Lastra litografica - industria, manifattura, artigianato
Antonio Vallardi Editore
Descrizione
Lastra di metallo con superficie litografata. In basso a destra è riportata la firma del disegnatore.
Soggetto: PERSONAGGI: Vittorio Emanuele III
Funzione: Lastra utilizzata come matrice da stampa in macchine pianocilindriche. Questa lastra fa parte di una serie di quattro lastre per stampa in quadricromia di cui questa è quella di colore nero. E' una riproduzione di un'incisione.
Notizie storiche: La litografia è un procedimento di stampa con matrice in piano e venne elaborata da Alois Senefelder nel 1796. La tecnica, affinata in diversi anni di prove, consiste nel prendere una pietra calcarea (quindi porosa) compatta e omogenea, di spessore sufficiente affinché non si rompa durante l'uso del torchio per la stampa. Si leviga la superficie e si disegna, al contrario, l'immagine che si vuole stampare utilizzando una matita litografica composta da sostanze grasse o più in generale un inchiostro litografico con le stesse caratteristiche. Il carbonato di calcio che costituisce la pietra trattiene i grassi. Finito il disegno si sottopone la pietra ad un trattamento acido-gommoso (con un liquido detto "preparazione" costituito da acido nitrico, gomma arabica acidificata e acqua) che trasforma le parti della pietra non protette dall'inchiostro gommoso in nitrato di calcio, sostanza idrofila (che respinge l'acqua). Circa 24 ore dopo, con la trementina si toglie l'inchiostro litografico e con esso il disegno. La superficie della pietra non presenta né abrasioni né incisioni (matrice in piano) perchè si è agito sulla struttura chimica della superficie. La matrice è pronta per la stampa. Si posiziona la matrice nel torchio litografico, si bagna, si inchiostra con un rullo di caucciù: l'inchiostro aderisce dove è rimasto il carbonato di calcio ovvero dove c'era il disegno e non dove c'è la sola pietra bagnata (nitrato di calcio). Si posiziona il foglio da stampare, si sovrappongono altri fogli ed un cartone e si comprime. Al termine si toglie il foglio e si mette ad asciugare. Il disegno prende la grana della pietra litografica che è più fine della grana del foglio di carta che si avrebbe se si disegnasse direttamente a mano. Successivamente Senefelder inventò anche il metodo autografico che permetteva di disegnare dritto e non alla rovescia. La tecnica litografica permise di allargare il numero di artisti che potessero creare le matrici da stampa (con la tecnica incisoria molti meno erano in grado di realizzarle) e rese possibile la stampa a colori (cromolitografia) inventata da Godefroy Engelmann nel 1837 e utilizzata fino agli anni '40 del XX secolo. Inoltre con matrici litografiche era possibile stampare un numero di copie molto più alto che con matrici, ad esempio, ad acquaforte. Tecnica molto utilizzata per libri illustrati e per riproduzione di opere d'arte. In Italia la tecnica litografica viene introdotta attorno al 1805, a Roma, da G. Dall'Armi. Intorno al 1840 la lastra di pietra viene sostituita da una lastra di zinco o alluminio, materiali porosi, che permette l'uso di macchine pianocilindriche per la stampa. Un ulteriore sviluppo sarà poi la fotolitografia in cui si stampa un'immagine fotografica su una lastra di zinco sensibilizzata e poi si procede al trattamento chimico e quindi alla stampa. Oggi la litografia è utilizzata in forme gestite da sistemi elettronici nella fabbricazione di circuiti integrati e di altri dispositivi a semiconduttori (litografia ottica, litografia a raggi X e a fascio elettronico). Questa lastra litografica è stata donata al Museo dall'Ing. Giuseppe Vallardi che nel 1969 fondò la casa editrice "Vallardi Industrie Grafiche" tuttora esistente all'interno del gruppo GeMS (Gruppo Editoriale Mauri Spagnol). Nel 1969 infatti Giuseppe, figlio di Antonio, rilevò l'attrezzatura grafica, i macchinari e alcuni diritti di pubblicazione dalla "Antonio Vallardi s.a.s.", storica casa editrice fondata nel 1750, e fondò la nuova casa editrice che oggi si occupa soprattutto di libri per ragazzi. Questa lastra litografica fa parte probabilmente di quelle prodotte negli stabilimenti di Antonio Vallardi a Milano che comprendevano, già nell'ultima quarto del XIX sec e fino alla fine degli anni '60 del XX sec, impanti litografici, calcografici, tipografici, di stereotipia, di legatoria.
Autore: Antonio Vallardi Editore (produttore) (1750/ 1971)
Datazione: ca. 1900 - ca. 1949
Materia e tecnica: metallo
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 50 cm x 0.1 cm x 70 cm
Peso: 400 g
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Istruzioni uso "Istruzioni per l'uso dell'apparecchio da ingrandimento Leitz "FOCOMAT" con messa a fuoco automatica", Wetzlar 1934
Ciné Paillard "Ciné Paillard", S.te Croix 1953?
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2009)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00743/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).