Telefunken TTV 7/17 - televisore - industria, manifattura, artigianato

Telefunken AG

Telefunken TTV 7/17 - televisore - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Televisore in legno con profili smussati. La parete frontale, in legno verniciato grigio chiaro è quasi completamente occupata dallo schermo 15 pollici del cinescopio rettangolare, protetto da un vetro. Sotto allo schermo si trovano quattro manopole per la regolazione della qualità dell'immagine. Sul lato destro si hanno un interruttore per l'accensione e un selettore per le bande VHF e i rispettivi canali (da A a N). Sul retro è posto un pannello forato in materiale ligneo che funge da coperchio; da esso fuoriece in posizione mediana una sporgenza metallica a forma di cupola che protegge la coda del cinescopio (non visibile). Sulla fascia sottostante la sporgenza, sono visibili le boccole per l'ingresso del segnale d'antenna e i commutatori per il cambo di tensione e dei giochi di deflessione.

Funzione: Apparecchio che riceve le immagini e i suoni trasmessi mediante il sistema della televisione (programmi televisivi). Visione in bianco e nero. Riceveva solo canali VHF.

Modalità d'uso: Il cinescopio è l'elemento che permette la ricostruzione (o sintesi) delle immagini ricevute grazie a fenomeni elettromagnetici ed elettronici. Il cinescopio del televisore è infatti un tubo a raggi catodici che ha la funzione di trasformare i segnali elettrici provenienti da una sorgente in energia visibile. Il segnale utile che controlla l'intensità del raggio elettronico, viene collegato, tra griglia e catodo, a due dispositivi che permettono di focalizzare il fascio elettronico (il catodo emette elettroni per effetto termoelettronico) e deviarlo in maniera periodica grazie all'azione di campi magnetici (Forza di Lorentz). In questo modo il raggio colpisce un punto sulla superficie interna dello schermo (anodo). Questa superficie è rivestita di materiale fluorescente che eccitato dall'energia degli elettroni emette luce. I dispositivi di deflessione del fascio vengono pilotati dal segnale ricevuto permettendo la ricostruzione dell'immagine ogni 1/25 di secondo dando allo spettatore la percezione del movimento.

Notizie storiche: L'inventore americano Philo T. Farnsworth sviluppò, nel 1927, il primo sistema pratico di televisione completamente elettronica nella storia. Il russo Vladimir Zworykin, nei laboratori americani della RCA, riuscirà poi a realizzare la televisione elettronica come prodotto commerciale nel 1939. In Italia questa nuova tecnologia fu sviluppata a partire da metà degli anni Trenta da tre grandi aziende nazionali: la Magneti Marelli (sistema RCA), la Allocchio Bacchini (sistema Telefunken) e la Safar (sistema derivata dalla Telefunken e telepantoscopio). Dopo un po' di sperimentazione dei diversi sistemi proposti dalle tre aziende, la Magneti Marelli e la Safar vennero autorizzate ad iniziare la produzione di apparecchi televisivi presentati alla "Fiera della Radio" del settembre 1939. L'obiettivo dell'EIAR, era quello di scegliere il sistema definitivo in tempo per il lancio ufficiale delle trasmissioni previsto per il 1942 (ventennale del regime fascista). Ma l'avvento della Guerra sospese ogni attività. Solo nel 1947 in Italia si ricominciò a parlare di Televisione. In questi anni molte aziende straniere propongono i loro dispositivi per studi televisivi per farli testare alla RAI (L'EIAR diviene RAI nel 1946). Si afferma intanto lo "standard europeo unificato" come sistema televisivo da adottare in Europa, derivato da quello americano. Tra il 1952 e il 1954 la RAI, concessionaria esclusiva dei servizi di radiodiffusione e televisione, trasmette regolarmente anche se in via sperimentale. Nel 1954 si ha l'inaugurazione ufficiale della televisione italiana. La visione collettiva (nei bar, nei circoli, ecc) giocherà in questi primi anni un ruolo fondamentale. I televisori degli anni '50 erano caratterizzati da circuiti completamente a valvole montati su di un telaio. Il tubo catodico all'inizio degli anni cinquanta passa dalla forma tonda a quella quadrata e la sua apertura di deflessione da 70° a 90°, angolo che rendeva comunque gli apparecchi molto ingombranti e profondi. Il materiale utilizzato per il mobile era quasi sempre il legno e il tubo catodico era protetto da un vetro frontale a causa dalla fragilità del tubo catodico tenuto sottovuoto.

Autore: Telefunken AG (costruttore) (1963/ 1979)

Datazione: ca. 1950 - ca. 1960

Materia e tecnica: legno; vetro; metallo; materiale plastico

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 48 cm x 43 cm x 45 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Soresini F. "Di tubo in tubo : Storia dei tubi elettronici nel centenario del diodo : 1904-2004", Albino (Bergamo) 2004, pp. 125-131 ff. 125-131

Verdegiglio D. "La TV di Mussolini : Sperimentazioni televisive nel Ventennio fascista", Roma 2003, pp. 222-231 p. 225

Grob B. "La televisione", Torino 1955

Credits

Compilazione: Iannone, Vincenzo (2010); Ranon, Simona (2010); Temporelli, Massimo (2010)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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