prima macchina rotativa per dare risposta alla rescente esigenza di aumentare la velocità di stampa e quindi la produzione. Fino a questo periodo la stampa veniva ancora realizzata componendo a mano le righe e le pagine da stampare utilizzando caratteri mobili che venivano allineati e composti manualmente. Fu Ottmar Mergenthaler a sviluppare l'idea della composizione tipografica. Nel 1886 progetta la Linotype (line of type = linea di caratteri) che permetteva di creare intere linee di caratteri semplicemente battendo i tasti su una tastiera tipo macchina per scrivere. In questo modo la velocità di composzione passò da 1000 caratteri/ora della composizione a mano a 8/10.000 battute/ora con la Linotype. L'inconveniente di questa composizione a righe intere si presenta quando occorre correggere una lettera o una intera parola del testo. Nel 1889 Tolbert Lanston propose una macchina che formava le righe con la fusione di singole lettere nel giusto ordine ovviando così al problema della Linotype: la Monotype. La composizione con la Monotype risultava però più lunga rispetto alla Linotype. La Monotype comparve in Europa all'Esposizione diParigi del 1900 e fu introdotta in Italia nel 1903. Quella qui catalogata è il prmo modello di Monotype importato in Italia. Quando i brevetti della Linotype furono scaduto (1913) venne costruita la macchina Intertype a cura della "The International Typesettingmachine Company" di New York. Le prime macchine erano basi della Linotype con i miglioramenti brevettati dalla nuova azienda. L'Intertype è così affine alla Linotype (di cui volle essere una macchina concorrente) che molte parti delle due macchine sono assolutamente identiche, e possono adattarsi indifferentemente all'una o all'altra macchina. Nel 1960, l'introduzione della fotocomposizione e della stampa off-set apportò dei cambiamenti meccanici nella tecnologia da stampa tipografica. A partire dagli anni '70, l'elettronica apportò una nuova rivoluzione nel campo della tipografia e la crescita degli strumenti informatici modificò completamente le modalità di creazione delle composizioni, delle pagine, ecc.
Autore: Lanston Tolbert (inventore) (1844/ 1913); Monotype Corporation (costruttore) (1897/ 1999)
Datazione: ca. 1906 - ca. 1930
Materia e tecnica: ferro; materiale plastico
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 131 cm x 64 cm x 60 cm
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Museoscienza "Museoscienza", Milano 1978, pp. 71-77
Dalmazzo G. "La tipografia", Torino 1914
Gianni E. "Conoscere la stampa", Milano 1953
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2009); Temporelli, Massimo (2009)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00615/
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