Mivar Color T2S - televisore - industria, manifattura, artigianato
Mivar
Descrizione
Mobile in legno di forma squadrata. La parete frontale, in materiale plastico grigio, è quasi interamente occupata dallo schermo rettangolare del cinescopio autoprotetto da 25 pollici. A destro dello schermo, in colonna, si trovano una griglia che protegge l'altoparlante interno, 4 manopole per la regolazione del volume, del contrasto, per il bilanciamento del colore, per la luminosità, un interruttore a slitta per l'accensione, una manopola per la selezione delle bande e la regolazione della sintonia con indicazioni per bande UHF canali da 24 a 68, per bande VHF canali da A ad M (con possibilità di regolazione fine della sintonia), un interruttore per i programmi 1° e 2° della televisione italiana. Il retro, in plastica nera è forato per l'aerazione. Sul retro si trovano le viti per la regolazione della frequenza verticale e orizzontale e due connettori per antenne UHF e VHF. Da sotto fuoriesce il cavo di alimentazione per la connessione alla rete elettrica. All'interno oltre al cinescopio e all'altoparlante è presente il circuito allo stato solido di funzionamento del televisore.
Funzione: Apparecchio che riceve le immagini e i suoni trasmessi mediante il sistema della televisione (programmi televisivi). Visione a colori. Riceveva sia canali UHF che VHF.
Modalità d'uso: Il cinescopio è l'elemento che permette la ricostruzione (o sintesi) delle immagini ricevute grazie a fenomeni elettromagnetici ed elettronici. Il cinescopio del televisore è infatti un tubo a raggi catodici che ha la funzione di trasformare i segnali elettrici provenienti da una sorgente in energia visibile. Il segnale utile che controlla l'intensità del raggio elettronico, viene collegato, tra griglia e catodo, a due dispositivi che permettono di focalizzare il fascio elettronico (il catodo emette elettroni per effetto termoelettronico) e deviarlo in maniera periodica grazie all'azione di campi magnetici (Forza di Lorentz). In questo modo il raggio colpisce un punto sulla superficie interna dello schermo (anodo). Questa superficie è rivestita di materiale fluorescente che eccitato dall'energia degli elettroni emette luce. Per ottenere la visione a colori, i fosfori distribuiti sullo schermo emettono le luci corrispondenti ai tre colori primari. Un cannone elettronico per ciascun colore, eccita un solo tipo di fosforo. In questo modo si formano tre distinti schermi rosso-verde-blu che poi per mescolanza additiva permettono la realizzazione di tutti i colori oltre che la percezione del movimento.
Notizie storiche: L'inventore americano Philo T. Farnsworth sviluppò, nel 1927, il primo sistema pratico di televisione completamente elettronica nella storia. Il russo Vladimir Zworykin, nei laboratori americani della RCA, riuscirà poi a realizzare la televisione elettronica come prodotto commerciale nel 1939. Tra il 1930 e il 1939 la RCA investì quasi dieci milioni di dollari per sviluppare il progetto di televisione elettronica. Nel 1954, negli Stati Uniti, cominciano le trasmissioni a colori, con lo standard NTSC ((National Television System Committee). In Europa arriverà nel 1967 con due diversi standard: SECAM (Sequential Couleur Avec Memoire, Francia e Paesi dell'EST) e PAL (Phase Alteration Line, Germania e UK). L'Italia, con grave ritardo, sceglierà lo standard PAL nel 1972. Le prime trasmissioni a colori italiane si avranno nel 1977. L'evoluzione tecnica principale dei primi televisori a colori risiede nella struttura del cinescopio: sullo schermo vengono depositati fosfori adatti ad emettere luci corrispondenti ai tre colori primari (rosso, verde, blu), in modo tale che per sovrapposizione additiva si possano ottenere tutti i colori. Per controllare l'eccitazione dei fosfori, il tubo catodico viene dotato di tre cannoni elettronici, uno per ciascun colore. Agli inizi degli anni '60 il televisore entra nelle case: la visione non è più collettiva ma familiare, non ancora privata. Gradualmente i televisori passano anche dal funzionamento con circuiti a valvole a circuiti a transistor, cambiano anche i materiali e le dimensioni: scompare il legno a favore di materiali plastici colorati e forme di design innovative, nel tubo catodico viene integrata la protezione (bonded) e nei televisori sparisce quindi il vetro frontale.
Autore: Mivar (progettista/ costruttore) (1955/)
Datazione: ca. 1973
Materia e tecnica: legno; vetro; metallo
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 75 cm x 55 cm x 56 cm
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Soresini F. "Di tubo in tubo : Storia dei tubi elettronici nel centenario del diodo : 1904-2004", Albino (Bergamo) 2004, pp. 134-141 ff. 125-131
Grob B. "La televisione", Torino 1955
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2010); Temporelli, Massimo (2010)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00884/
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